La Gazzetta dello Sport

Il rebus Joao Mario passa per il Mondiale e l’idea prestito bis

●Il portoghese di ritorno dal West Ham è un «peso» economico per l’Inter, ma la vetrina in Russia può aiutare a piazzarlo bene

- Matteo Brega INVIATO A PERUGIA

Nel 2016 arrivò da campione del Mondo, nel 2018 è tornato dal West Ham come un «peso». Brutto definire così Joao Mario, vero. Però è la realtà dei numeri che lo dice. Pagato 40 milioni (più 5 di bonus) dallo Sporting, ora è un giocatore che difficilme­nte si potrebbe vendere a 15. Il suo passaggio in prestito al West Ham è servito per rimetterlo in circolo, per mostrare al mondo che il campione d’Europa esiste ancora ed è abilissimo.

SOLUZIONI Il che corrispond­e a verità. Ma il peso di cui parlavamo prima è rappresent­ato da quel cartellino costato così tanto che ora pesa troppo su un bilancio che deve racimolare plusvalenz­e per 40-50 milioni. Joao Mario è stato ammortato per 16 milioni circa. Per pareggiare il suo costo nel bilancio bisognereb­be venderlo a 24. Impossibil­e, oggettivam­ente non ci sono club disposti a mettere questa cifra per lui sul piatto in questo momento. Allora l’Inter riflette. Qual è la soluzione migliore? Da un lato c’è chi pensa che tenerlo a Milano potrebbe offrirgli quella visibilità della Champions almeno per i primi sei mesi. C’è invece chi pensa che andrebbe prestato un’altra stagione, in maniera tale da «scontare» lo stipendio e abbassare il valore ancora da ammortare. Ed è questa la soluzione più probabile, quella su cui il d.s. Piero Ausilio sta lavorando. Una soluzione alla Geoffrey Kondogbia sarebbe la preferita. Ma bisogna trovare la piazza giusta e confidare anche in una reazione del portoghese. Il quale ora al Mondiale potrà tuffarsi in un ambiente più consono a lui, più disegnato intorno al suo carattere schivo.

ANDAMENTO LENTO Perché va ricordato che all’Inter il suo ricordo fuori dal campo è dolcissimo. È lui che si è «preso cura» di Gabigol all’inizio. È lui che ha dimostrato di avere un comportame­nto da profession­ista completo durante la prima stagione nerazzurra. Nessun vizio, nessuno slancio da star. Forse paga quel suo modo di vivere il calcio alla sua velocità, con quell’apparenza di viaggiare sempre una marcia sotto il necessario. Ma la qualità c’è, altrimenti non si sarebbe aperta una discreta asta nel 2016 quando vinse il torneo continenta­le al fianco di Cristiano Ronaldo indossando la maglia numero 10. Semmai ora bisognerà agire con oculatezza per il suo bene e per quello delle casse nerazzurre. Di offerte al momento non ne sono arrivate e il West Ham al massimo lo riprendere­bbe in prestito con un riscatto non obbligator­io. Insomma, per seguire le orme di Kondogbia servirebbe anche l’impulso del diretto protagonis­ta. Il mercato che forse può regalare più opportunit­à potrebbe proprio essere quello spagnolo, dove un calcio più ragionato sarebbe un vestito più adatto alle sue caratteris­tiche. Ma quest’anno l’Inter vorrebbe inserire un riscatto legato a cifre fisse fatte di gol e presenze in maniera tale da poter chiudere questa esperienza in maniera non tragica economicam­ente. Perché la speranza è l’ultima a morire, ma di rivedere Joao Mario ancora con la maglia nerazzurra esistono pochissime possibilit­à.

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Joao Mario, 25 anni, all’Inter ha disputato 44 partite in Serie A GETTY

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