La Gazzetta dello Sport

Conte batte Mou e alza la coppa «Voglio il Chelsea»

Gol del belga su rigore regala l’ottava FA Cup ai Blues Lo United non graffia, nel finale entra Lukaku ma è troppo tardi e Antonio può godersi il trionfo coi Blues

- Foto: Antonio Conte BOLDRINI, CUGINI

Happy end, nel giorno del matrimonio da favola del principe Harry e di Meghan Markle: coppa sollevata al cielo e Antonio Conte in trionfo, bagnato dallo champagne e osannato dal popolo Blues. Il Chelsea ha vinto per l’ottava volta la Coppa d’Inghilterr­a e il manager pugliese è il quinto allenatore italiano, dopo Vialli, Ancelotti, Mancini e Di Matteo, a iscrivere il suo nome nell’albo d’oro della manifestaz­ione. Oro è anche il talento mostrato da Eden Hazard in questo pomeriggio illuminato dal sole a Wembley, e non solo per la rete su rigore. Oro è stata la fatica di Kanté, una Ferrari con le gambe. Oro è la prestazion­e da urlo di Rudiger, capace di inventare la migliore partita con la maglia dei Blues sul palcosceni­co di Wembley. Oro le parate di Courtois, con il suo naso da Cyrano. È giusto ricordarlo, perché in una sfida dominata dal senso del futuro di Conte e dall’alone leggendari­o che accompagna José Mourinho, alla prima sconfitta in una finale d’Oltremanic­a, si rischia di oscurare chi in campo mette muscoli, faccia e cuore.

E ORA? Ma poi, inevitabil­mente, si torna alla questione-Conte. La domanda di fondo è pertinente: con quale spiegazion­e il Chelsea metterà alla porta un allenatore capace di vincere la Premier nella sua prima stagione inglese e di conquistar­e la FA Cup nella seconda, con una squadra più debole dello United? Basta scorrere i nomi della panchina di ieri. Mourinho ha potuto giocarsi le carte Lukaku, Martial e Mata, tanto per rendere l’idea. Lukaku è stato una riserva forzata. Il belga non ha superato l’ultimo test e la sua assenza, senza nulla togliere al talento di Rashford, si è rivelata una zavorra pesante, ma tra le «rose» delle due squadre lo squilibrio è evidente. Il divario è stato colmato da Conte: dal suo lavoro, dalla lucidità nelle scelte, dalla caparbietà. Conte ha calato i suoi assi a Wembley, oltre ad un copione tattico perfetto e alla giornata di luna piena dei talenti migliori.

HAZARD Hazard è stato l’uomo dei miracoli. Ha dato la scossa al match con un tiro sul quale De Gea si è salvato di piede. Ha mandato in tilt la difesa dello United. Ha costretto Jones ad abbatterlo in area e ha poi infilato in porta il pallone del rigore, con la lucidità del killer. United in difficoltà per tutto il primo tempo, con la linea di trequarti assente. Gli unici segnali di vita sono arrivati da Young a sinistra e dal duo di centrocamp­o Herrera-Matic. E Pogba, il solito Pogba: luci – una legnata da lontano – e ombre, ma, soprattutt­o, molte pause.

EPILOGO La ripresa è stata un assalto dello United pancia a terra. Courtois ha risposto alla grande sulle botte di Rashford e di Matic. Il guardaline­e prima e la Var poi, invocata dall’arbitro Oliver, diventato famoso in Italia dopo Real-Juventus, hanno annullato l’1-1 di Sanchez in fuorigioco. Chelsea alle corde, ma il 2-0 fallito da Alonso ha dato nuovi slanci ai Blues. Pogba ha divorato il pareggio di testa e a quel punto si è capito che la strada era segnata. Cinque minuti di recupero di sofferenza, poi l’apoteosi del Chelsea e l’immagine cult di Conte bagnato dallo champagne.

LE PAROLE Un’ora dopo il trionfo Conte sceglie invece la strada dell’eleganza. Il suo messaggio ha il senso della sfida: «I tifosi e i giocatori meritavano questo trofeo. È stata una stagione difficile. Siamo arrivati quinti in campionato e mancare la Champions non è bello per un club come il Chelsea. Il mio contratto? Sono legato a questa squadra, lo ripeto dalla scorsa estate. Capisco che qui venga chiesto il massimo e sono il primo ad accettare qualsiasi decisione riguardo al futuro. Qualsiasi sia, amerò sempre questi colori e questi tifosi. La società mi conosce bene. Il mio stile sarà sempre lo stesso. Non posso cambiare la mia natura: lavoro, impegno, dedizione. Io sono questo. Il mio passato parla chiaro, sia da giocatore, sia da manager. E penso di averlo dimostrato anche a Wembley, sono un vincitore seriale. Vinco e resto».

>Quinto italiano a trionfare dopo Vialli, Ancelotti, Mancini e Di Matteo

>I Red Devils più forti dei Blues ma Antonio ha colmato il gap a modo suo

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 ??  ?? 1 La festa del Chelsea dopo la vittoria sullo United che vale la FA Cup 2 Antonio Conte, 48 anni, con la coppa in mano, saluta i suoi tifosi
3 Eden Hazard, 27 anni, firma il rigore della vittoria GETTY/AP/LAPRESSE
1 La festa del Chelsea dopo la vittoria sullo United che vale la FA Cup 2 Antonio Conte, 48 anni, con la coppa in mano, saluta i suoi tifosi 3 Eden Hazard, 27 anni, firma il rigore della vittoria GETTY/AP/LAPRESSE

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