La Gazzetta dello Sport

Rimonta Leonessa Moore è super Varese si inchina

● La Germani recupera da -19, si fa prendere all’ultimo secondo e vince al supplement­are VARESE BRESCIA

- Vincenzo Di Schiavi INVIATO A VARESE

Ancora una rimonta. Che vale, stavolta, uno storico traguardo. Per la prima volta la Leonessa apre le porte della semifinale scudetto da assaporare contro Milano. Ovvero l’evento nell’evento: «C’è da vendicare il quarto di finale del 1982. A Brescia quella rivincita l’aspettano da un po’» spiega un raggiante Diana. Questa volta gli eroi che piegano una commovente Varese si chiamano Moore e Cotton. C’è la firma dei due mori nel prodigioso rientro da -19 del terzo periodo, quando tutto sembrava rinviato a gara-4. E c’è pure la firma del coach toscano che indovina tutto. Lascia a casa Hunt, mettendo la squadra nelle mani del piccolo Lee e di Cotton, relegando in panchina i big (Luca Vitali e Landry), quando Brescia cammina sull’orlo del precipizio. I due ne segnano 17 su 20 nel terzo quarto, pompando il 29-8 che porta Brescia sulla soglia del paradiso: da 5031 a 58-60 a 79 centesimi dalla fine. Tanto basta però a Cain per portare il tutto al supplement­are. Indomita Varese. Che poi cede più che altro per consunzion­e: «Abbiamo perso ma anche no — spiega Caja —. Perchè abbiamo combattuto finchè abbiamo avuto fiato. Brescia è più forte e ha vinto meritatame­nte. A noi rimane il lungo applauso del nostro pubblico». «Siamo stati più cinici e freddi nel supplement­are

— spiega Diana

—. Ancora una volta è venuta fuori la nostra mentalità. In stagione abbiamo vinto 10 volte in trasferta e stasera i miei ragazzi hanno prodotto l’ennesima impresa».

FUOCHI D’ARTIFICIO Sempre di rincorsa, come in tutta la serie. L’ultimo copione parte in sordina riservando i fuochi d’artificio nel finale. Basterebbe il 26-23 del primo tempo a farsi l’idea del pantano. Troppo tattico e troppo brutto, almeno in avvio, questo terzo atto in cui diventa complicato districars­i nella palude delle zone di Caja e Diana per le tante manine tremebonde e fors’anche parecchio stanche. La prima ad andare in apnea è Varese: 19% al tiro nel primo quarto con quello 0/7 da tre spacca gambe. Non la mette mai la banda Caja e buon per lei che Brescia non faccia tanto di meglio. Solo il granitico Landry tiene botta (7punti) anche se il quintetto senza pivot per i due falli prematuri di Ortner, manda Varese in confusione. Caja entra più volte in campo, si sgola, scuote Avramovic e Okoye, poi è un filotto di triple (Tambone-Avramovic-Vene) a dare la scossa. Tre pepite d’oro, nella carestia generale, che svegliano l’Openjobmet­is. Così Avramovic decolla e quando anche Cain comincia a ingolosirs­i con i mismatch Brescia va alle corde. Il 18-9 del secondo quarto riapre i giochi, anche perchè Brescia va al riposo con 9 perse e due soli assist con Luca Vitali a quota 1. Varese pasteggia con lo spiritato Avramovic, le triple di Tambone e un Cain non arginabile. Fino al +19 che diventa però l’inizio della fine: «Compliment­i a Varese — riconosce Diana — per come ci ha fatto penare in questa serie». «L’obiettivo iniziale non era la semifinale ma la salvezza» rimarca Caja, atteso dalla sfida più dura: riuscire a confermare un blocco futuribile. Se si vuol crescere la strada è quella.

LA PAROLE Diana: «Con Milano abbiamo un conto aperto dal 1982» Caja: «Brescia è stata più forte. Noi dovevamo salvarci»

(8-14, 26-23; 50-43; 60-60) OPENJOBMET­IS VARESE: Larson 3 (0/2, 1/6), Avramovic 24 (6/9, 3/10), Okoye 8 (3/8, 0/4), Vene 8 (0/7, 2/4), Cain 12 (5/7); Natali (0/4 da 3), Tambone 9 (3/5 da 3), Delas (0/1 da 3), Ferrero (0/1 da 3), Dimsa (0/1 da 3). N.e.: Bergamasch­i, Ivanaj. All.: Caja.

GERMANI BRESCIA: L. Vitali (0/2, 0/3), Moss 3 (0/1, 1/3), M. Vitali 14 (1/6, 3/10), Landry 7 (2/5, 1/6), Ortner 6 (3/6); Moore 17 (5/8, 2/5), Cotton 15 (5/9, 0/5), Fall, Sacchetti 7 (2/4, 0/2). N.e.: Mastellari, Traini. All. Diana. All.: Diana.

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Lee Moore, 22 anni, guardia di 193 cm CIAM

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