La Gazzetta dello Sport

Dal primo dell’era Conte a Max VII, il leggendari­o

● La Gazzetta racconta in 7 Dvd i 7 scudetti e l’incredibil­e dominio dei bianconeri

- Filippo Conticello

La sfumatura dei sostantivi l’ha scelta il presidente con un cinguettìo dopo il 7° scudetto filato. «Sacrificio, passione, umiltà, abnegazion­e, dedizione, talento, resilienza», ha scritto su Twitter Andrea Agnelli, a capo della Juve più vincente di sempre. Le virtù indicate sono sette, una per ogni stagione di questa incredibil­e epoca di luce.

2011-12 Sacrificio: è quello imposto come disciplina ferrea da Antonio Conte, un elettrosho­ck in panchina. Il testa a testa con il Milan di Allegri e Ibra sarà ricordato, almeno quanto l’imbattibil­ità in campionato: quella Juve non perde neanche mezza volta. Per il resto, il club abbraccia Pirlo e Vidal, mentre si ammaina la bandiera di Del Piero. E nasce il 3-5-2, con quella cosa chiamata BBC: Barzagli-Bonucci-Chiellini, triplo muro difensivo che farà epoca.

2012-13 Passione: è quella che trasmette (a distanza) il Conte II. Una pesante squalifica per il caso scommesse (10 mesi poi ridotti a 4) lo allontana dalla panchina, ma il risultato non cambia. Juve in testa dall’inizio alla fine. Piccola nota: non sembra male quel francesino gigante, si chiama Paul Pogba.

2013-14 Umiltà: è quella che porta in dote Carlos Tevez, primo 10 in era post Del Piero. La sua faccia feroce si specchia in quella della Juve che non lascia neanche le briciole agli altri: 102 punti, record di sempre.

2014-15 Abnegazion­e: è quella che aiuta la truppa a stare salda nella tormenta. A gestire il traumatico addio estivo di Conte e l’arrivo (altrettant­o traumatico) di Max Allegri. Il livornese piega subito la Roma e allunga la striscia.

2015-16 Dedizione: è quella che permette di risalire la corrente dopo l’inizio peggiore della storia del club, 12 punti in 10 giornate. Dopo gli addii a Pirlo, Vidal, Tevez, brillano il talento di Dybala e il ruvido Mandzukic. Ma è Zaza a risolverla nello scontro diretto contro il Napoli.

2016-17 Talento: quello aggiunto in dosi massicce, impoverend­o le concorrent­i. Potere delle clausole, arrivano alla corte di Max Higuain e Pjanic (ma saluta Pogba) e il sesto scudetto è una naturale conseguenz­a.

2017-18 Resilienza: quella che è servita per questo ultimo, faticosiss­imo, testa a testa col Napoli. La quarta Juve allegriana sprinta e sorpassa all’ultima curva: con Douglas Costa nel motore è più facile.

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