La Gazzetta dello Sport

JUVE E BUFFON FESTA E LACRIME

Ore 16.21 allo Stadium: Gigi esce dal campo ed entra nella leggenda tra l'ovazione del popolo bianconero Sfilata in pullman per la squadra In 50 mila per le strade di Torino

- Matteo Dalla Vite INVIATO A TORINO

Epoi si siede in panchina, chiude gli occhi per venti secondi e ascolta il frastuono dell’amore che c’è. Poi apre quegli occhi che hanno vinto e stravinto, si guarda attorno e scopre che il suo mondo è davvero di un altro... pianeta: il cielo lacrima, molta gente ha gli occhi bagnati e la pioggia non c’entra. Sono le 16.25 del 19 maggio 2018, quattro minuti prima Buffon aveva raccolto la standing ovation per la sostituzio­ne più strana della sua vita e percorso il «pasillo» celebrativ­o: se qualcuno non si è emozionato, beh, che sensibilit­à lo colga.

LA COPPA E I BACI Gigi ha allungato i tempi della sensazione di un’esistenza, la più bella: il prato sotto i piedi. Non voleva finisse. Chiusa la festa programmat­a e... festeggiat­a, Buffon ha fatto di tutto e con tutti restando sul campo dello Stadium: ha abbracciat­o, baciato, scherzato, «selfato», ha preso i figli e ci ha giocato, si è messo in posa con la coppa del suo ennesimo scudetto, lo ha rifatto assieme a Dybala baciandolo sulla guancia, ha camminato con John Elkann (maglia numero 1), salutato Lapo, si è abbracciat­o con Marotta, Paratici, Nedved e poi i fotografi lo hanno chiamato per farsi una foto con lui. Altra angolazion­e. E mentre poco alla volta i bambini giocano sul prato, Bernardesc­hi si scola il bottiglion­e di champagne, Cuadrado mette la schiuma sulla testa di Landucci, Matuidi rincorre i suoi tre eredi, lo speaker saluta il futuro capitano Chiellini, sei bambini fanno le porte coi giubbotti perché quelle vere le hanno smontate, ecco, a festa praticamen­te finita Gigi è ancora lì: mette la medaglia al collo della sorella e poi va ad abbracciar­e Pinsoglio col quale si confida due cose. Piove a dirotto ma chissenefr­ega: la memoria ha ancora spazio per tutto questo. «Il più grande portiere di tutti i tempi» ripete qualche metro più in là Max Allegri. È lui, G1g1 Buffon: con l’«1» al posto delle «i».

AGNELLI E FAMIGLIA La sua giornata era cominciata come mille altre pre-match. Si è conclusa su un pullman fra ali di folla. Prima, il presidente Andrea Agnelli, aveva twittato così: «Sacrificio, passione, umiltà, abnegazion­e, dedizione, talento, resilienza. Non pensate che sia facile...Stand up to the Champions!7». Lassù, sulla destra dello Stadium, c’è il suo palco: Ilaria e le sorelle, i suoi figli, Leopoldo Mattia, Louis Thomas, David Lee. Maglie della Juve personaliz­zate e con dietro il numero 7 (scudetti) mentre altri membri della famiglia, amici, il suo responsabi­le della comunicazi­one Luca Casassa mostrano la t-shirt speciale: c’è «#1» davanti e con attorno (schiena compresa) tutte le partite giocate da Gigi scritte in piccolissi­mo. Ma di una grandezza infinita. Gigi si scalda e lo Stadium comincia a cantare il suo nome «C’è solo un numero uno». E lui alza le braccione, i pollici, sorride e bacia tutti. Ieri ha versato più lacrime in tre ore che forse in tutta la propria vita. Venti minuti prima del match raccoglie una sciarpa e se la mette al collo: e comincia i saluti speciali.

LO STRISCIONE Perché non è una giornata come le altre e allora si può. Gigi va sotto la curva e parte dal centro, uno alla volta, le lacrime scendono e la gente si sporge per toccarlo, per dirgli una frase, dargli un saluto, telefonini impazziti e lui che come una stella non vuole perdersi l’abbraccio di nessuno. Poi va verso destra, parla con qualche tifoso, lo ringrazian­o, lui ringrazia, manca poco alla partita e insomma c’è ancora qualcosa da fare. Nel frattempo, il maxischerm­o impazzisce di primi piani: emozioni. E la gara ha inizio. Prima, però, la coreografi­a: lui come Ken il Guerriero e la scritta «Solo chi tenta l’assurdo raggiunge l’im-

possibile». Un applauso infinito. E le lacrime.

UN ATTIMO, DEVO PARARE Poi, dovrebbe cominciare anche una partita: Gigi para Fares, c’è da fare. Alle 16.15 Gigi alza gli occhi al cielo, la Curva gli grida salta con noi ma c’è il Verona che attacca e lui dice «Aspettate, devo parare..», e tutti ridono. Poi arrivano le 16.21, minuto 19 del secondo tempo: entra Pinsoglio, Gigi abbraccia tutti, si va a sedere in panchina e dopo un po’ va a salutare l’altra curva, con anche i tifosi del Verona che gli fanno un applauso interminab­ile. Piove a dirotto. Ancora. Gara finita e alle 17.31 lo speaker chiama il suo nome. «Il più grande, Gigi Buffon». Alza la coppa. «Buffon può ancora giocare ad altissimi livelli: è un leader vero, ci mancherà. Lo reputo il portiere più forte di sempre, magari sono di parte ma i numeri dicono questo», dice Andrea Barzagli. Poi anche Kobe Bryant ha qualcosa da dire: «Un grande. Un mito». La sua ultima uscita bianconera? È stata da sogno. Fino alla fine. E con lui che dice a tutti «Vi voglio bene».

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L’OMAGGIO Alcune immagini dell’ultima giornata da giocatore Juve di Gigi Buffon: gli striscioni della curva, le strette di mano al suo pubblico, il lancio per aria dei compagni e la «ola» di tutta la squadra, al termine della partita contro il Verona....
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 ??  ?? In trionfo Gigi Buffon chiude con la Juve tra la standing ovation dello Stadium e il tributo dei compagni
In trionfo Gigi Buffon chiude con la Juve tra la standing ovation dello Stadium e il tributo dei compagni
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 ??  ?? Alcuni striscioni dedicati ieri a Gianluigi Buffon LAPRESSE-ANSA
Alcuni striscioni dedicati ieri a Gianluigi Buffon LAPRESSE-ANSA
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