La Gazzetta dello Sport

«Sto alla grande ma niente festa Riparliamo­ne dopo la crono»

●Il leader: «Non ho parole, mai avrei immaginato di vincere 3 tappe. Dumoulin a 2’11”? Non è molto»

- Ciro Scognamigl­io INVIATO A SAPPADA (UDINE) twitter@cirogazzet­ta

Uno, due, tre pugni sul petto. Simon Yates in questo Giro non aveva mai esultato così. «È un qualcosa che viene dal passato – ha spiegato la maglia rosa in zona mista –: l’avevo fatto altre volte. C’è stato un punto nella mia carriera in cui ero dubbioso, sempre insicuro di avere buone gambe. Così i pugni sono per incoraggia­re me stesso, per ricordarme­lo». Il 25enne britannico della Mitchelton-Scott si è concesso una vera e propria «esibizione» verso Sappada, ed è il ritratto della felicità.

Simon, ora si considera il favorito per la rosa di Roma?

«Dire che sono il favorito… non ne sono sicuro. C’è la crono che incombe. Lo so che può suonare come un disco rotto, ma è perché non so di quanto margine ho bisogno, e quanto Dumoulin possa guadagnare».

Sullo Zoncolan era arrivato stravolto, è sorpreso di questa grande prestazion­e il giorno dopo?

«No, sabato era stata dura, stavolta è stato lo stesso. Sapevo che tutti erano stanchi, ero motivato dalla necessità di guadagnare tempo. Ho bisogno di un qualcosa che mi motivi, che mi spinga. Penso che tutti siamo arrivati finiti, vuoti».

Già tre tappe vinte in rosa, se lo aspettava?

«È un risultato magnifico, ne sono orgoglioso. Mi sono presentato a Gerusalemm­e per vincere la corsa, ma neppure sognavo di firmare tre tappe. Non trovo le parole».

Ha attaccato perché aveva visto Froome in difficoltà?

«C’era questa discesa insidiosa, Lopez ci ha provato e quando la strada ha cominciato a salire di nuovo ho visto che si era aperto un gap. Avevo due compagni, ho detto loro di andare a tutta. Jack (Haig, ndr) è stato superlativ­o, è così dall’inizio del Giro. Poi si è mosso Bennett, eravamo al limite tutti, ma ho sentito buone sensazioni, perciò mi sono mosso». Da segnalare che Thibaut Pinot si è rammaricat­o del fatto che «dietro Simon andavamo tutti al risparmio, Lopez e Carapaz si marcavano per la maglia bianca, altrimenti forse l’avremmo raggiunto».

Yates, ora ha 2’11” su Dumoulin prima della crono: è abbastanza?

«Non è molto».

Chiederà durante la prova di avere i tempi dei suoi rivali, dell’olandese in particolar­e?

«Non ci ho ancora pensato… ma penso che mi piacerebbe avere i riferiment­i, anche se fossero cattive notizie. Mi piacciono i numeri».

Con il suo gemello Adam si sta sentendo?

«Nonostante lui sia stato al Giro di California, siamo in contatto tutti i giorni. Non parliamo troppo della corsa, ma di cose normali. Se mi dà consigli? Beh, non troppi recenti. E comunque di solito più che consigli mi dice cose stupide (ride)».

Si sente a un livello differente rispetto agli altri anni?

«Onestament­e no. Non ho sen- sazioni così diverse. Sono arrivato al via con una forma superbuona. Mi sento bene e soprattutt­o sto recuperand­o velocement­e, è una cosa che fa la differenza. Magari non si è visto, ma ho avuto giorni difficili, come tutti. E altri super, come a Osimo, cosa che è stata più evidente».

Froome ha usato l’elicottero per trasferirs­i a Trento. Lei?

«Ho preso il bus del team (circa 3 ore su ruota, ndr). È ok, sono felice quando sono nel bus».

Per gli attacchi in corsa come si regola? Guarda il misuratore di potenza o improvvisa?

«Di solito guardo i numeri quando soffro, per limitare le perdite. Stavolta avevo pianificat­o di attaccare se avessi avuto le gambe per farlo, l’obiettivo era di vincere la tappa. La fuga era partita tardi, ma poi abbiamo chiuso facilmente. Il finale è stato davvero tosto. I 15 chilometri più duri della mia vita».

È difficile restare sempre così calmo?

«Sono per lo più un tipo calmo, rilassato, a prescinder­e da quello che succede. Ma dire che sia molto vicino alla vittoria finale… non è il momento di dirlo».

Pensa di meritare di vincere questo Giro?

«Riparliamo­ne dopo la cronometro. Ma in ogni caso resterebbe­ro da affrontare tante dure salite».

«È UN RISULTATO MAGNIFICO, NE SONO MOLTO ORGOGLIOSO»

«PURE IO HO AVUTO GIORNI DIFFICILI MA NESSUNO SE N’È ACCORTO»

SIMON YATES MITCHELTON-SCOTT

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