Ironman Hansen: «Puntavo a 23 giri, ma stacco»
●L’australiano ha archiviato la 20a grande corsa a tappe consecutiva: «Mi serve un break, era destino che chiudessi a Roma»
Adesso lo attende il Giro della Svizzera. Ma non per turismo: e dire che una vacanza Adam Hansen se la sarebbe meritata, dopo aver concluso domenica a Roma il 20° grande giro di fila, record difficilmente superabile. No: il 37enne australiano della Lotto-Soudal sarà regolarmente al via della corsa elvetica, dal 9 al 17 giugno. «Sono un ironman, no?», scherza sceso dal podio finale dell’edizione 101 con vista Colosseo: Hansen ha ricevuto un premio speciale (con lui il direttore del Giro Mauro Vegni e Alberto Contador) per la serie partita dalla Vuelta 2011 e destinata a concludersi perché il prossimo Tour non fa parte dei programmi. «Ironman, ma anche fortunato, perché nonostante sia caduto diverse volte non ho mai avuto infortuni seri. Serve fortuna». STRADE Ride di gusto Adam quando gli facciamo notare che il filotto si sia concluso a Roma. «Una città meravigliosa, dove diverse volte sono venuto da turista. I miei nonni materni sono piemontesi, della provincia di Cuneo. Tutte le strade portano a Roma! Forse era destino che tutto dovesse finire qui, nonostante all’inizio mi fossi ripromesso di arrivare a 23 grandi giri di fila. Il numero del mio idolo, Michael Jordan. Ma è venuto il momento di staccare, dopo il Giro di Svizzera prenderò un break per programmare al meglio l’ultima parte della stagione».
POLIEDRICO Da anni Hansen, nato a Southport sulla Gold Coast, vive a Frydlandt nad Ostravici, nella Repubblica Ceca, ma fa base anche a Dubai. La sua vita non si esaurisce nel ciclismo: dalla produzione di scarpe in carbonio agli appartamenti, dai software all’abbigliamento, alla passione per la Ferrari. «Ma ora vorrei focalizzarmi sull’arredamento e sull’arte. Non so per quanto tempo farò il ciclista a tempo pieno e mi piace programmare il futuro. Continuerò a viaggiare, è la cosa più bella del mondo».
VISTO È curioso che l’inizio della serie di Hansen – Vuelta 2011 – sia coinciso con il primo podio in un grande giro di Chris Froome, secondo alle spalle del carneade spagnolo Cobo. Hansen ha ‘visto’ vincere 6 grandi giri a Froome e 4 a Nibali, 3 a Contador, 2 a Quintana. Era nella classifica generale finale quando hanno trionfato Hesjedal e Horner, Aru e Dumoulin, Wiggins. Ne è stato osservatore in ‘diretta’, il suo è un parere qualificato: «Il migliore che ho visto io è Froome, ma il più spettacolare, il più eccitante è Nibali. Per uno spettatore è il massimo perché ci prova sempre. Anche quando non è al top, anche quando tutto sembra perduto. Da Vincenzo puoi attenderti qualsiasi cosa. Nel ciclismo ci vorrebbero più Nibali».
GIORNI Hansen, ottimo uomo
squadra, ha disputato 419 tappe consecutive (non 420 perché una del Giro 2013 è stata annullata per il maltempo) percorrendo nei grandi giri quasi 70.000 chilometri: per dare un’idea, il Giro della Terra all’Equatore ne misura 40.076. Si è piazzato – escludendo 13 cronometro a squadre – 5 volte nei primi dieci, 233 tra 11° e il 100° posto, 168 oltre la 100a posizione: soprattutto, ha vinto una volta alla Vuelta (nel 2014 a Cangas de Morrazo) e una al Giro, nel 2013 a Pescara: «Due emozioni diverse. Potrei scegliere Pescara perché fu un giorno difficilissimo tra pioggia e cadute (finirono a terra tra gli altri Wiggins e Nibali, ndr). Il meteo per un ciclista è un fattore importante, i giorni più impegnativi sono stati quelli al Giro sotto la neve. Le Tre Cime di Lavaredo nel 2013, oppure la tappa dello Stelvio nel 2014. Ma questo che è appena finito forse è stato il Giro più duro. Non tanto per il percorso, piuttosto per come l’abbiamo interpretato noi corridori. Mai un momento di noia. Proprio come la mia avventura durata venti grandi giri. Un viaggio meraviglioso. Irripetibile».
«FROOME È IL MIGLIORE, MA IO SCELGO NIBALI: IL PIÙ SPETTACOLARE»
ADAM HANSEN SUI GRANDI DELLA SUA EPOCA
«DOPO IL CICLISMO CONTINUERÒ A VIAGGIARE: IL MASSIMO CHE C’È»
ADAM HANSEN SUL SUO FUTURO