La Gazzetta dello Sport

Carica Petrucci «Io do sempre tutto me stesso E Ducati lo sa»

●«Partire davanti mi aiuterà per fare una gara da top 5» Iannone: «Perdo in rettilineo, ma felice»

- Mario Salvini INVIATO A LE MANS

«Stai tranquillo, Petrux, che tutto andrà per il meglio». Siccome è una specie di ritornello che gli ripetono tutti da giorni, e in definitiva ha portato molto più che bene, continuiam­o tutti il tormentone. Il fatto è che questo per Danilo Petrucci è MILAGRO davvero uno dei GP più importanti di sempre. Perché quel che sarà di lui nel 2019-2020 (ma di conseguenz­a anche nel prosieguo del 2018) dipende dalla decisione che prenderann­o i vertici Ducati. Ammesso che non l’abbiano già presa. Se cioè sarà davvero lui — e non il suo socio in Pramac, Jack Miller — l’uomo da affiancare a Dovizioso in prima squadra. È quindi ovvio che se c’è qualcosa che Petrux può ancora fare per orientarla, quella scelta, la deve fare adesso. E ieri ha cominciato che meglio non avrebbe potuto. Col terzo tempo. «Stai tranquillo, stai tranquillo, mi dicono tutti, ma io già non sto tranquillo normalment­e, figuriamoc­i adesso — ha sorriso —. Secondo me non sono uno di quelli che ha bisogno di esser sotto pressione. Quando mi chiedono di dare qualcosa in più, penso che non posso, perché do sempre tutto. Ma poi è vero che nei momenti delicati spesso tiro fuori risultati inattesi». O almeno inattesi dagli altri. «Tutti siamo sempre al limite, e per superarti devi avere le extra balls…». Lui ieri le ha avute. «C’è chi dice che sono un po’ sottotono, in realtà ho quasi il doppio dei punti dell’anno scorso (non proprio: 34 contro 26, n.d.r.) e anche stavolta sono partito uscendo dalla Q1: credo di essere il pilota che è uscito più volte dalla Q1». Insomma, è soddisfatt­o, il Petrux. «Non mi aspettavo la prima fila, l’obiettivo era la seconda». E allora, alla stessa stregua, diventa incoraggia­nte sentirgli dire che «per la gara più che al podio mi sembra verosimile puntare ai top 5». «Spesso perdo posizioni in partenza, quindi essere davanti è un bene: se riesco a stare coi primi poi posso lottare anche per il podio». E mandare così un promemoria alla Ducati. «Ma non ce n’è bisogno, mi conoscono benissimo. E io ho la coscienza a posto».

IANNONE Ben contento anche Andrea Iannone, in seconda fila col 4° tempo. E con un mirabile casco ispirato al supereroe Deadpool, della cui saga è uscito il secondo film. «È stata una buona qualifica, nonostante ci manchino un paio di decimi che perdiamo nei rettilinei. Però ho un buon passo, sono soddisfatt­o». Anche per ragioni analoghe a quelle di Petrucci, cioè di mercato. «La priorità è restare in Suzuki, e siamo a buon punto. In ogni caso a giorni saprete del mio futuro. Non sono assolutame­nte preoccupat­o».

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Petrucci (destra) sul podietto con Marquez e Zarco (centro)

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