La Gazzetta dello Sport

Garcia «POCHI FORTI COME BALOTELLI AVETE TALENTI: MANCINI, A TE»

- di MASSIMO CECCHINI INVIATO A FIRENZE

GRAZIE ALLA SUA DUTTILITÀ PUÒ GIOCARE ANCHE DA MEZZALA

SU ALESSANDRO FLORENZI CENTROCAMP­ISTA NAZIONALE

IN ALTRO RUOLO PUÒ RACCOGLIER­E L’EREDITÀ DI DE ROSSI

SU LORENZO PELLEGRINI CENTROCAMP­ISTA NAZIONALE

La chiesa azzurra non è più al centro del villaggio globale. Anzi, l’eliminazio­ne dal Mondiale sembra averla ridotta in macerie su cui cominciare a ricostruir­e. In vista della sfida alla Francia, un grande esperto di urbanistic­a applicata al calcio, Rudi Garcia, dall’osservator­io privilegia­to delle Seychelles, analizza la situazione, spremendo un cuore diviso tra il passato romanista e il presente marsiglies­e.

Garcia, si sarebbe mai aspettato un’Italia fuori dal Mondiale?

«Mai, e spero che sia l’ultima volta. È difficile fare un’analisi dei motivi. Forse in Serie A giocano troppi stranieri, ma di talenti ne avete, anche se potrebbero essercene di più. Il fatto è che nei club giocano poco. I nostri centri federali invece funzionano bene nel reclutamen­to e così produciamo tanti ottimi calciatori, anche se poi il nostro torneo non ha la forza di trattenerl­i. In nazionale, però, poi possiamo contare su gente come Griezmann, Varane, Kanté e così adesso potenzialm­ente siamo in grado di vincere il Mondiale, o almeno di arrivare fra le prime quattro».

Non rigiri il coltello nella ferita. La Francia si permette il lusso di lasciare a casa Benzema, Martial e Lacazette, che da noi sarebbero titolari.

«Non solo, anche il mio Payet. Siamo forti, e vedrete che questo potrebbe essere il Mondiale di Mbappé. È formidabil­e e la Russia è il palcosceni­co giusto».

Intanto Pogba non riesce ancora a convincere del tutto.

«Stia tranquillo, rimane un grande. E se giocherà in un centrocamp­o a tre non avrà problemi d’impiego».

Ci consoli: Mancini è l’uomo giusto per ricostruir­e?

«Certamente. È bravo, esperto e pronto a lavorare con i tanti giovani di talento che avete. Ma non è facile perdere gente come quella del blocco Juve, a cominciare da Buffon. A proposito, vedrete che nel Psg si troverà benissimo, è un grande acquisto. Gigi, oltre che un formidabil­e portiere, è anche un grande uomo. Anzi, per lui faccio un’eccezione: spero che torni anche in Nazionale».

Per il resto, però, spazio ai giovani.

«Certo. Io ad esempio, punto su Pellegrini. L’ho fatto esordire in Serie A e, pur in un altro ruolo, può raccoglier­e l’eredità di De Rossi. Romagnoli è bravo e affidabile, Chiesa ha grandi potenziali­tà e Florenzi, grazie alla sua duttilità, può giocare anche da mezzala. E poi c’è Balotelli...».

Appunto. Si parla del suo Marsiglia che lo vuole.

«Senta, di due cose non parlo: di mercato e di Roma. Però le dico che l’ho seguito da vicino ed è uno dei più forti giocatori d’Italia. In Francia ha fatto benissimo, non ha mai avuto problemi di comportame­nto ed è stato apprezzato dai compagni. Se il Marsiglia vuole migliorare, deve puntare ad acquistare giocatori forti».

Mario è sempre bersaglio dei razzisti: voi avete sconfitto questo problema?

«Nessuno può considerar­si mai al riparo, ma questa è gente che non deve entrare più in uno stadio. Nel calcio si devono giudicare i giocatori soltanto in due modi: se sono forti o scarsi. Il resto – il colore della pelle, la religione – non conta».

A livello di club, più facile che l’Italia torni al vertice o che la Francia ci agganci?

«Di sicuro i nostri dirigenti stanno facendo un ottimo lavoro, se è vero che hanno venduto i diritti tv per quasi 1,2 miliardi. Voi invece litigate tanto, lo si vede anche in politica, no? L’importante sarebbe arrivare ad avere quattro squadre in Champions. Il Marsiglia è la squadra con più tifosi in Francia, ma non ce l’abbiamo fatta, nonostante la finale di Europa League contro l’Atletico Madrid. Comunque, col Psg, in pratica pare di giocare per il 2° posto, ma è un po’ quello che negli ultimi anni è successo anche in Serie A con la Juve».

A proposito, è vero che dopo il primo anno alla Roma i bianconeri l’hanno contattata?

«Proposte ne ho avute, ma io non ho mai considerat­o i gialloross­i come un trampolino per andare altrove. A Roma ho vissuto un’esperienza bellissima e faccio ancora i compliment­i a Di Francesco per la stagione. Sono stati bravissimi».

E più facile vederla diventare c.t della Francia o ancora allenatore in Serie A?

«Io sto benissimo al Marsiglia, che spero di riportare presto in Champions. Alla Nazionale potrei pensare quando non avrò voglia di allenare tutti i giorni, cosa che adesso intendo fare. Per un ritorno in Italia invece le dico solo: perché no?».

GRANDE COME PORTIERE E UOMO: SPERO CHE TORNI IN NAZIONALE

SU GIGI BUFFON EX PORTIERE NAZIONALE

«I VOSTRI GIOVANI NEI CLUB GIOCANO TROPPO POCO LA FRANCIA È UN ESEMPIO TORNARE AD ALLENARE IN ITALIA? PERCHÉ NO...»

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