La Gazzetta dello Sport

Svitolina fa bis Macchina da finale 12 vittorie su 14

●KODES E SANTANGELO PREMIATI La Racchetta d’Oro 2018 è stata assegnata al ceco Jan Kodes, vincitore di tre prove Slam (Roland Garros 1970 e 1971, Wimbledon 1973), e all’azzurra Mara Santangelo, la prima tennista italiana in assoluto a vincere un torneo de

- Federica Cocchi ROMA

Mentre in Italia siamo ancora alla ricerca di un Governo, al Foro Italico nasce lo Svitolina bis. Stessa finale stesso epilogo, con la numero 1 al mondo senza portafogli­o Halep che becca un 6-0 al primo set e cede al secondo 6-4 così, giusto per fare presenza. L’ucraina, che aveva vinto lo scorso anno sul Centrale il titolo più importante della carriera, eguaglia Serena Williams, l’ultima a fare doppietta sulla terra romana nel 2013-2014. La numero 4 al mondo, quando arriva in finale, è una sentenza. Ha vinto 12 delle 14 disputate in carriera, fermandosi soltanto nel 2016 in due occasioni, a New Haven con Aga Radwanska e a Zhuhai contro Petra Kvitova. Quest’anno aveva già fatto centro a Brisbane e a Dubai, ma sulla terra non si era ancora tolta nessuna soddisfazi­one.

EREDE E’ ucraina, non è due metri come la Sharapova, ma se il tennis ha bisogno di un ricambio anche a livello di personaggi, Elina può essere la persona giusta. E’ bella, gioca bene, ama la moda e i servizi fotografic­i e sebbene ancora non abbia l’appeal della Sharapova per gli sponsor modaioli, può dare una mano di lustrini a un circuito femminile che ha bisogno di star. Senza Serena, pronta a tornare in campo a Parigi ma ancora sulla strada del recupero dalla maternità, e con una numero 1 al mondo che non ha troppo appeal, né in campo nè fuori, Svitolina può essere la donna del rilancio. «Adoro questa città – aveva detto appena rientrata sul suolo romano –. Mi piacciono i fan, l’atmosfera, è fantastico giocare davanti al pubblico italiano».

RIGIDITÀ La Halep può comunque consolarsi con la conferma del numero 1 del ranking grazie all’uscita nei quarti della Wozniacki. Sulle motivazion­i della sua debacle la romena parla di «rigidità» dovuta al match del giorno prima contro Sharapova. E dire che lei ci era arrivata senza giocare i quarti di finale, grazie al forfeit della Keys, e con un totale di 2 ore e 40 minuti contro le oltre nove di Masha. Però... «Il mio corpo era rigido e affaticato dopo il match di ieri contro Sharapova, che colpisce rapido e ti obbliga a continui spostament­i – ha spiegato –. Però non si può parlare di infortunio quando ho chiesto l’intervento della fisioterap­ista per la schiena. Il fatto è che fisicament­e non ho avuto abbastanza energia per iniziare in modo migliore la finale».

PARIGI OH CARA E a Parigi Svitolina può puntare a un bel percorso, cosa che nel 2017 non le riuscì: «L’anno scorso avevo molte aspettativ­e e forse mi ero messa troppa pressione addosso – ha ammesso –,e non voglio ripetere lo stesso errore. Anche se i tornei dello Slam restano qualcosa di speciale». Elina, che si dice con Sascha Zverev non abbia condiviso solo il titolo di Roma nel 2017, è apparsa in una strepitosa forma fisica: «Prendersi cura del corpo è sempre importante. Bisogna stare attenti a quel che si mangia, alla preparazio­ne fisica, a dormire. Voglio fare del mio meglio per iniziare bene il Roland Garros». Parigi val bene una dieta. Donne (2.827.895 euro), finale: Svitolina (Ucr) b. Halep (Rom) 6-0 6-4.

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L’ucraina Elina Svitolina, 23 anni, numero 4 del ranking Wta ANSA

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