DOVI & DUCATI, IL SOGNO PUÒ CONTINUARE
Il legame-record e la sfida a Marquez
Occupava già un posto importante nella storia della Ducati, Andrea Dovizioso. Perché con le sue 8 vittorie in sella alla Desmosedici, il 32enne forlivese davanti a sé dall’inizio di questa stagione ha solo la leggenda Casey Stoner, inarrivabile (per ora) con i suoi 23 trionfi, e soprattutto il Mondiale piloti del 2007. Ma adesso che finalmente il tormentone degli ultimi mesi si è concluso e ha messo sul contratto quella firma che tutti i tifosi attendevano con ansia, Andrea è diventato ancora più importante. Perché alla fine del 2020, il nostro diventerà il pilota più fedele della storia Ducati. Agganciando a quota 8 stagioni Carl Fogarty — altro mito immenso di Borgo Panigale con i suoi 4 Mondiali Superbike —, ma consecutive, diversamente dall’inglese che nel 1996 dopo 4 anni e 2 titoli lasciò la Ducati per la Honda, salvo tornare sui propri passi la stagione successiva e conquistare altri due Mondiali nel 1998 e 1999, prima del ritiro avvenuto nel 2000 per i postumi della caduta alla seconda gara in Australia.
DesmoDovi, si è tatuato sul retro della tuta Andrea. Ma è come se quella scritta fosse profondamente impressa sulla sua pelle. E nei momenti di riflessione sul futuro, probabilmente anche pensare a questo soprannome ha influito sulla decisione di prolungare la propria avventura sulla rossa, malgrado nelle ultime settimane in sede di discussione la tensione coi vertici di Borgo Panigale abbia portato le due parti parecchio vicino alla rottura. Complice, anche, l’offerta della Honda, il colosso, la potenza inarrivabile, lo squadrone dai mezzi illimitati e che al momento schiera forse quella che è la moto migliore, che nonostante abbia in Marc Marquez il pilota che ha monopolizzato le ultime stagioni, 4 titoli negli ultimi 5 anni, ha pensato proprio a Dovi, il più ingegnere tra i piloti, per fare un altro salto di qualità. E, contemporaneamente, per togliere l’elemento più pericoloso a una Ducati che sotto la cura di Gigi Dall’Igna e dei suoi ingegneri, da due anni in qua ha alzato prepotentemente la propria voce.
Ducati-Dovi, ovvero la D2 tutta italiana che lo scorso anno ha dato il via a un sogno che, lo autorizzano a dire i tempi in pista, continua ad alimentarsi, malgrado il patatrac di due settimane fa in Spagna abbia lanciato Marquez in fuga nel Mondiale. Ci crede la Ducati tutta, ci crede Dovizioso, che nel giorno della firma su un contratto da record, ha pensato bene di suggellare l’avvenimento mettendo il proprio autografo anche sul giro più veloce di sempre sulla pista intitolata a Ettore Bugatti. Meglio di così, Dovi2020 non poteva iniziare.