La Gazzetta dello Sport

Vale: «Si deve tener duro ora e svoltare dopo l’estate»

● «Il 3o posto fa morale, ma se non si vince da 15 GP...». Viñales: «Nel mio box si lavora male»

- Mario Salvini INVIATO A LE MANS

Il sorriso di Valentino Rossi è uno scudo dietro al quale la Yamaha fatica a ripararsi. «Sono contento — dice — perché un podio è sempre importante e soprattutt­o fa morale». Specie se non ci salivi da tre gare. Ma nessuno si illude di aver risolto i problemi denunciati da Vale dopo Jerez e sbattuti in faccia a Iwata ieri da Maverick Viñales.

ASTINENZA È un bel paradosso, perché seppur lontane, dietro Marc Marquez in classifica ci sono tre Yamaha, con Viñales 2° seguito da Johann Zarco e Rossi; davanti a tutte le Ducati. Eppure Valentino fa trapelare più di qualche dubbio. Sono 15 gare che la casa non vince un GP: «E non sarà un caso», ha osservato tagliente. «Le Mans per noi è spesso stata fantastica. L’anno scorso per poco non abbiamo fatto tripletta». Dal che discendono alcune consideraz­ioni: intanto stavolta è andata peggio, e poi significa che il podio potrebbe coprire le magagne in modo fuorviante proprio perché ottenuto su una pista affettuosa. «Sabato, dopo le qualifiche di cui non ero soddisfatt­o, siamo riusciti a fare bei migliorame­nti. Che si sono visti. Vorrei poter dire che resteranno per i GP successivi, ma non ne sono sicuro». Per il prossimo però magari sì, perché anche il Mugello è storicamen­te favorevole. «Nei test sono andato male (in realtà usa una descrizion­e più pittoresca ed efficace; n.d.r.), ma c’era brutto tempo e spero non facciano testo. Di sicuro dobbiamo cercare di tenere duro in questa fase, cercare di piazzarci nei primi cinque, per poi sperare di fare un salto di qualità nella seconda parte di stagione». Il problema è che le reazione sembra lenta. «Ho esperienza coi giapponesi. E sinceramen­te non mi spiego questa scarsa reattività. Noi le nostre indicazion­i le diamo, ma ci devono ascoltare».

MAVERICK FURIOSO Molto più scontento è Vinales. Una situazione strana, la sua. Cominciò l’avventura in Yamaha nel 2017 col piglio di chi avrebbe dominato tutto e tutti. Fino a qui, dove si prese una vittoria che per lui resta anche l’ultima. Un anno giusto, un campionato intero. Ieri Maverick è partito 8o, è precipitat­o 13o, per poi chiudere 7o, a 23” da Marquez, 18” da Rossi. «Non avevo grip, era quasi come se fossi partito con gomme usate», ha accusato. Per poi rincarare: «Nel nostro lato del box non stiamo lavorando bene. Io provo a spiegarmi, ma pare che non ci riesca. E sono un po’ stanco di stare dietro. Forse dobbiamo cambiare metodo di lavoro, è chiaro che qualcosa non funziona».

MARC VDS A Iwata ci penseranno. Intanto pare sempre più probabile che il team satellite diventi Marc VDS, nonostante i la rottura tra il conte Marc van der Straten e l’ormai ex team manager Micheal Bartholemy che pare destinati a un aula di tribunale. La Suzuki qui ha infatti comunicato ufficialme­nte al team belga che non fornirà una seconda squadra.

7o

PIAZZAMENT­O Partito 8o, Viñales è retrocesso 13o per poi rimontare 7o. «Come se corressi con gomme usate»

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