La Gazzetta dello Sport

«Io grande colpevole? Altri dovevano essere decisivi quel giorno...»

●«Si vince e perde in undici, ma non avevamo sottovalut­ato la Lazio. Scudetto buttato prima, non sempre per colpa nostra»

- Luca Taidelli MILANO

Per molti tifosi interisti il tracollo del 5 maggio ha ancora oggi un nome e cognome: Vratislav Gresko. Che, per estensione, rappresent­a pure la foto della maledizion­e sulla fascia sinistra.

Gresko, per tanti interisti lei rimane il vero responsabi­le di quel Lazio-Inter del 2002.

«Bisogna prendersi le proprie responsabi­lità. Mi prendo le mie, ma erano altri quelli che quel giorno dovevano essere decisivi...».

Ma su quel retropassa­ggio che ha mandato in gol Poborsky per il momentaneo 2-2 cosa le era passato per la testa?

«Forse pensavo che Toldo uscisse, ne abbiamo riparlato con Francesco. La verità è che davvero nel calcio si vince e si perde tutti insieme».

Quella giornata da incubo le ha cambiato la vita?

«Vincendo quello scudetto probabilme­nte

EX DIFENSORE INTER

diverse cose sarebbero andate in modo diverso, anche per l’Inter. Ma la mia filosofia è non voltarsi mai indietro, guardare sempre avanti. Tanto che poi l’Inter ha vinto tutto».

Se pensa al 5 maggio qual è la prima immagine che le viene in mente?

«Tante e nessuna. Il vero punto è che si è scritto tanto e solo di quella partita. Ma noi lo scudetto abbiamo iniziato a perderlo in casa contro l’Atalanta (nel dubbio, ero assente per squalifica) e a Verona, quando ci sono state cose strane a livello arbitrale come a Venezia quando si inventaron­o un mio rigore su Maniero. Però con il Chievo siamo stati polli noi a farli pareggiare durante il recupero. Anche se non è facile, bisogna accettare certi verdetti e fare anche mea culpa».

Come per il 5 maggio.

«Certo. Sull’1-0 a Roma abbiamo avuto diverse occasioni per raddoppiar­e, come poi sul 2-1. Io poi avevo ancora poca esperienza internazio­nale. Ma non è certo una scusa».

Dica la verità, quel giorno avete preso un po’ sottogamba la Lazio, convinti che si scansasse?

«Assolutame­nte no. Come non avevamo sottovalut­ato le avversarie che all’ultima giornata mi hanno tolto il titolo anche in Slovacchia con l’Inter Bratislava e in Germania con il Bayer Leverkusen. Il 5 maggio ci ha fregato la pressione».

Ma Poborsky lo ha più sentito?

«No, mai stati amici».

Ora l’Inter ha la possibilit­à di vendicare quel pomeriggio da cani. Ma la pressione sarà di nuovo altissima.

«Tifo Inter e penso che giocare fuori possa essere un vantaggio. Servirà una grande prestazion­e, oltre a un po’ di fortuna».

In nerazzurro sta facendo molto bene il suo connaziona­le Skriniar.

«Milan per me è una sorpresa relativa. Ha talento ed è un grande lavoratore, con enormi margini di crescita. Viene da un’ottima stagione, ma sono sicuro che le migliori devono ancora arrivare».

Cosa fa lei oggi?E che tipo di rapporto è rimasto con l’Inter e con l’Italia?

«Buono, sento ogni tanto Toldo e Zanetti. Sono stato in sede poco tempo fa. Sono rimasto un po’ nel calcio anche quando ho smesso di giocare. Ora basta. Sono un imprendito­re, teatrale ma non solo. Vengo spesso in Italia, anche a Parma dove ho giocato qualche mese dopo l’Inter. Qui ho diversi amici compreso il console slovacco. E poi mio figlio Samuel, 12 anni, promette bene come centrocamp­ista centrale. Chissà che prima o poi non finisca col giocare in una squadra italiana». Piccoli talenti Greskono.

RETROPASSA­GGIO PER POBORSKY? NE PARLO ANCORA CON TOLDO

SKRINIAR HA TALENTO E GRINTA IL MEGLIO LO DEVE ANCORA DARE

VRATISLAV GRESKO

 ??  ?? A sinistra Greško, 40 anni, durante Lazio-Inter del 5 maggio 2002
A sinistra Greško, 40 anni, durante Lazio-Inter del 5 maggio 2002
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