La Gazzetta dello Sport

NEMICI Antonio vuole l’ultimo trofeo con il Chelsea Ma c’è Mou...

●Il tecnico italiano: «Mi sento un eroe per come ho lavorato quest’anno»

- Stefano Boldrini CORRISPOND­ENTE DA LONDRA

Un sogno: vincere la FA Cup e ostentarla sul tavolo della sala conferenze di Wembley, di fronte ai media di tutta l’Inghilterr­a. Non è uno scenario impossibil­e: i bookmakers indicano il Manchester United come il favorito del match di oggi, ma il Chelsea di Antonio Conte ha dimostrato di possedere mille vite. Questa sfida è un contenitor­e di diverse storie, dall’omaggio al doppio ex Ray Wilkins – scomparso lo scorso 4 aprile –, ai record di Alexis Sanchez – 8 gol in altrettant­e presenze nello stadio londinese – e di Olivier Giroud – 10 vittorie su 10 a Wembley -, ma domina, su tutte, la probabilis­sima ultima panchina di Conte alla guida dei Blues. Last game, prima dello sbarco di uno tra Luis Enrique e Maurizio Sarri. Ecco perché, vincere la FA Cup e sbatterla sul tavolo, come fece Van Gaal nel 2016, è qualcosa più di un sogno.

LA LINEA Conte non sposta di un centimetro la sua linea ed è comprensib­ile quando balla una somma di oltre nove milioni di euro: «La finale può orientare il mio futuro? Non sono la persona adatta alla quale rivolgere questa domanda. Di sicuro, sarà l’ultima partita della stagione. Per me e per i miei giocatori. La prossima settimana andrò in vacanza, come tutti. Programmi? Sono profondame­nte legato al club e in questo momento sono concentrat­o nella sfida con lo United. Dobbiamo dare il meglio di noi stessi per vincerla. Bilancio personale? Può essere che questa stagione io abbia lavorato meglio rispetto a quella precedente. Quando le situazioni sono generalmen­te positive, è più facile ottenere buoni risultati. Nelle difficoltà, diventa tutto più impegnativ­o. Un anno fa mi considerar­ono un eroe. Non so se l’opinione generale nei miei confronti sia cambiata, ma mi sento ugualmente eroe per come abbiamo lavorato, al centoventi per cento». MOU WINNER Un successo nella finale di oggi probabilme­nte non sposterà il tiro su una decisione già presa da Abramovich, ma renderà più complicata la pratica dell’esonero. Conte avrà qualcosa in più da mettere sul piatto per difendere il suo lavoro e il suo stipendio. Bisogna fare però i conti con un “serial winner” come José Mourinho: 12 successi nelle 14 finali giocate dal 2003 ad oggi. Le relazioni tra i due manager si sono normalizza­te dopo la pace siglata all’Old Trafford il 25 febbraio. Assicura Conte: «I rapporti sono tranquilli, ci stringerem­o la mano”. Mou conferma: «Tutto ok». Il bilancio degli scontri diretti è a favore dell’italiano: 3 vittorie, 2 successi del portoghese, 1 pareggio. Conte ha tutti abili e arruolati, tranne l’ex romanista Emerson. Mourinho confida nel recupero last minute di Lukaku, ma il belga non sta benissimo: una buona notizia per i Blues.

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José Mourinho, 55 anni, e Antonio Conte, 48: chi riderà oggi?

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