Quarti da re al Foro Fognini si regala Nadal per la sua prima volta
I MOTIVI
Solo un break concesso nel primo set, poi l’ottavo è quasi una formalità
La 4a volta ai quarti di un Masters 1000: vale un posto tra i primi 20 al mondo
Appuntamento a corte: lo aspetta addirittura il Re dei sette trionfi al Foro. Che non nasconde tuttavia un po’ di batticuore, perché il Fognini finalmente ai quarti di Roma per la prima volta in carriera dopo 11 partecipazioni è un invitato che sta camminando sulle nuvole tanto è in fidu- cia e poi conosce i segreti per provare almeno a scuotere il trono. Fabio contro Rafa, sarà l’episodio numero 14 di una saga mica così scontata, perché è vero che il satanasso maiorchino è avanti 10-3, ma tanti incroci hanno viaggiato su un filo sottilissimo e il nostro eroe, dopo il successo sull’impronunciabile Gojowczyk, lo ricorderà con parole appuntite: «E’ tornato a casa scontento più di una volta, dopo i match con me…». Un mezzogiorno da sangue e arena.
SOLIDITÀ Fogna se lo conquista con pazienza e lucidità, alzando il volume del gioco a metà del secondo set per allungare senza più voltarsi indietro, scacciando con variazioni di ritmo, tagli infernali e un paio di dritti finiti a baciare l’incrocio delle righe la pressione di un traguardo mai raggiunto prima: «Sul 3-3 del secondo set ho capito che dovevo spingere io, perché ho iniziato a sentire le gambe dure per la tensione». L’avvio infatti era stato nervoso, come accade quando più del rivale devi temere il pronostico troppo favorevole: Fabio si ritrova sotto 4-2 con l’altro che serve prime tutte sopra i 200 all’ora (228 la velocità massima). Il tedesco è piuttosto monocorde, ma spacca alla battuta e con il rovescio bimane, quando trova la misura soprattutto in lun- golinea, sa far male: «Non lo conoscevo, sapevo solo giocasse piatto — confesserà il nostro n. 1 – di rovescio è difficile da gestire, sul veloce non vorrei mai incontrarlo». Ma questa è la terra, questa ormai è una casa confortevole se anche a all’ora di pranzo la gente quasi riempie il Centrale esultando senza mormorare, entusiasmandosi senza sospirare. Fognini si ridesta, rimonta il break, mantiene perfino la calma dopo un’animata discussione col giudice di sedia per un servizio buono chiamato fuori e si regala un altro break per il 1° set.
BRAVI RAGAZZI Il vantaggio rasserena ed è uno stimolo, nel secondo set il servizio diventa un alleato senza balbettii («Sto bene, sto gestendo ottimamente anche la battuta, per me è importante, non sono Karlo- vic») e quando nel decimo game ogni scambio si fa caldo, Gojowczyk si scioglie con un doppio fallo e un altro paio di regali, fino al passante di dritto vincente che chiude la contesa e rinnova il fresco amore di Fognini per Roma: «Finalmente io e il pubblico ci capiamo, grazie ragazzi » . Per il numero 21 del mondo (ma potrebbe entrare di nuovo nei 20) è la quarta volta ai quarti di un Masters 1000 (Montecarlo 2013, Cincinnati 2014 e Miami 2017 i precedenti) e la piccola impresa merita la condivisione con il coach argentino Davin, uno che non ama apparire ma sa costruire: «E’ uno dei migliori allenatori della mia carriera, insieme a José Perlas». Una guida silenziosa, tuttavia capace di suonare lo spartito giusto con un artista come Fabio: «Franco e José sono diversissimi l’uno dall’al-
tro: con il primo ogni tanto dovevo intervenire per fermarlo, parlava in continuazione. Franco è molto più pacato, ci sono volte in cui devo tirargli fuori le parole di bocca. A un certo punto avevo bisogno di stimoli nuovi, e lui si è rivelato una scelta eccellente, del resto i risultati che ha ottenuto parlano per suo conto (ha vinto gli Us Open all’angolo di Del Potro, ndr). E poi ci troviamo bene anche fuori dal campo».
TIFOSA AMERICANA Del resto, Fabio possiede buonissima stoffa su cui lavorare, per qualcuno addirittura impreziosita dall’oro. Succede infatti che dopo la vittoria degli ottavi una tifosa che arriva dall’America spenda 600 euro al botteghino per assicurarsi il posto più vicino al campo per la partita con Nadal: «Ho fatto questo viaggio solo per Fabio, tecnicamente lo amo, è il mio giocatore preferito e nessuno è forte come lui. Me lo sento, batterà anche lo spagnolo». Si sa: tante volte i sogni aiutano a vivere meglio.