La Gazzetta dello Sport

Rossi scontento «Ma non mi pento di aver rinnovato»

●Vale: «Speravo meglio, però avrei lo stesso siglato il contratto perché ho ancora voglia di correre»

- Giovanni Zamagni LE MANS

Seduti a pochi metri di distanza, separati solo da Johann Zarco al tavolo della conferenza stampa, Valentino Rossi e Marc Marquez sono in realtà lontanissi­mi uno dall’altro. Per la prima volta vicini, dopo i fatti dell’Argentina, il gelo tra i due è evidente, al punto da non scambiarsi nemmeno uno sguardo. Anche le ambizioni sono agli antipodi, così come lo stato d’animo: Marquez è gasato da un inizio di campionato oltre le sue aspettativ­e, con una Honda molto competitiv­a; Rossi è avvilito per problemi identici a quelli del 2017, se non addirittur­a peggiori, con una Yamaha che fatica a essere efficace.

PREOCCUPAT­O Come se non bastasse, Zarco è secondo in classifica, con una M1 teoricamen­te inferiore, convinto di potersi giocare la vittoria. Un ottimismo che invece non contagia Valentino: «Non lo sono, non lo posso essere: sappiamo quali sono i nostri limiti, non abbiamo niente di nuovo rispetto a Jerez». Detta così, suona piuttosto preoccupan­te: Rossi lo è, anche se confida che la situazione potrebbe essere migliore rispetto al GP di Spagna. «Questa pista è sempre stata favorevole alla Yamaha, qui dovremmo essere più competitiv­i. Nel 2017 lo siamo stati, ma adesso la situazione è differente». L’anno scorso, Viñales e Rossi si giocarono la vittoria fi- PILOTA HONDA no all’ultimo giro e solo la caduta di Valentino impedì alla Yamaha di conquistar­e l’intero podio (Zarco era terzo). Ma allora, come sottolinea Valentino, non c’erano tante moto competitiv­e come oggi: la Honda è cresciuta da metà della passata stagione e ha fatto un ulteriore passo in avanti durante l’inverno; la Ducati sembra più efficace anche su piste indigeste in passato; la Suzuki è reduce da tre podi consecutiv­i (con due piloti differenti).

DIGIUNO La pista teoricamen­te favorevole potrebbe quindi non essere sufficient­e per consentire alla Yamaha di interrompe­re un digiuno che ormai dura da 14 gare, dal GP d’Olanda del 2017, quando Rossi salì sul gradino più alto del podio. «Bisognerà capire se qui, dove non ho mai vinto tanto, ma ho sempre fatto belle gare, conquistan­do anche due podi con la Ducati, saremo veramente efficaci — prosegue Vale —. Gli avversari sono cresciuti, c’è così tanto equilibrio che lottare per il quinto posto significa essere vicinissim­i al primo… Abbiamo bisogno di tempo per risolvere i problemi: Yamaha sta lavorando, ma non si può pensare di cambiare tutto in un paio di GP». Sicurament­e, quando ha firmato per altri 2 anni pensava a ben altri risultati: «Speravo di essere più veloce nel 2018. Però non sarebbe cambiato niente, avrei firmato comunque, perché ho ancora voglia di correre. Per il futuro resto ottimista: ma non è una scelta, devo fare per forza così…».

FIDUCIOSO L’ottimismo di Marquez è invece fondato. «A Le Mans ho vinto solo una volta (nel 2014; n.d.r.) e negli ultimi MILAGRO anni ho sofferto tanto, soprattutt­o per i problemi in accelerazi­one della Honda. Adesso, però, la situazione è molto differente: la moto è cresciuta tanto e abbiamo fatto un altro passo in avanti sia nei test del dopo GP a Jerez sia in quelli al Mugello. È un buon momento, credo che ci siano i presuppost­i per essere veloci anche qui». Dai social è poi arrivata una domanda insolita: qual è la cosa falsa che hanno detto su di te? «Molti dicevano che fossi gay — ha risposto Marquez —. Ho il massimo rispetto, ma vi assicuro che non è vero».

FALSITÀ SU DI ME? DICONO SIA GAY. HO IL MASSIMO RISPETTO, MA NO

MARC MARQUEZ

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Valentino Rossi, 39 anni, 9 volte iridato e 122 vittorie
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