L’Uefa avvisa: «Più attenzione alla sostenibilità dei club»
●Da domani regole più severe. Traverso, responsabile del fairplay finanziario: «L’affidabilità dei soci diventa basilare»
Né Milan né Inter sono mai citate, ma il pensiero cade spesso da queste parti. Il discorso è generale, riguarda un po’ tutti. E’ una fotografia del calcio italiano, delle difficoltà dei nostri club – a parte qualche caso virtuoso – nel confronto economico e sportivo con le rivali europee. La scatta Andrea Traverso, managing director financial sustainability & research dell’Uefa. In altri termini, il responsabile del fairplay finanziario. «Dal 2011, da quando cioè è entrato in vigore – racconta –, abbiamo assistito a una crescita globale del sistema, ma a velocità diverse. L’Italia cresce, ma meno rapidamente di altri Paesi. Dei 12 club che hanno aumentato i propri ricavi di un miliardo e 600 milioni – aggiunge –, l’unica italiana è la Juventus». Tutte le altre, non pervenute.
GIRO DI VITE La platea è selezionatissima. Rappresentanti delle istituzioni, dirigenti di società, manager, giornalisti finanziari. Si presenta l’ottavo «Report calcio» realizzato dalla Figc con Arel e Pwc: come di consueto, un termometro dello stato di salute del nostro movimento. Diventa l’occasione per spiegare, in anteprima europea, i dettagli delle nuove norme del fairplay finanziario, in vigore da domani. Un giro di vite che fa venire più di qualche grattacapo. E qui sì che l’ombra del Milan aleggia. Il club a cui è stato negato prima il voluntary e poi il settlement agreement, al momento in attesa di giudizio, col rischio già oggi di restare fuori dall’Europa («Il processo non tocca la Figc, è diretto tra club ed Uefa, la Federazione non può fare nulla», chiarisce il d.g. Michele Uva), dovrà fare i conti con parametri sempre più stringenti. L’Uefa chiede una gestione dei club più trasparente e sostenibile, in un quadro contabile più armonizzato e con controlli più severi e, soprattutto, immediati. Se si vorrà ottenere la licenza per partecipare alle competizioni europee, sarà obbligatorio assolvere ad alcune ottemperanze – pubblicare i bilanci, compresi i costi degli agenti, regolarizzare prestiti, bonus e incentivi –, mentre diventeranno sconsigliabili altre operazioni.
ATTENZIONATO Un monitoraggio particolare sarà riservato ai club che mostrano segnali d’allarme o hanno una situazione debitoria molto elevata, con spese per i trasferimenti sopra i 100 milioni oltre a quanto incassato. E qui Traverso sembra proprio riferirsi al Milan. «C’è il rischio che società basate su questo modello possano sforare il nuovo indice di sostenibilità. Gli azionisti penseranno ora due volte prima di iniettare ulteriori capitali». In generale, valga per tutti questo monito: «Il finanziamento dei soci già oggi viene valutato e verificato attentamente, soprattutto nei casi di società che richiedono ricapitalizzazioni continue – conclude Traverso –. L’affidabilità dei soci diventa fondamentale». Capito?