McEnroe sicuro «Nadal non si batte e occhio a Serena»
●Big Mac: «Rafa un incubo per i rivali. La Williams resta fra le prime 10. A Djokovic serve altro tempo»
Un mito al microfono. John McEnroe, da talent di Eurosport, sarà protagonista di una serie di otto puntate che analizzerà in modo pungente gli episodi più particolari del torneo. Intanto, ecco i suoi pronostici.
John, nel torneo maschile qualcuno può battere Nadal?
«Credo dipenda molto da lui, sulla terra nelle partite tre set su cinque, se sta bene e non ha problemi fisici, è ancora il grande favorito. Zverev e Thiem mi sembrano i più attrezzati, forse Djokovic, forse qualcuno con un grande servizio, però è difficile battere bene e a lungo».
Qual è il segreto di Nadal?
«Ne ha più di uno. Penso alla combattività, alla volontà di vincere sempre e di non dare mai per perso un punto. E poi il suo gioco è un incubo per i rivali. In questo mi ricorda le mie partite con Borg: Bjorn ti intimidiva tecnicamente, perché con il top spin ti costringeva a snaturarti. Come per Nadal».
E tra le donne?
«Il campo è molto aperto, il pronostico è imprevedibile, ci sono almeno una decina di ragazze che possono vincere il torneo: chi si aspettava che la Ostapenko potesse uscire subito? Personalmente sarei contento se vincesse la Halep, se lo meriterebbe per il rendimento dell’ultimo anno: il problema è che deve liberarsi dalla pressione di dover imporsi per forza. E non sono d’accordo che con tante favorite ci sia poco spettacolo: in Australia la finale è stata molto più emozionante di quella maschile».
Avrebbe dato una testa di serie a Serena Williams?
«Io sì. E sono convinto che la decisione avrebbe trovato d’accordo le altre giocatrici. Anche se è stata lontana così a lungo, come fai a non considerare Serena tra le prime dieci del mondo anche sulla terra?».
Può vincere il torneo?
«Non puoi mai escluderla dal pronostico. Serena ha il miglior servizio tra le donne, ed è un’arma che conta molto. E' vero che non è mai facile tornare dopo una lunga pausa, ma possiede l’esperienza e il talento per arrivare in fondo sempre».
Prima è sembrato concedere qualche chance a Djokovic.
«È un giocatore diverso rispetto a sei mesi fa, quando sembrava un po’ perso. Sicuramente gli ha fatto bene tornare alle certezze di prima in merito allo staff. Le mie perplessità riguardano la sua tenuta fisica in un torneo di due settimane e con partite che si possono allungare: lì ci sono ancora delle incertezze».
Zverev deve dimostrare di aver acquisito una mentalità da Slam. Potrebbe aiutarlo avere al fianco un supercoach?
«Non ne sono così convinto: in fondo Nadal ha passato quasi tutta la sua carriera con lo stesso coach che poi era anche suo zio e non un grande ex giocatore. A me sembra che con il fratello e il padre Sascha abbia costruito un buon team, cambiare per il gusto di farlo non avrebbe senso. Semmai, deve cambiare atteggiamento tecnico in campo: finora negli Slam è stato troppo difensivo, deve entrare più dentro il campo».
Molti ritengono che Shapovalov sia il giocatore che più la ricordi, soprattutto con il rovescio.
«I confronti tra giocatori non reggono, ognuno ha le sue peculiarità. Certo Denis ha un’energia incredibile, è molto eccitante da vedere e sta progredendo molto. Sta facendo le cose giuste per arrivare in alto».