Gladiatore del Foro
È un Fognini da impazzire Con Roma torna l’amore ● I colpi magici cancellano il n. 8 Thiem e i fischi del 2014. Oggi Gojowczyk per meritarsi Nadal
ROMA
La Grande Bellezza è in quel pallonetto dipinto che incenerisce l’asburgico Thiem trascinato nella terra di mezzo da una deliziosa smorzata di rovescio, o ancora in quel dritto incrociato tirato dagli spalti che si spegne un palmo al di là della rete, oppure quella fulminante risposta di rovescio sul maligno servizio a uscire dell’avversario giocata con il naso dentro i vasi sotto le tribune che offre a Fabio il break decisivo e l’ironia per festeggiare una delle vittorie più grandi di sempre: «Ho rotto qualche fiore, ma il presidente li può ricomprare».
PACE FATTA Città eterna, amore eterno. Finalmente. I pugni battuti sul petto nei momenti che decidono la sfida contro l’austriaco nel delirio di un Centrale ai piedi del suo eroe che ne sollecita la passione a ogni scambio, suonano come una liberazione e anche come un risarcimento affettivo dopo troppi anni tormentati al Foro e la delusione mai dimenticata del 2014, quando Fogna da numero 15 del mondo e con aspettative enormi venne travolto da Rosol al 1°turno e uscì dal campo sommerso dai fischi. Sembrava la storia di un rapporto mai nato, ma il talento ha sempre ragione. E così un anno dopo il successo sul n. 1 Murray, Fabio si regala un mezzogiorno di fuoco di valore altissimo, anche superiore al trionfo sullo scozzese, perché Thiem veniva dall’eversione nadaliana di Madrid e qui giocava per vincere il torneo, oltre ad aver sconfitto due volte l’azzurro in carriera senza concedergli un set.
CUORE E TESTA Dodici mesi dopo, Fogna torna a battere un top ten (per l’undicesima volta) e lo fa al culmine di una prestazione perfetta, che unisce tecnica, fisico, cuore e testa. Il problema alla caviglia destra è tutto e soltanto nella fasciatura azzurra che si prolunga fino al polpaccio, il resto è un avvio perentorio, tambureggiante, aggressivo, una presa di terreno costante di fronte a un avversario attendista sorpreso da uno sfidante che determina la partita e non la subisce. Se Dominic Thiem pensava di opporsi solo con la resistenza e la difesa aspettando l’errore altrui, lo schema salta in un primo set da 15 vincenti italiani (a 7). E infatti a Dominic occorre cambiare passo per ritrovarsi finalmente dentro il match, aiutato dal calo di Fabio che smarrisce un po’ misura del campo e servizio (solo 17% di punti con la seconda) in un secondo set all’improvviso senza storia eppu-
Rimane lucido nei momenti clou come nel terzo set e batte l’austriaco
Oggi gli ottavi. L’azzurro agli Internazionali non si è mai spinto oltre
re mai preoccupante.
IL MOMENTO
CHIAVE Perché la parità torna a esaltare Fogna, anziché deprimerlo: «Stavo giocando bene, e se anche avessi perso sarei uscito dal campo soddisfatto». Quando sei tu a dettare il ritmo, a cercare il controllo della contesa, accetti più di buon grado gli errori, perché sono semplicemente la conseguenza di una strategia a velocità elevatissima. E la mente si adegua. Così, Fabio attraversa senza apparenti scossoni, se non una pallina tirata di rabbia verso il Tevere, i marosi di un game da 13 minuti e 50 secondi (il sesto del terzo set), in cui non sfrutta cinque palle break cruciali, con Thiem che estrae dalle difficoltà almeno quattro soluzioni da fenomeno, e poi le due palle break a sfavore nel game successivo, pesanti come macigni in grado di abbattere il castello dei sogni. Un attacco azzurro e un dritto lungo austriaco allontanano lo spavento e aprono il sipario della favola: una serie di 12 punti a 2 spalanca il paradiso di Fognini, che chiude con un servizio vincente e la ola degli astanti in tripudio. Ora lo attende il tedesco Gojowczyk, 53 del mondo, ed era difficile chiedere di meglio nella strada verso il tabù dei quarti (dove eventualmente ci sarebbe Nadal), traguardo mai raggiunto in carriera. Ebbene sì: quel Fognini che annichilisce l’anti-Rafa sulla terra non si è mai spinto oltre gli ottavi a Roma. Ma questo è un film che ti resta nell’anima: gli manca solo un finale che strappi altri applausi.