La Gazzetta dello Sport

FOGNINI, RESA E RABBIA «PERCHÉ QUELL’ORARIO?»

●Un quarto che sembra un romanzo: l’italiano rimonta sino al 6-4, sogna e s’illude. Poi Rafa vince 6-1 6-2 e oggi ritrova Djokovic

- Tennis: k.o. con Nadal

Il paradiso si spegne all’improvviso quando il diavolo di Maiorca inforca l’eroe casalingo in un’arena ribollente di passione con un passante imprendibi­le che marchia il break del due a zero nel secondo set. E’ la stilettata che toglierà sangue e aria a un Fognini fin lì titanico, padrone del gioco e dei nervi, restituend­o a quel fenomeno immortale di Nadal il controllo anche emotivo della sfida e portandolo tra squilli di tromba alla beatitudin­e della 10a semifinale in carriera al Foro, uno zuccherino che tuttavia gli mancava dal 2014 e che rappresent­a, per il più forte giocatore di sempre sulla terra, una sorta di certificat­o di garanzia, visto che ogni volta che ci è arrivato poi è andato in finale.

PERFEZIONE Per un’ora, però, il palcosceni­co è tutto di Fabio, del suo talento, del suo braccio, delle sue soluzioni sempre differenti che non danno riferiment­i al gigante dall’altra parte della rete e lo destabiliz­zano. E’ il 14° episodio del loro romanzo, cominciato proprio a Roma nel 2013, Fabio ne ha vinti solo tre e tutti nel 2015, ma sono quasi sempre state sfide gagliarde, combattute, equilibrat­e. Perché Fogna ha nel rovescio bimane il colpo più forte e sicuro e quindi da quel lato non soffre il dritto incrociato di Rafa e anzi può pizzicare il rivale sul lungolinea ogni volta che l’altro si sposta troppo per cercare l’uncino. E poi ci sono le smorzate, i tagli sotto la palla, il dritto che parte a sorpresa, le gambe di caucciù per offrirsi recuperi impossibil­i a quasi tutti gli altri rivali del satanasso spagnolo e nel primo set anche il servizio, continuo e pungente. Il 4-1 d’acchito per Rafa, in queste condizioni, è solo una parentesi, perché quando si leva le scorie di un incrocio per forza complicato, il numero uno italiano delizia e rimonta. Cinque game consecutiv­i, 16 vincenti e un avversario stranito. E’ come baciare la perfezione.

IL RECUPERO Nadal è addirittur­a spaventato, per quanto possa esserlo il sovrano del rosso, il padrone di ogni tempo della superficie, e lo confermerà a mente fredda: «Quando non ho sfruttato le occasioni che ho avuto all’inizio, mi sono messo addosso una strana pressione. Lui stava anticipand­o benissimo la palla più di me, il gioco era nella sue mani, e se il tuo avversario controlla i punti più di te e sei nelle sue mani, sei nei guai». Fabio sogna, fin qui solo tre giocatori hanno battuto il maiorchino almeno tre volte sull’ocra (Djokovic, Thiem e Gaudio) e lui vuole aggiungers­i al gotha prestigios­issimo (il terzo successo maturò nella straordina­ria notte newyorkese del recupero da due set a zero sotto). Ma non diventi Rafa, il Rafa signore della terra, se non possiedi la lucidità e le doti per modificare strategia e riportare il destino di gloria dalla tua parte: «Era evidente, dovevo cambiare qualcosa». E allora basta un passo di lato, con la ricerca più spinta del dritto per tenere lontano Fognini dalla riga di fondo e tornare a dettare il ritmo: «Sono diventato più aggressivo, credo che sulla terra sia fondamenta­le non lasciare l’iniziativa all’altro, è una lezione anche per il futuro: modificare le dinamiche di un match è una carta importante».

LA CHIAVE Cinque game consecutiv­i, 16 vincenti e l’azzurro va in estasi col pubblico. Poi la resa, complice il ginocchio

SFIDA ETERNA Il pubblico comprende il momento, a inizio terzo set il tifo scuote le fondamenta del Centrale (a memoria d’uomo, nessuno è mai stato sostenuto così dai tempi di Panatta e del suo «A-dria-nooo») ma non scalfisce le certezze di Nadal, mentre Fabio si consegna ormai stremato con una striscia negativa di 12 punti a zero intervalla-

ta da un time out medico per un fastidio dietro il ginocchio sinistro. E’ finita, ma che cuore e che partita. Fogna si rivedrà già da lunedì a Ginevra, dove ha ottenuto una wild card («Riposerò dopo Parigi»), Rafa si gode un’altra tacca in una stagione rossa mirabolant­e, inseguendo l’ottovolant­e romano dopo i sette successi interrotti però dal 2013: «Ho vinto Montecarlo, ho vinto Barcellona, ho fatto quarti a Madrid e adesso semifinale qui. Mi sembra un cammino interessan­te, se non fantastico, consideran­do che da Shanghai a ottobre ho passato cinque mesi senza riuscire a completare un torneo: adesso mi godo questa possibilit­à».

RIVALI

Cotro un caro nemico, il risorgente Djokovic dei 50 confronti diretti (26-24 per il serbo), la rivalità numericame­nte più intensa dell’Era Open che manca da Madrid ‘17: «Se sono contento di giocare con lui? Neanche un po’ sorride sornione Rafa - perché stiamo parlando di uno dei più grandi tennisti della storia. Ma è anche vero che quando ti capitano match come questi, sei estremamen­te contento di far parte dello spettacolo». Show must go on. E il protagonis­ta è sempre lo stesso. Con la sua mano mancina.

 ??  ??
 ??  ?? Sopra, Rafael Nadal, 31 anni, spagnolo di Palma de Majorca, al servizio. Sotto, Fabio Fognini, 30 anni, esce dal campo battuto ma dopo aver dato tutto
Sopra, Rafael Nadal, 31 anni, spagnolo di Palma de Majorca, al servizio. Sotto, Fabio Fognini, 30 anni, esce dal campo battuto ma dopo aver dato tutto
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy