La Gazzetta dello Sport

EUROPA E SALVEZZA C’È DA DIVERTIRSI

L’ultima giornata della Serie A

- IL COMMENTO di ALESSANDRA BOCCI

Non ha avuto milioni di telespetta­tori in tutto il mondo e non gli sono serviti paggetti per lo strascico, ma l’addio di Gigi Buffon è stato comunque analizzato e sezionato in Italia e altrove come il matrimonio dell’anno fra Harry e Meghan, ed è risultato alla fine commovente con il suo carico di dichiarazi­oni d’amore eterno e gli occhi lucidi di tanti allo Stadium. Un matrimonio reale alla rovescia, perché il capitano se ne va, ma non un divorzio, perché nessun divorzio potrebbe essere così struggente. La coppa del settimo scudetto consecutiv­o è stata consegnata ai bianconeri in uno scenario già pulsante di nostalgia, ma il campionato è tutt’altro che archiviato, anzi probabilme­nte non è mai stato così avvincente, capace di mantenere la suspense fino all’ultimo capitolo. Si apre oggi con la corsa salvezza intrecciat­a alla definizion­e della griglia per l’Europa League, si chiude in serata con la partita più gialla, per così dire, che si possa immaginare: altre volte l’Inter si è tarpata le ali sul campo della Lazio, e certe ferite nella psicologia dei tifosi interisti non si sono mai rimarginat­e. Stavolta i tifosi nerazzurri sperano di non dover per forza trovare un colpevole.

Con cinque squadre ancora invischiat­e nella corsa salvezza, ogni diretta internet, radio o tv sarà un thriller ben riuscito. In realtà le protagonis­te saranno Cagliari e Spal, per questioni di punteggio: cercherann­o di tenersi lontane dal Crotone terzultimo, che arriva a Napoli per giocarsi le ultime chance. Sulla carta il compito più difficile è quello del Cagliari che ospita l’Atalanta, che un obiettivo ce l’ha: cercare di strappare l’accesso diretto all’Europa League, al Milan che incrocia a San Siro la Fiorentina. Snodo tranquillo? Mica tanto, visti gli alti e bassi frequenti in una squadra giovane come il Milan. E c’è una bella differenza fra il sesto e il settimo posto. Per motivare i suoi e insieme tenerli sereni, Gattuso ripete da tempo che l’importante è andare in Europa, ma passare dai preliminar­i potrebbe rivelarsi esiziale per programmar­e un futuro che un anno fa pareva progressiv­o e luminoso. L’Atalanta può godersi il pomeriggio: aritmetica a parte, è certa dell’Europa, perché la concorrenz­a della Fiorentina è teorica vista la differenza reti. E per un club di provincia, anche se ambizioso come quello di Percassi, passare dai preliminar­i non sarebbe una tragedia.

Drammatico sarebbe invece per l’Inter ritrovarsi quinta: Spalletti ha dichiarato più volte che la stagione sarebbe positiva anche senza Champions e forse lo ha fatto anche per calmare le acque spesso agitate intorno ai suoi. Ma, al di là dei contenuti economici importanti, perché la differenza fra le entrate garantite dalla Champions e quelle della A2 del calcio europeo è grande, restano quelli psicologic­i e di immagine, altrettant­o importanti. Ancora una volta, l’Inter era partita bene e pareva solida abbastanza per puntare in alto, nonostante le incoerenze della rosa a disposizio­ne di Spalletti. Ancora una volta, il gruppo si è squagliato nei momenti topici: prova di forza a casa Juve, poi rallentame­nti; reazione superba a San Siro contro i campioni in carica, anche se il risultato è andato come è andato, e psicodramm­a contro il Sassuolo. Se finirà quinta, perdendo magari Icardi e altri giocatori importanti, l’Inter dovrà incolpare se stessa. Contro una bella Lazio scende in campo da padrona del proprio destino. Invece di mangiarsi le unghie e cercare i colpevoli, sarebbe il momento giusto per mollare la zavorra dei ricordi.

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