«Sarà dura: sfido un grande talento Ma io non cambio»
●Lo spagnolo si sbarazza di Shapovalov e pensa all’italiano: «Il match? Lo preparerò come sempre»
Il ragazzo si farà. Ma il vecchio leone ha gli artigli ancora troppo puntuti per sperare di nuovo nella rivoluzione. E poi se c’è una cosa che più di ogni altra rappresenta plasticamente la grandezza di Nadal, è l’applicazione feroce, la concentrazione terribile che mette nei match contro avversari che l’hanno battuto contro pronostico. Perciò il predestinato Shapovalov si accorge ben presto che sarà un pomeriggio differente rispetto ai lustrini di agosto a Montreal, quando a sorpresa, da talento in erba, ma semisconosciuto, sconfisse l’allora n. 1 del mondo agli ottavi del Masters 1000 canadese. La sfida più attesa di giornata, l’incrocio tra l’epigono dell’irripetibile epoca d’oro e il monello più dotato della Next Gen, si stampa sul libro di Rafa e dunque sarà lui, come volevano i voti della vigilia, il contendente di Fognini: «Sarà una partita difficile, Fabio ha grande talento, sta attraversando un ottimo momento e gioca in casa. Ma non la preparerò diversamente dal solito, cercherò come sempre di essere competitivo».
GRANITICO La terra non è il cemento: qui sopra servono qualità e strategie che il teenager Denis ancora non maneggia, malgrado le indubbie qualità. Per otto game resta a galla, anzi si prende pure qualche soddisfazione con quel dritto tagliente come una lama, ma Rafa è granitico al servizio (alla fine concederà solo cinque punti alla battuta) e alterna palle senza peso a rasoiate con l’un- cino mancino, prima di sfondare finalmente con la risposta. Sipario, i 29 gratuiti del canadese sanguinano, ma per provare a stare vicino al monumento («Rafa è un essere oltre l’umano, è una leggenda», lo beatificherà in conferenza stampa) doveva prendere rischi che non può ancora gestire, non sul rosso. Anche se Nadal gli concede l’onore delle armi: «E’ un giocatore completo, serve bene, si muove bene e non ha bisogno di consigli per crescere e arrivare nella top ten: ci riuscirà da solo».
CORSI E RICORSI L’anno scorso Rafa ai quarti si fermò contro Thiem e chissà che non sia di buon auspicio per Fognini, ma per certo a Roma, dopo aver ANSA banchettato da dominatore per sette volte, dal 2013 è in astinenza: «La verità è che non c’è nulla di strano né ci sono ragioni particolari: il 2015 per esempio è stato un anno molto difficile e non ho vinto da nessuna parte, mentre la scorsa stagione sono arrivato un po’ stanco dopo le vittorie di Montecarlo, Barcellona e Madrid». Dovrà comunque vincere il torneo per tornare al numero uno del mondo, un posto che per la storia prima o poi per forza apparterrà pure a Shapovalov. Denis nel 2008 fu raccattapalle a Toronto proprio di un match di Nadal, agli ottavi contro il russo Andreev: aveva nove anni. Prima di lui, McEnroe ebbe lo stesso ruolo in una sfida fra Emerson e Borg agli Us Open del 1972, mentre Roger Federer è stato uno dei raccattapalle nella finale di Basilea del 1993 fra Stich e Edberg. Basterà leggersi un albo d’oro del tennis recente per comprendere che quel giorno il giovanotto si è guadagnato il favore del cielo.
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I punti persi ieri da Nadal nell’ottavo contro Shapovalov su proprio servizio. Il canadese ha invece concesso 29 punti gratuiti