La Gazzetta dello Sport

Quarti da re al Foro Fognini si regala Nadal per la sua prima volta

- Riccardo Crivelli ROMA

I MOTIVI

Solo un break concesso nel primo set, poi l’ottavo è quasi una formalità

La 4a volta ai quarti di un Masters 1000: vale un posto tra i primi 20 al mondo

Appuntamen­to a corte: lo aspetta addirittur­a il Re dei sette trionfi al Foro. Che non nasconde tuttavia un po’ di batticuore, perché il Fognini finalmente ai quarti di Roma per la prima volta in carriera dopo 11 partecipaz­ioni è un invitato che sta camminando sulle nuvole tanto è in fidu- cia e poi conosce i segreti per provare almeno a scuotere il trono. Fabio contro Rafa, sarà l’episodio numero 14 di una saga mica così scontata, perché è vero che il satanasso maiorchino è avanti 10-3, ma tanti incroci hanno viaggiato su un filo sottilissi­mo e il nostro eroe, dopo il successo sull’impronunci­abile Gojowczyk, lo ricorderà con parole appuntite: «E’ tornato a casa scontento più di una volta, dopo i match con me…». Un mezzogiorn­o da sangue e arena.

SOLIDITÀ Fogna se lo conquista con pazienza e lucidità, alzando il volume del gioco a metà del secondo set per allungare senza più voltarsi indietro, scacciando con variazioni di ritmo, tagli infernali e un paio di dritti finiti a baciare l’incrocio delle righe la pressione di un traguardo mai raggiunto prima: «Sul 3-3 del secondo set ho capito che dovevo spingere io, perché ho iniziato a sentire le gambe dure per la tensione». L’avvio infatti era stato nervoso, come accade quando più del rivale devi temere il pronostico troppo favorevole: Fabio si ritrova sotto 4-2 con l’altro che serve prime tutte sopra i 200 all’ora (228 la velocità massima). Il tedesco è piuttosto monocorde, ma spacca alla battuta e con il rovescio bimane, quando trova la misura soprattutt­o in lun- golinea, sa far male: «Non lo conoscevo, sapevo solo giocasse piatto — confesserà il nostro n. 1 – di rovescio è difficile da gestire, sul veloce non vorrei mai incontrarl­o». Ma questa è la terra, questa ormai è una casa confortevo­le se anche a all’ora di pranzo la gente quasi riempie il Centrale esultando senza mormorare, entusiasma­ndosi senza sospirare. Fognini si ridesta, rimonta il break, mantiene perfino la calma dopo un’animata discussion­e col giudice di sedia per un servizio buono chiamato fuori e si regala un altro break per il 1° set.

BRAVI RAGAZZI Il vantaggio rasserena ed è uno stimolo, nel secondo set il servizio diventa un alleato senza balbettii («Sto bene, sto gestendo ottimament­e anche la battuta, per me è importante, non sono Karlo- vic») e quando nel decimo game ogni scambio si fa caldo, Gojowczyk si scioglie con un doppio fallo e un altro paio di regali, fino al passante di dritto vincente che chiude la contesa e rinnova il fresco amore di Fognini per Roma: «Finalmente io e il pubblico ci capiamo, grazie ragazzi » . Per il numero 21 del mondo (ma potrebbe entrare di nuovo nei 20) è la quarta volta ai quarti di un Masters 1000 (Montecarlo 2013, Cincinnati 2014 e Miami 2017 i precedenti) e la piccola impresa merita la condivisio­ne con il coach argentino Davin, uno che non ama apparire ma sa costruire: «E’ uno dei migliori allenatori della mia carriera, insieme a José Perlas». Una guida silenziosa, tuttavia capace di suonare lo spartito giusto con un artista come Fabio: «Franco e José sono diversissi­mi l’uno dall’al-

tro: con il primo ogni tanto dovevo intervenir­e per fermarlo, parlava in continuazi­one. Franco è molto più pacato, ci sono volte in cui devo tirargli fuori le parole di bocca. A un certo punto avevo bisogno di stimoli nuovi, e lui si è rivelato una scelta eccellente, del resto i risultati che ha ottenuto parlano per suo conto (ha vinto gli Us Open all’angolo di Del Potro, ndr). E poi ci troviamo bene anche fuori dal campo».

TIFOSA AMERICANA Del resto, Fabio possiede buonissima stoffa su cui lavorare, per qualcuno addirittur­a impreziosi­ta dall’oro. Succede infatti che dopo la vittoria degli ottavi una tifosa che arriva dall’America spenda 600 euro al botteghino per assicurars­i il posto più vicino al campo per la partita con Nadal: «Ho fatto questo viaggio solo per Fabio, tecnicamen­te lo amo, è il mio giocatore preferito e nessuno è forte come lui. Me lo sento, batterà anche lo spagnolo». Si sa: tante volte i sogni aiutano a vivere meglio.

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LAPRESSE IL SALUTO ALLA MOGLIE FLAVIA PENNETTA Fabio approda ai quarti degli Internazio­nali e il primo saluto è per la moglie Flavia Pennetta

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