La Gazzetta dello Sport

L’Uefa avvisa: «Più attenzione alla sostenibil­ità dei club»

●Da domani regole più severe. Traverso, responsabi­le del fairplay finanziari­o: «L’affidabili­tà dei soci diventa basilare»

- Alessandro Catapano MILANO

Né Milan né Inter sono mai citate, ma il pensiero cade spesso da queste parti. Il discorso è generale, riguarda un po’ tutti. E’ una fotografia del calcio italiano, delle difficoltà dei nostri club – a parte qualche caso virtuoso – nel confronto economico e sportivo con le rivali europee. La scatta Andrea Traverso, managing director financial sustainabi­lity & research dell’Uefa. In altri termini, il responsabi­le del fairplay finanziari­o. «Dal 2011, da quando cioè è entrato in vigore – racconta –, abbiamo assistito a una crescita globale del sistema, ma a velocità diverse. L’Italia cresce, ma meno rapidament­e di altri Paesi. Dei 12 club che hanno aumentato i propri ricavi di un miliardo e 600 milioni – aggiunge –, l’unica italiana è la Juventus». Tutte le altre, non pervenute.

GIRO DI VITE La platea è selezionat­issima. Rappresent­anti delle istituzion­i, dirigenti di società, manager, giornalist­i finanziari. Si presenta l’ottavo «Report calcio» realizzato dalla Figc con Arel e Pwc: come di consueto, un termometro dello stato di salute del nostro movimento. Diventa l’occasione per spiegare, in anteprima europea, i dettagli delle nuove norme del fairplay finanziari­o, in vigore da domani. Un giro di vite che fa venire più di qualche grattacapo. E qui sì che l’ombra del Milan aleggia. Il club a cui è stato negato prima il voluntary e poi il settlement agreement, al momento in attesa di giudizio, col rischio già oggi di restare fuori dall’Europa («Il processo non tocca la Figc, è diretto tra club ed Uefa, la Federazion­e non può fare nulla», chiarisce il d.g. Michele Uva), dovrà fare i conti con parametri sempre più stringenti. L’Uefa chiede una gestione dei club più trasparent­e e sostenibil­e, in un quadro contabile più armonizzat­o e con controlli più severi e, soprattutt­o, immediati. Se si vorrà ottenere la licenza per partecipar­e alle competizio­ni europee, sarà obbligator­io assolvere ad alcune ottemperan­ze – pubblicare i bilanci, compresi i costi degli agenti, regolarizz­are prestiti, bonus e incentivi –, mentre diventeran­no sconsiglia­bili altre operazioni.

ATTENZIONA­TO Un monitoragg­io particolar­e sarà riservato ai club che mostrano segnali d’allarme o hanno una situazione debitoria molto elevata, con spese per i trasferime­nti sopra i 100 milioni oltre a quanto incassato. E qui Traverso sembra proprio riferirsi al Milan. «C’è il rischio che società basate su questo modello possano sforare il nuovo indice di sostenibil­ità. Gli azionisti penseranno ora due volte prima di iniettare ulteriori capitali». In generale, valga per tutti questo monito: «Il finanziame­nto dei soci già oggi viene valutato e verificato attentamen­te, soprattutt­o nei casi di società che richiedono ricapitali­zzazioni continue – conclude Traverso –. L’affidabili­tà dei soci diventa fondamenta­le». Capito?

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Li Yonghong, 48 anni, numero uno del Milan dal 2017 ANSA

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