Firme depositate, tocca a Fabbricini Novanta giorni per l’assemblea Figc
● Le componenti che candidano Abete procedono: elezioni entro il 10 agosto?
Missione compiuta e impegni rispettati, almeno per il momento. Le quattro componenti (Lnd, Aic, Lega Pro, Aia) che hanno «sfidato» il commissariamento per riprendersi la Figc, dopo il clamoroso passaggio a vuoto del 29 gennaio, procedono compatte, almeno finché si tratta di fare squadra, scegliere un front man, il redivivo Giancarlo Abete, e raccogliere le firme dei delegati necessarie a richiedere la convocazione di un’assemblea elettiva. Fin qui, percorso netto. Ieri la richiesta è giunta a via Allegri, accompagnata da una lettera indirizzata al commissario Roberto Fabbricini, firmata dai quattro presidenti che hanno indicato in Abete l’uomo dell’invocata «normalizzazione» della Figc: Cosimo Sibilia, Damiano Tommasi, Gabriele Gravina, Marcello Nicchi.
E IL PROGRAMMA? Divisi su quasi tutto quattro mesi fa (chi non ricorda gli «stracci» volati dal palco?), oggi si ritrovano sotto la bandiera Abete e provano a condividere una piattaforma programmatica, impresa che si è rivelata più laboriosa del previsto. I quattro attori, infatti, sono d’accordo su alcune cose da fare con urgenza (istituzione del semiprofessionismo, modifica del format dei campionati, nuova distribuzione delle risorse, introduzione stabile delle seconde squadre), hanno visioni diverse (non inconciliabili) su altre: calcio femminile e vincolo sportivo, ad esempio. Non è un caso che ieri non abbiano depositato anche il programma. Compatti pure sui pesi elettorali: non hanno interesse a modificarli radicalmente (nemmeno il 2% arbitrale che il Coni chiede di cancellare in base ai nuovi principi informatori). Su questo tema, si scontreranno con la Lega di A, ammesso che in tempi brevi Micciché e Malagò portino a casa la governance. Il commissario Fabbricini, che da ieri ha 30 giorni per convocare l’assemblea entro i successivi due mesi (si finirà alla prima decade di agosto) non opporrà resistenza. Mentre Malagò confida ancora di riportare i «ribelli» sulla retta via. Laconico il capo degli Allenatori Ulivieri: «Restiamo fuori dalla contesa».