One Man show
●A Sappada tris della maglia rosa, sempre più leader Il trionfatore dello Zoncolan cede 1’32” Yates, prova di forza Fuga e spettacolo anche sulle Dolomiti Retromarcia Froome
Luca Gialanella INVIATO A SAPPADA (UDINE)
L’appuntamento con la storia ha molti capitoli. Innanzitutto Sappada, la città delle due regioni. Dal Veneto al Friuli, dalla provincia di Belluno a quella di Udine, con un referendum. E pensate che, quando era sotto il governo veneto, faceva parte della Diocesi di Udine e d’estate, da anni, i calciatori locali partecipano al campionato carnico in Friuli, perché d’inverno per la neve non si può giocare. Poi c’è l’atmosfera intrigante che avvolge queste strade dai giorni del tradimento subito da Visentini rosa nel 1987 per mano di Roche. Ma molto più nobile per Simon Yates è il valore spirituale della zona attraversata come un fulmine rosa: i prati di Costalissoio (Bosco dei Giavi) e Costalta, a 16 km dall’arrivo, sono stati luoghi di camminate di Papa Wojtyla, curiosamente sempre nell’estate 1987. I contadini videro stupiti un uomo in bianco uscire dai boschi, avanzare sull’erba e dirigersi verso di loro: i sentieri sono ora intitolati al Papa venuto dall’Est.
COME I GRANDI C’è tutto questo nella giornata che ha chiuso la seconda settimana del Giro 101. One man show, l’esibizione di forza della maglia rosa Simon Yates. Una tappa dolomitica durissima tra Cadore e Comelico, il giorno successivo allo Zoncolan, definisce in maniera chiara la classifica: il britannico è sempre più padrone. La sua terza vittoria, per distacco, è la più spettacolare, una delle immagini di maggior spessore di questa edizione: a 41” Lopez, Dumoulin e Pozzovivo, a 1’32” Froome. In classifica, Yates ha 2’11” su Dumoulin, 2’28” su Pozzovivo, 2’37” su Pinot; Froome, a 4’52”, sembra fuori dai giochi. Oggi riposo, domani la cronometro velocissima da Trento a Rovereto, 34,2 km sul tracciato di quel fantastico Trofeo Baracchi 1984, omaggio all’anno d’oro di Francesco Moser, che corse e dominò con Bernard Hinault. Crono spartiacque: poi solo tre giorni da vertigini in alta montagna.
TECNICA Sull’Etna, 1500 metri di accelerazione brutale e la vittoria lasciata a Chaves; i successi in rosa a Campo Imperatore dopo 4 km di attacco e poi a Osimo, altri 1500 metri su pendenze del 16%. E ieri Yates ha... allungato il tiro: 17,9 km di attacco iniziato sul Costalissoio non appena visto che Froome aveva perso 100 metri nella discesa dal Passo di Sant’Antonio. È l’incoronazione per il britannico della Mitchelton-Scott. Una fuga vincente da grande del ciclismo. Simon colora di rosa le Dolomiti bellunesi, e il Giro lo applaude come le migliaia di persone a bordo strada. Prima ancora dell’aspetto tecnico, sublime, va sottolineato il suo coraggio. È vero, ha gambe straordinarie, una condizione che come dice lui era già «super good» a Gerusalemme, ed è facile muoversi quando ti senti il fuoco dentro. Ma sulle spalle il britannico di Bury porta una delle maglie più nobili del ciclismo. Ed è questo che dà grandezza alla sua impresa. Il coraggio di provarci quando sai che tutti guardano soltanto te. SORRISI Yates si gira due volte, e poi parte. Dietro restano Dumoulin, Pinot, Pozzovivo, Lopez (maglia bianca dei giovani) e Carapaz. Froome prende freddo, e nonostante l’eroico Poels (come sullo Zoncolan), non riesce a rientrare. A ogni rilevamento, aumenta il vantaggio: 23”, 36”, 44” sul plotoncino (litigioso) di Dumoulin, dove gli scalatori giustamente vogliono che tiri lui. E 1’21”, 1’30”, 1’40” su Froome, che paga lo sforzo della straordinaria vittoria sullo Zoncolan e non riesce a dare continuità a una condizione ancora ballerina. Colpisce la freddezza di Yates, la concentrazione in sella, la capacità di alternare la spinta da seduto
GLI INSEGUITORI Dumoulin a 41” con Lopez, Pozzovivo, Carapaz e Pinot: adesso è 2° a 2’11”
Oggi ultima giornata di riposo, domani l’attesa cronometro Trento-Rovereto