ROMA, IL LEONE NADAL CERCA L’8° TRIONFO IN FINALE CON ZVEREV
● Lo spagnolo, spietato in due set, si lancia verso l'8° trionfo: il serbo lotta e fa il pieno di fiducia per Parigi
ROMA
Arde un po’ dell’antica fiamma, e per 71 minuti il tempo sembra fermarsi, restituendo alla rivalità numericamente più sostanziosa della storia del tennis il Djokovic dell’epoca d’oro, il meraviglioso uomo d’acciaio che tutto prende e tutto rimanda, capace di trasformare la difesa in offesa con un cambio di direzione, una sferzata di polso, un recupero all’ultima scivolata. Ma a capo della 51ª puntata della saga infinita tra lui e Nadal ride solo lo spagnolo, perché dopo un anno di tormenti e di incertezze, sublimate dal ritorno al passato con coach Vajda, a Nole mancano ancora un po’ di gambe e un po’ di convinzione per poter prolungare le ambizioni della partita oltre quel primo set sfumato in un tie break che regala sette punti contro il servizio.
MOMENTI CHIAVE E poi l’altro, il satanasso maiorchino, a Roma continua a mostrare la sua faccia più feroce, quasi che la sconfitta di Madrid con Thiem che interruppe a 50 i set vinti di fila sulla terra rossa abbia finito per innestargli nuova linfa: nei momenti chiave della fine del primo set cresce in qualità e in aggressività, il punto con cui si procura il 4-3 nel tie break è un dritto all’incrocio che toglie il fiato per bellezza e precisione, mentre il set viene sigillato da una fulminante risposta di rovescio. Questo è Rafa, enorme nell’accrescere determinazione e concentrazione adeguandosi al valore e alle doti di chi gli sta di fronte. Il break nel terzo game del secondo set, il dritto e il rovescio incrociati sul 4-3 per lui che spengono le ultime velleità del Djoker, calano il sipario
su una sfida comunque intensa, la decima semifinale vinta su dieci per lo spagnolo, il 25° successo nei confronti diretti con il serbo e il 356° in un Masters 1000, uno in più di Federer: «Pochi punti hanno fatto la differenza — dirà Rafa, che torna in finale dopo quattro anni per inseguire l’ottavo sigillo al Foro — e quando il match è diventato molto ravvicinato, credo di aver avuto più determinazione, ho giocato più aggressivo con il dritto. Ma è stata una grande partita contro un grande avversario».
POSITIVITÀ I complimenti e la stima di un uomo che ti ha sfidato più di cinquanta volte, la
forza seppur parziale di averlo obbligato a lungo a estrarre il meglio dal suo talento e, perché no, la passione del pubblico, decisamente più dalla sua parte che da quella di Rafa, rappresentano tuttavia un balsamo per la voglia di rinascita di Novak: «E’ stata una partita di grande qualità, e ringrazio per il supporto del pubblico che praticamente mi ha consentito di giocare in casa. Nadal ha meritato di vincere, perché ha giocato i colpi giusti nei punti decisivi e alla fine si è rivelato il giocatore migliore tra noi due. Ma il fatto che ci sia stata così poca differenza, penso a un paio di punti nel tie break che avrebbero potuto venire
dalla mia parte, è una grande notizia per me: da questa settimana posso estrarre solo cose positive». Ed era tempo che non accadeva: «Per tornare ad acquisire confidenza, c’è bisogno di giocare tanti match, per poter confrontare il tuo livello con quello di avversari formidabili come Rafa, ma a me negli ultimi mesi non è mai successo e ho dovuto accettare questa situazione. Però voltandomi indietro e ripensando all’ultimo periodo, questa è di gran lunga la partita migliore: e mi ero avvicinato al torneo senza nessuna aspettativa».
NUMERO UNO Sarà il Roland Garros, sarà la pressione anche atletica delle due settimane, saranno rivali ostici fin dal primo giorno a testare la nobiltà ritrovata di Djokovic, ma la resurrezione in pectore non stupisce chi l’ha appena battuto: «Non sono sorpreso del suo rendimento, perché conosco le sue qualità. Quando torni da un lungo infortunio, non è mai facile recuperare le sensazioni e la condizione di prima, ma non ho mai avuto dubbi su di lui: se vuole giocare, è perché è consapevole di poter tornare ai livelli di prima. Io penso che sarà pronto per essere un grande avversario a Parigi». Novak, di rimando, considera Rafa largamente favorito per l’11ª passerella al Bois de Bou-
«GRANDE MATCH: IO DETERMINATO E PIU’ AGGRESSIVO COL DRITTO»
RAFAEL NADAL 10 FINALI A ROMA
DA QUESTA SETTIMANA PORTO VIA SOLO COSE POSITIVE
NOVAK DJOKOVIC 4 TRIONFI A ROMA
logne, ma intanto il maiorchino occhieggia a una vittoria romana che manca dal 2013 e che porterebbe in dote anche il ritorno al numero uno in classifica, per la sesta volta in carriera: «Dirò una cosa banale, essere numero uno è più bello che essere numero due, ma nei miei pensieri non c’è quell’obiettivo. Se mi guardo dentro, la motivazione è di tornare a vincere questo torneo, perché è uno dei miei preferiti e perché sarebbe un altro titolo importantissimo. Conquistare Roma un’altra volta, nella mia mente c’è solo questo». Otto volte re: preparate i libri di storia.