La Gazzetta dello Sport

Piccola grande Italia, tocca a te

●Contro l’Olanda, la squadra di Nunziata si gioca il titolo: «I ragazzi si divertono»

- Marco Calabresi

Non vinciamo niente, a livello giovanile, dal 2004. Italia-Serbia e Montenegro, Europeo Under 21, 3-0. Gol di De Rossi, Bovo e Gilardino. Ci siamo andati vicini diverse volte: con l’Under 21, l’Under 20, l’Under 19 e l’Under 17. Quello della categoria che si chiamava Allievi è il primo contatto di un ragazzo con il calcio vero, ed è forse per questo che i ragazzi della Nazionale stanno vivendo questa avventura con spensierat­ezza. Dopo la vittoria contro la Svezia nei quarti e dopo quella contro il Belgio in semifinale, si sono messi a fare i rapper in albergo. Alessandro Cortinovis, talento dell’Atalanta dalla capigliatu­ra foltissima, aveva anche promesso di radersi a zero in caso di vittoria dell’Europeo, ma è tornato sui suoi passi. «Non riesco a pensare ad altro e mi sale l’angoscia». Non hanno segreti, i ragazzi dell’Under 17: dalle stories e dai video in diretta di Instagram si vede tutto. Partite alla playstatio­n, cori in pullman («Abbiamo un sogno nel cuore, Italia torna campione») e travestime­nti hiphop. «I ragazzi stanno bene insieme, ecco il segreto di questa squadra – ammette il tecnico Carmine Nunziata –. Giocano divertendo­si e, sia dentro che fuori dal campo, regna un’armonia rara da vedere. Non ci sono limiti alle possibilit­à».

ATTIVITÀ Ma ci sono anche momenti di serietà: al seguito della squadra ci sono anche due tutor, che seguono i ragazzi nel loro percorso scolastico. Con una trasferta di quasi 20 giorni, a ridosso della fine dell’anno, non ci si può distrarre. Venerdì, invece, ai ragazzi è stato consegnato il diploma di partecipaz­ione all’Europeo, in un momento – coordinato dal capodelega­zione Serioli – in cui sono stati mostrati ai ragazzi degli esempi di personaggi che hanno scritto pagine immortali nella storia dello sport. Come Bob Beamon, che a Città del Messico nel 1968 saltò otto metri e 90, record del mondo rimasto imbattuto per 23 anni. Un salto in lungo, lo ha fatto anche l’Italia, che ha chiuso al primo posto il girone nella fase finale, ma non quello della Fase Elite, l’ultimo turno di qualificaz­ione: si giocò, a marzo, proprio in Olanda, e il precedente contro gli allora padroni di casa e stasera sfidanti a Rotherham, non è favorevole. Segnarono Thomas e Redan, il più forte, già in Under 17 lo scorso anno, quando decise di non rinnovare il contratto con l’Ajax e firmare per il Chelsea. Ma oggi c’è l’occasione della rivincita. «Avremo di fronte una squadra esperta e ben attrezzata e, nelle gambe, cinque partite giocate ad alto ritmo – ancora Nunziata –. Ma quando anche i più talentuosi si mettono al servizio del collettivo, c’è di che ben sperare».

CONTRO I RUSSI L’unica volta che l’Under 17 arrivò a giocarsi il titolo fu nel 2013, in Slovacchia: la Russia ci sconfisse ai rigori, ma l’impression­e fu quella di un gruppo – quello dei ’96 – valido, e con diversi possibili protagonis­ti in A negli anni a venire. A Calabria è andata meglio di tutti; di quella squadra sono in Serie A, con diverse fortune, anche Scuffet, Capradossi, Parigini e Bonazzoli, più Dimarco in Svizzera, nel Sion. Gli altri sono tra B e C, mentre è andata peggio a Matteo Lomolino (svincolato dal Cuneo, si è allenato con il Pordenone) e Alberto Tibolla, in Eccellenza con l’Eclisse Carenipiev­igina dopo essere passato anche per la Roma. Di ragazzi interessan­ti ne ha tanti anche la squadra di Nunziata: il talento di Riccardi (che rientra dopo la squalifica) e del portiere Russo, il fiuto del gol di Vergani, la duttilità tattica di Greco, la grinta del terzino Barazzetta. In panchina Nunziata: «Ma tra gli allenatori ci scambiamo informazio­ni, sotto l’attento coordiname­nto di Maurizio Viscidi». Una guida che ha portato negli ultimi anni una decisa crescita di gioco e risultati rispetto al passato. In tribuna il d.g. della Federcalci­o (e vicepresid­ente Uefa) Michele Uva. In campo, invece, l’Italia hip-hop: che si diverte, ma fa sognare.

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GETTY L’esultanza dell’Italia dopo la vittoria in semifinale col Belgio

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