Kuzminskas boom stende Brescia Milano in finale
●Il lituano illumina l’Olimpia che chiude 3-1 la serie Pianigiani: «Un buon segnale per vincere il titolo»
Arriva, la sesta finale scudetto dell’era Armani, scavallando sofferenze in cui affiora l’anima di una squadra vera. Se poi diventerà grande lo dirà l’ultimo atto, quello che assegna il tricolore, ma intanto Milano è dove voleva e doveva essere. L’Emporio stringe il punto decisivo nel primo tempo in cui lunghezza e qualità del roster fanno la differenza, poi si barcamena, ma nel modo giusto, quando energie e mira cominciano a scemare. Brescia saluta una stagione che non può e non deve dimenticare. Alla fine, un enorme striscione dice tutto: «Per ogni giorno, per ogni attimo. Gra- zie». Ma in finale ci va la più forte, trascinata da un Kuzminskas mai visto (a Milano), il vigore di Goudelock, lo spirito di sacrificio collettivo di un gruppo che non pare più una collezione di belle figurine: «Riportare l’Olimpia in finale al primo anno del nostro progetto è importante – dice Pianigiani –. Dopo la Coppa Italia e l’infortunio di Theodore abbiamo dovuto creare nuovi equilibri e non è stato facile ma per vincere il titolo bisogna crescere nei playoff. Le tre vittorie in trasferta, due a Brescia e una a Cantù, sono un buon segnale».
INERZIA Il bis, in terra bresciana, all’inizio pare pure più facile del previsto. Diana ripesca Moore rinunciando al lungo (Hunt). C’è da sparigliare le carte per rompere un’inerzia che non appartiene alla Leonessa. Ma la zona 3-2 è spazzata via dall’impatto milanese. Circolazione di palla (7-1 gli assist dopo 10’) e controllo dei rimbalzi scavano subito il fosso. Milano, alla prima sirena, tira 8 volte in più e il 5/8 da tre mette Brescia in ginocchio. Diana vira per il quintetto tattico (Landry e Sacchetti i lunghi), ma l’Emporio vola a ripetizione sul +11. Jerrells, The Shot, da ● I punti di valutazione del lituano Kuzminskas, al massimo stagionale, come nei punti segnati, 24, e le triple realizzate, 5
lontano non perdona, mentre di là in troppi sono con la lingua di fuori e il virus dalla lunetta di gara-3 imperversa (4/8). Solo Luca Vitali, quando Brescia torna ad assetti più ortodossi, prova a ribellarsi a un destino che pare ineluttabile: dirige e realizza «Vitalone», manca solo lo straccio passato sul parquet, ma non è sufficiente. Certo, Brescia aumenta i colpi in difesa, arriva fino a -3 (31-34) però l’Emporio ha sempre qualcuno pronto a sgonfiare pensieri strani. Kuzminskas, per esempio: il lituano a una manciata di minuti dall’intervallo timbra il +9, mettendo nel sacco 16 punti e 5 rimbalzi in 13’ in campo, adesso sì il colpo di mercato pensato e realizzato a cavallo di Capodanno.
VETERANI «Un primo tempo in pieno controllo in cui ho spremuto troppo i veterani. Le percentuali al tiro della ripresa non sono sufficienti per vincere lo scudetto» aggiunge Pianigiani. L’1/6 milanese dall’arco nel terzo periodo, rianima Brescia che torna ai quintetti con i finti lunghi e torna a -3. Tripla di Kuzminskas, canestro su rimbalzo offensivo di Goudelock che poi si spende in una grande difesa. Milano infila la 10a finale nelle ultime 14 competizioni in Italia (scudetto, Coppa Italia e Supercoppa). Brescia alza le braccia. «Ci abbiamo provato – dice Diana – ma è andata male. Meritavamo gara-5». No, non è andata male. Il futuro è qui.
31