Nadal VIII imperatore La pioggia spegne Zverev
●Lo spagnolo è sotto di un break nel 3° set, poi arriva la pioggia: «Mi ha aiutato, sono rientrato con le idee chiare»
Quanti amori conquistano il cielo. Il dio del tennis volge gli occhi laggiù, al figlio prediletto ansimante e sballottato dalla verve del ragazzo più talentuoso della generazione che verrà. Una mano santa, gocce di pioggia benedetta. E Nadal, sotto di un break nel terzo set e sinceramente alle prese con una sfida diventata complicatissima, può risistemare concentrazione e strategie, mentre il giovin signore Zverev, al pensiero prolungato che gli Internazionali sono vicini a prostrarsi a lui per il secondo anno consecutivo e per di più contro il più forte di sempre sulla terra, si scioglie. La prima interruzione dura dieci minuti sul 3-1 per il tedesco, al rientro si giocano quattro punti per il 3-2 e poi il secondo stop tiene i contendenti 44 minuti negli spogliatoi. Lì, cambiano le sorti della domenica e del torneo.
IDEE CHIARE
Perché Rafa torna in campo trasfigurato, una furia scatenata che ritrova il calibro del primo set e spinge ogni colpo come un forsennato, trovando profondità con il dritto che spacca e rispondendo come insegna il manuale. Ottiene subito il controbreak del 3-3, poi l’altro break nell’ottavo game spegne le residue velleità del tedesco annichilito da una serie di quattro giochi a zero tagliente come una ferita letale. Esperienza, determinazione, lucidità tattica, volontà ferrea: in quei 31 minuti trascorsi dal rientro all’ultimo punto, Nadal mette tutto il peso della sua leggenda. E diventa così l’ottavo re di Roma, tornando a trionfare dopo cinque anni al Foro e a 13 dalla prima volta: «Sinceramente, quando ha cominciato a piovere, non ho pensato fosse un aiuto per me. Analizzando la situazione a mente fredda, invece mi ha aiutato a tornare a giocare con le idee chiare e consapevole di quali fossero le decisioni giuste da prendere, il campo con le nuvole e l’acqua era diventato più lento, ho dovuto adeguarmi e cercare la palla in un modo diverso. Ed è stato fondamentale strappargli subito il servizio».
NESSUNA CHANCE Spostando la pressione e la tensione su Sascha, mai così competitivo contro Rafa sul rosso (gli ha tolto il primo set in carriera sulla superficie) malgrado un primo parziale da incubo, in cui al suo break iniziale il satanasso spagnolo risponderà con sei game di fila e, parole sue, il miglior set dell’anno per continuità a altissimo livello. Eppure Zverev uscirà dalla corrida con tutta la forza del suo talento e della sua completezza tecnica, partendo dal servizio e fino agli straordinari colpi a rimbalzo con cui sradica il rivale dalla riga di fondo. Almeno fino alla pioggia, improvvida nemica: «Sono riuscito a cambiare l’inerzia prendendo il controllo degli scambi, contro di lui è un aspetto determinante. E poi ho cominciato ad avere più vincenti, ma quando siamo rientrati dopo la pausa ho ritrovato un avversario più concentrato di me, più veloce, più aggressivo. E se Nadal è dentro il match, sulla terra non hai chance. Ero un po’ stanco, qui a Roma sono andato a letto in media alle tre e mezzo di notte per le partite serali, evidentemente dopo lo stop non sono stato rapido a riattivarmi».
APPUNTAMENTO A PARIGI
Niente bis, perciò: ma in ogni caso il tedesco arrivava da 13 successi consecutivi e due tornei conquistati (Monaco e Madrid)
LA CHIAVE
Due sospensioni penalizzano Sascha che era avanti 3-1. Poi 5 game per Rafa
56° torneo vinto sulla terra: il maiorchino cerca l’11° Roland Garros