UNDER 17: AZZURRINI IN FINALE ALL’EUROPEO
●li azzurrini battono anche il Belgio: domenica a Rotherham contro l’Olanda in palio il titolo europeo
La nostra Nazionale Under 17 è una grandissima squadra. E lo è anche senza gli unici due ragazzi italiani classe 2001 che hanno già esordito in Serie A. Pietro Pellegri, che a gennaio è passato dal Genoa al Monaco, ma ha già finito la sua stagione dopo l’operazione per risolvere i problemi di pubalgia, quest’anno ha giocato già in Under 19, due anni sotto età. L’altro genoano Eddy Salcedo, invece, non ha ancora la cittadinanza. Parlando degli assenti, però, si rischia di fare un torto ai presenti, che a Rotherham hanno battuto 2-1 il Belgio e si sono guadagnati l’accesso alla finale dell’Europeo: l’ultimo gruppo a raggiungere questo traguardo era stato, nel 2013, quello dei ’ 96, allenati da Daniele Zoratto. A Zilina, in Slovacchia, finì però tra le lacrime, dopo la sconfitta ai rigori contro la Russia. L’Italia non ha mai vinto l’Europeo Under 17, può riprovarci domenica, contro l’Olanda, che nell’altra semifinale ha sconfitto ai rigori l’Inghilterra padrona di casa.
CHE GIOIA Stavolta, in panchina c’è Carmine Nunziata, che guida l’Under 17 dall’inizio di questa stagione: nel 2012 fu assistente di Devis Mangia, in Under 21, e sulla stessa panchina aveva fatto il vice di Di Biagio. Comunque vada a finire domenica, a lui va dato il merito di aver formato un gruppo che per qualche giorno sta facendo dimenticare l’enorme delusione – che è ancora più enorme con l’avvicinarsi dell’estate – del mancato accesso al Mondiale della Nazionale maggiore. «I ragazzi sono stati eccezionali – dice –. Hanno giocato con il cuore e con la testa e sono riusciti a battere un avversario fortissimo. Siamo con merito in finale e adesso faremo di tutto per alzare la coppa». Come i ragazzini sono la base per farci tornare al vertice, il lavoro di Nunziata (che come assistente ha Bernardo Corradi) è il vertice di un lavoro che parte dalla base: dallo scouting e dal monitoraggio costante dei ragazzi anche nei rispettivi club.
VERGANI-GOL Tra questi sarà felice soprattutto l’Inter, che lunedì vedrà tornare a casa il suo bomber col morale a mille: ad Appiano Gentile, Edoardo Vergani lo conoscono tutti, anche in prima squadra. Stefano Vecchi, invece, se lo è portato già in Primavera, ricevendo in regalo da Edo il gol della vittoria all’ultima Viareggio Cup. Ieri, Vergani ha fallito le occasioni più facili e segnato in quella più difficile: proprio nel momento in cui il Belgio sembrava pronto per piazzare il se- FIGC condo colpo dopo la stoccata di Vertessen, ha stoppato il pallone con il sinistro e di destro lo ha scaricato all’incrocio dei pali, riportando – stavolta definitivamente – l’Italia in vantaggio. Se il secondo gol (il quarto in cinque partite) di Vergani è stato frutto di una giocata individuale, il primo è arrivato con una splendida manovra di squadra e con il pallone passato tra i piedi di Gyabuaa, Fagioli, Vergani e Brogni prima del destro sotto misura del centrocampista nato a Parma da genitori ghanesi, che aveva iniziato l’azione.
GRUPPO SUPER Al triplice fischio dell’arbitro islandese Thorarinsson, sono schizzati tutti in campo: i ragazzi in panchina, lo staff di Nunziata, e pure Alessio Riccardi. Il capitano, ieri, era squalificato, e ha sofferto in tribuna più di tutti, nella speranza che i compagni gli regalassero la gioia di giocare una finale e il sogno di poter alzare la coppa. Riccardi ha abbracciato i compagni uno per uno, poi si è messo in diretta su Instagram per far vivere al mondo la gioia nello spogliatoio. La festa è proseguita sul pullman, al coro di «Tutti a Rotherham» e in albergo, dove la squadra dopo la vittoria nei quarti contro la Svezia aveva trasformato una delle sale in una discoteca. Perché hanno pur sempre 17 anni, e a quell’età la responsabilità di rianimare l’Italia pallonara ancora non pesa.