PERCHÉ RE RAFA FA ANCORA LA DIFFERENZA
Il successo agli Internazionali di tennis a Roma
Adesso, passateci l’ardire, i re di Roma sono otto. Alla lista che ci regala la storia della Capitale aggiungete il nome di Rafa Nadal, 32 anni tra meno di un mese, originario di Manacor, cittadina dell’isola di Maiorca. L’ottava meraviglia agli Internazionali d’Italia lo rilancia nel mito del tennis come uno dei più grandi protagonisti della storia di questo sport. Riportandolo allo stesso tempo sul trono del ranking mondiale in quella che sta diventando un’incredibile e appassionante altalena con l’eterno rivale Roger Federer. Montecarlo, Barcellona e Roma sono il prelibato antipasto che lo spagnolo si è regalato per marciare su Parigi e il Roland Garros, che cercherà di conquistare per l’undicesima volta. Sarebbe un record da brividi, praticamente impossibile da battere.
Nadal non vinceva il torneo di casa nostra dal 2013. Una parentesi anche troppo lunga per uno come lui, che al Foro ha scritto pagine memorabili: una su tutte la finale vinta nel 2006 dopo cinque ore di battaglia proprio contro Roger Federer. Un intervallo di tempo che è stato colmato quest’anno grazie a un torneo giocato su livelli davvero elevati che denotano uno stato di forma ottimale. La vittoria sull’arrembante Alexander Zverev ha un doppio significato: ribadire il primato pressoché assoluto in questo scorcio di stagione dove si gioca sul rosso e tenere a bada il nuovo che sta avanzando a passi ormai veloci. La famosa Next Gen di cui Sascha, appena ventunenne, è il condottiero indiscusso. Un gruppo di ragazzi che per fortuna del tennis sta maturando in fretta garantendo un ricambio generazionale importante. Giocatori come il canadese Denis Shapovalov e il greco Stefanos Tsitsipas, tanto per citare alcuni tra i fratelli minori di Zverev, hanno colpi e classe per recitare in futuro un ruolo da protagonisti. L’hanno fatto intravedere anche a Roma. Il tennis che si gioca sulla terra, però, è molto faticoso. Gli scambi sono lunghi, le articolazioni delle gambe vengono sottoposte a sollecitazioni importanti. E la maggior parte dei nuovi talenti è stata costruita sul cemento. Anche per questa ragione Rafa Nadal riesce a fare ancora la differenza. L’intensità e l’esperienza che può mettere sul campo, sorrette da un fisico scultoreo, risultano decisive soprattutto nei momenti di difficoltà. Come è successo ieri con un avversario di quasi undici anni più giovane, che a un certo punto del terzo set pareva avere la partita tra le mani. Lo spagnolo ha gestito meglio la lunga interruzione per la pioggia capovolgendo a suo favore l’inerzia del match. Un altro capolavoro che lo lancia verso Parigi, nello Slam che è considerato il vero campionato del mondo sulla terra rossa.