La Gazzetta dello Sport

«Tutti vedono cosa succede Serve rigore»

●Shafer: «La tecnologia aiuta» Vegni: «Le prove sono evidenti e vedo quasi premeditaz­ione»

- INVIATO A ROVERETO c.ghis.

Una crono, tante domande per quello che s’è visto (e non) in tv. Poi Randall Shafer, il presidente di giuria americano (il primo extraeurop­eo nella storia dei grandi giri), alle 18.25 si presenta davanti ai cronisti per fare chiarezza. «Abbiamo rivisto le immagini dall’elicottero e dalla television­e e abbiamo sentito quello che ci hanno detto i giudici in moto. Sono state riscontrat­e infrazioni per scia prolungata. Abbiamo preso le decisioni in base alla velocità che avevamo e alla distanza che è stata registrata in tv, oltre alla valutazion­e delle sanzioni basate sulle osservazio­ni dei commissari. Ne avevamo rilevate alcune che erano significat­ive e altre che non lo erano. Vediamo di più ora che abbiamo la tecnologia video e abbiamo preso in consideraz­ione che il resto del mondo lo vede. Per noi è importante avere con i corridori un approccio rigoroso». Quando gli chiedono i nomi dei corridori è duro: «Per me sono numeri, non sono corridori». Unico inciampo quando dice che Aru è penalizzat­o di 2 minuti. Poi, a precisa domanda, si scusa tre volte e conferma i 20 secondi.

SEVERITÀ Mauro Vegni, direttore del Giro, è arrabbiato: «Stiamo cercando in tutti i modi chi froda e anche questi casi in un certo modo sono così. Quando ci sono prove evidenti, talmente chiare che non lasciano dubbi, come in questo caso, non c’è niente da dire. La filosofia di chi si sente più furbo degli altri non cambia mai. Sono cose che continuano a capitare, ma per l’etica di questo sport non dovrebbero più succedere. Sono cose che mi danno fastidio anche perché c’è quasi una premeditaz­ione. Non è bello questo».

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