La Gazzetta dello Sport

Storico trionfo D’Aversa esulta E a La Spezia è festa grande

● Il delirio dopo la rete del 2-2 del Foggia Il tecnico in lacrime: «Merito della gente» Calaiò: «Già carico per l’anno prossimo»

- Andrea Schianchi INVIATO A LA SPEZIA

Pazzesco! Incredibil­e! Memorabile! Storico! Scegliete voi l’aggettivo per descrivere ciò che è accaduto ieri sera: il Parma è tornato in Serie A, in tre anni ha conquistat­o la terza promozione consecutiv­a, nessuno ci era mai riuscito prima nel calcio profession­istico. E adesso non si riescono a trovare le parole, non vengono proprio, restano in gola intrappola­te da un’emozione che tanto forte nessuno poteva immaginare. Quando Roberto Floriano del Foggia butta dentro il gol del 2-2 a Frosinone, nella curva Piscina dello stadio Picco corre un brivido, come una scossa elettrica: tutti esultano e poi si paralizzan­o e trattengon­o gioia e tensione. I più di duemila tifosi arrivati da Parma si stringono in un gigantesco fraterno abbraccio, e aspettano anche dopo il fischio finale. Bisogna attendere di sapere quello che succede a Frosinone.

AMORE Soltanto quando giunge la certezza del pareggio dello Stirpe esplode la festa e la curva diventa un’enorme discoteca. Balli, canti, urla. Il capitano Lucarelli corre dai suoi tifosi e gioisce con loro, a testimonia­nza di un amore unico. E poi arrivano l’allenatore D’Aversa e il direttore sportivo Faggiano, e tutti gli altri, i giocatori, i collaborat­ori, i massaggiat­ori, i magazzinie­ri, i dirigenti. Il primo a presentars­i davanti alle telecamere è Roberto D’Aversa. Le lacrime gli scivolano sul volto, non riesce a trattenerl­e. Meglio: non vuole trattenerl­e, perché c’è un momento nella vita in cui le emozioni è giusto lasciarle andare. E questo è il momento perfetto, l’attimo fatale.

PIANTO DI GIOIA «E’ un pianto di gioia, un pianto liberatori­o, il mio - dice l’allenatore Questa è la dimostrazi­one che tutto è possibile. Il merito di quest’impresa è dei ragazzi, ragazzi meraviglio­si, stupendi, gente che si è sempre spesa per difendere e onorare la maglia. E poi penso alla società, ai dirigenti, che hanno investito tanto e ci hanno fatto lavorare nel migliore dei modi. E infine voglio fare un applauso a questa gente. Li vedete, li vedete quanti sono? Pazzesco! Sono incredibil­i, ci hanno sempre sostenuto, anche nei momenti più delicati». E già, perché la verità è che a salire in Serie A non è soltanto il Parma, inteso come squadra di calcio, ma Parma tutta, una città intera che si riprende quello che qualcuno, con operazioni finanziari­e scellerate, le aveva tolto. Inutile girarci intorno: oggi si torna in paradiso dopo che il presidente Tommaso Ghirardi aveva spedito il club all’inferno. Era la primavera di tre anni fa e nessuno immaginava che si potesse impiegare così poco tempo per rivedere le stelle.

LA MAGLIA NASCOSTA Scorrono le lacrime, s’intreccian­o le parole, si stappano le bottiglie di champagne. E compare una maglietta che qualcuno aveva preparato, ma l’aveva tenuta nascosta fino alla fine. «Come noi nessuno mAi!» c’è scritto sopra. Lucarelli la indossa e con orgoglio la mostra alla sua gente. Zoppica, il capitano, perché le gambe gli fanno male: tre settimane fa era in sala operatoria per un intervento al menisco, si è rimesso in piedi a tempo di record e adesso è qui a guidare il carro dell’allegria. «Due mesi fa eravamo noni in classifica - spiega Emanuele Calaiò, 13 gol in campionato - Eravamo fuori dai playoff, nell’ambiente si avvertiva un po’ di tensione. Ma noi siamo stati bravi a crederci: abbiamo chinato la testa e ci siamo messi a lavorare con un impegno ancora maggiore. Dico la verità: mi sembra tutto un sogno. Quando sono venuto a Parma avevo un obiettivo: fare quello che mi era riuscito a Napoli, cioè portare la squadra dalla Serie C alla Serie A. Ce l’ho fatta. E adesso, nonostante i trentasei anni, sono carico per la prossima stagione: voglio continuare qui a Parma».

MESSAGGIO DALLA CINA Dalla Cina arriva un messaggio del presidente Lizhang: «Impresa meraviglio­sa, non riesco a crederci». Marco Ferrari, l’uomo che tre anni fa ha messo insieme la cordata d’imprendito­ri per far rinascere la società, abbraccia uno per uno gli eroi e infine, stremato, conclude: «Finalmente torniamo dove meritiamo di stare».

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Il vantaggio del Parma contro lo Spezia firmato da Fabio Ceravolo, 31 anni, 7 reti in questa stagione
● Il tecnico Roberto D’Aversa, 42 anni: la stagione scorsa ha vinto la Lega Pro ai playoff
● La gioia del Parma dopo la conquista della Serie A...
LAPRESSE/ANSA ● 1 Il vantaggio del Parma contro lo Spezia firmato da Fabio Ceravolo, 31 anni, 7 reti in questa stagione ● Il tecnico Roberto D’Aversa, 42 anni: la stagione scorsa ha vinto la Lega Pro ai playoff ● La gioia del Parma dopo la conquista della Serie A...
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