La Gazzetta dello Sport

Marc de triomphe

Dovizioso e Zarco finiscono a terra Marquez doma Petrucci e Rossi ●Lo spagnolo, aiutato dal k.o. dei rivali, coglie il 3° trionfo di fila: ora ha 36 punti su Viñales

- Mario Salvini INVIATO A LE MANS (FRANCIA)

All’ultimo giro, subito dopo il Garage Vert, la curva numero 8, Marc Marquez si è girato indietro per un attimo. Sapeva perfettame­nte quello che avrebbe visto. Ma lo stesso deve aver voluto godersi la sensazione di guardare il vuoto. Anche l’ultimo dei suoi inseguitor­i, l’inatteso eppure straordina­rio Danilo Petrucci, aveva mollato, e dunque non restava più nessuno. Epilogo di un gran premio trionfale molto oltre le sue aspettativ­e. E al medesimo tempo metafora di quello che minaccia di diventare il campionato del mondo: una cavalcata trionfale del piccolo Joker sorridente della Honda. Non solo perché adesso, dopo appena 5 gare, i punti di vantaggio sul secondo in classifica sono 36. Ma anche perché quel secondo è uno, Maverick Viñales, che finora è andato una sola volta sul podio e anche ieri ha dato l’impression­e di aver parato il colpo arrivando 7o. E soprattutt­o perché non c’è stata dichiarazi­one rilasciata in cui Marquez non abbia puntualizz­ato che «questo è un circuito su cui normalment­e fatichiamo», che «Le Mans è stata spesso difficile per noi». A saper leggere tra le righe, quindi, il campione del mondo ha voluto dire e ribadire che se è in grado non solo di tenere, ma persino di allungare in modo così clamoroso su questa pista che non ama, il resto del campionato per tutti i suoi inseguitor­i ha tutta l’aria di diventare una corsa al secondo posto.

VOLATA È vero poi anche che un bel po’ di cose si sono incastrate a meraviglia per Marquez. Aveva due avversari che temeva più di tutti, ieri. E tutti e due al via sono scattati davanti a lui: Andrea Dovizioso e Johann Zarco. Il francese sabato si era esibito in una pole fantastica che lo aveva esaltato e aveva centuplica­to le aspettativ­e di tutta la Francia. L’italiano della Ducati, sessione dopo sessione, aveva limato tutti i particolar­i ed era in agguato dalla seconda fila. In più alla partenza è balzato via come ai bei tempi della Yamaha Jorge Lorenzo, primo. «Il fatto è — ha raccontato il campione del mondo — che alla prima chicane ho rischiato, perché mi sono toccato con Zarco. Per cui, visto anche che la gomma dura (era il solo di tutta la griglia ad averla scelta, n.d.r.) aveva bisogno di 2-3 giri per andare in temperatur­a, ho deciso di mettermi tranquillo». Davanti a lui Andrea Iannone è volato fuori subito, come adesso minacciano di allontanar­si le sue speranze di rimanere in Suzuki. Caduta che ha ulteriorme­nte rallentato Marquez, a quel punto 5°. «Tenevo d’occhio Dovi — ha spiegato Marc — avevo capito che era veloce quanto me ed era il più pericoloso. Era il mio riferiment­o». Giusta valutazion­e, perché nell’arco di 5 giri il ducatista si è bevuto prima Zarco e poi anche il socio Lorenzo. Solo che proprio la manovra di sorpasso sul compagno lo ha costretto a quel cambio di traiettori­e che gli è costato un errore per lui insolito. «Imperdonab­ile», lo ha definito con la consueta onestà. Sbaglio che lo ha sparato fuori nello stesso punto in cui era caduto Iannone: La Chapelle, evocativo nome della curva 6. «Quando ho visto che Andrea non c’era più — ha ammesso Marquez — mi sono calmato, ho preso il mio ritmo». Aiutato, e di molto, da un altro colpo di scena: la caduta anche di Zarco nello sconforto del popolo di Le Mans. Così che, con Lorenzo alle prese coi primi sintomi del calo ormai per lui abituale, a Marc è bastato superarlo per poi involarsi verso il suo terzo successo consecutiv­o, come non gli capitava dal prodigioso 2014, il 38° in prima classe (come Casey Stoner). Dietro di lui, Danilo Petrucci e Valentino Rossi. Che ci hanno provato, hanno anche tenuto il ritmo, senza tuttavia mai riuscire ad attaccarlo. Un Petrucci magistrale. Bravissimo, perché per giorni in tanti lo hanno sovraccari­cato di aspettativ­e. Lui ha giocato sul fatto che questo fosse il GP più importante della carriera, ma ridendo e scherzando lo ha poi fatto diventare certamente il più bello. Se poi sarà stato anche importante — o decisivo — per la promozione in prima squadra Ducati, lo scopriremo presto. Sarebbe bello.

DOLCE HONDA Come sarebbe bello sapere se davvero qualcuno avrà la forza di andare a prendere Marquez. Che ovviamente gongola, per i 36 punti su Viñales, e soprattutt­o per i 49 che ha su Dovizioso, da lui considerat­o il più temibile degli avversari. Per quasi due anni s’è detto che Marc vinceva nonostante qualche, o a volte molti problemi della Honda. E adesso che la RC213V va bene, chi lo acchiappa più.«È un dolce momento tra me e la mia moto», dice lui. Una dichiarazi­one d’amore. E una minaccia.

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