La Gazzetta dello Sport

PICCOLO ZIDANE BUONO PER MAX

- Di ALESSANDRO DE CALÒ

Da quando gli emiri del Qatar hanno fatto esplodere lo spread del calciomerc­ato, portando Neymar a Parigi per quei 220 milioni e passa che sappiamo, tutto viaggia in un’altra dimensione. Perché Milinkovic-Savic dovrebbe rimanere fuori dalla giostra?

Da quando gli emiri del Qatar hanno fatto esplodere lo spread del calciomerc­ato, portando Neymar a Parigi per quei 220 e passa milioni che sappiamo, tutto viaggia in un’altra dimensione. I Coutinho, i Dembélé, i Van Dijk. Perché Milinkovic-Savic dovrebbe rimanere fuori dalla giostra? Il centrocamp­ista serbo, che oggi ha 23 anni, è il giocatore che, probabilme­nte, ha avuto la progressio­ne più importante nell’ultimo campionato di Serie A. Adesso non possiamo essere noi a stabilirne il prezzo – lasciamo fare serenament­e al mercato – ma certo è che tra i campioni che giocano in Italia e hanno la quotazione più alta, lui c’è. Al momento se la gioca con Mauro Icardi, Paulo Dybala e pochi altri. La Juve ci pensa: è l’unico club che ha la forza e i soldi per tenerlo a giocare da noi. Può darsi che la Lazio di Lotito riesca a scatenare un’asta attorno a Milinkovic-Savic. Si può anche considerar­e che la vetrina del Mondiale russo riesca a spostare qualcosa: il giovane Sergej pare sia stato uno dei nodi decisivi che ha portato al cambio di c.t. sulla panchina della Serbia. Mladen Krstaijc ha inserito il centrocamp­ista tra i preconvoca­ti, in vista del girone non facile da giocare contro Brasile, Costa Rica e Svizzera. Sul match con la Seleçao, soprattutt­o, saranno puntati gli occhi del mondo. Non si scappa.

Penso che Milinkovic-Savic sia compatibil­e con i piani di rafforzame­nto della Juve, almeno per due ragioni. Costa molto, ma è giovane e ha ancora grandi margini di crescita, tanto da poter diventare un top player a livello mondiale. L’altra ragione è che piace a Max Allegri, essendo Milinkovic l’evoluzione – con altro talento e differenti potenziali­tà – del giocatore che era lui, la sintesi di molte cose. Poco prima di sbarcare a Roma, nell’agosto del 2015, Sergej aveva vinto il Mondiale Under 20 con la Serbia, battendo in finale il Brasile, giocando da trequartis­ta in un 4-2-3-1. Un paio d’anni prima, nell’Under 19, era uno dei due davanti alla difesa. Con Simone Inzaghi, che l’ha fatto crescere magnificam­ente nella Lazio, ha giocato laterale nel trio con Biglia (poi Leiva) e Parolo, ma è stato anche trequartis­ta e seconda punta.

Qualcuno pensa che Milinkovic­Savic sia un Pogba bianco, meno capriccios­o e più continuo. La stampa britannica lo considera uno degli obiettivi principali del Manchester United di Mourinho, che ha rotto col francese ex Juve e non punta più su Fellaini. Credo che Milinkovic-Savic sia – potenzialm­ente – uno dei migliori giocatori universali della sua generazion­e. Può coprire diversi ruoli nella commedia, facendo valere il fisico, la tecnica balcanica da brasiliano d’Europa, la visione di gioco super, la personalit­à. C’è qualcosa nel suo modo di muoversi, di calciare, di rendere semplici soluzioni difficili che ricordano lo Zizou Zidane giocatore. In versione bonsai, per ora. Ma il solco è quello, sta a lui lavorarci per percorrerl­o. Il valore aggiunto che possono dargli la Juve e Allegri è di mettergli addosso un turbo per farlo crescere bene e più in fretta. Con la giusta pazienza da spendere per aspettarlo, Milinkovic-Savic può diventare il giocatore che domani ti fa la differenza, quando negli scontri diretti con le big ti giochi la Champions. Non subito, ma un domani sì , può succedere. La cronaca è fondamenta­le, però la storia insegna qualcosa. Zidane in bianconero non era cresciuto male. Il Pogba dello Stadium era un’altra cosa. Ci pensi il giovane Sergej – se avrà tempo e voglia – prima di andare a bagnarsi, eventualme­nte, sotto la pioggia di Manchester. La classe non è acqua.

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