Garcia «POCHI FORTI COME BALOTELLI AVETE TALENTI: MANCINI, A TE»
GRAZIE ALLA SUA DUTTILITÀ PUÒ GIOCARE ANCHE DA MEZZALA
SU ALESSANDRO FLORENZI CENTROCAMPISTA NAZIONALE
IN ALTRO RUOLO PUÒ RACCOGLIERE L’EREDITÀ DI DE ROSSI
SU LORENZO PELLEGRINI CENTROCAMPISTA NAZIONALE
La chiesa azzurra non è più al centro del villaggio globale. Anzi, l’eliminazione dal Mondiale sembra averla ridotta in macerie su cui cominciare a ricostruire. In vista della sfida alla Francia, un grande esperto di urbanistica applicata al calcio, Rudi Garcia, dall’osservatorio privilegiato delle Seychelles, analizza la situazione, spremendo un cuore diviso tra il passato romanista e il presente marsigliese.
Garcia, si sarebbe mai aspettato un’Italia fuori dal Mondiale?
«Mai, e spero che sia l’ultima volta. È difficile fare un’analisi dei motivi. Forse in Serie A giocano troppi stranieri, ma di talenti ne avete, anche se potrebbero essercene di più. Il fatto è che nei club giocano poco. I nostri centri federali invece funzionano bene nel reclutamento e così produciamo tanti ottimi calciatori, anche se poi il nostro torneo non ha la forza di trattenerli. In nazionale, però, poi possiamo contare su gente come Griezmann, Varane, Kanté e così adesso potenzialmente siamo in grado di vincere il Mondiale, o almeno di arrivare fra le prime quattro».
Non rigiri il coltello nella ferita. La Francia si permette il lusso di lasciare a casa Benzema, Martial e Lacazette, che da noi sarebbero titolari.
«Non solo, anche il mio Payet. Siamo forti, e vedrete che questo potrebbe essere il Mondiale di Mbappé. È formidabile e la Russia è il palcoscenico giusto».
Intanto Pogba non riesce ancora a convincere del tutto.
«Stia tranquillo, rimane un grande. E se giocherà in un centrocampo a tre non avrà problemi d’impiego».
Ci consoli: Mancini è l’uomo giusto per ricostruire?
«Certamente. È bravo, esperto e pronto a lavorare con i tanti giovani di talento che avete. Ma non è facile perdere gente come quella del blocco Juve, a cominciare da Buffon. A proposito, vedrete che nel Psg si troverà benissimo, è un grande acquisto. Gigi, oltre che un formidabile portiere, è anche un grande uomo. Anzi, per lui faccio un’eccezione: spero che torni anche in Nazionale».
Per il resto, però, spazio ai giovani.
«Certo. Io ad esempio, punto su Pellegrini. L’ho fatto esordire in Serie A e, pur in un altro ruolo, può raccogliere l’eredità di De Rossi. Romagnoli è bravo e affidabile, Chiesa ha grandi potenzialità e Florenzi, grazie alla sua duttilità, può giocare anche da mezzala. E poi c’è Balotelli...».
Appunto. Si parla del suo Marsiglia che lo vuole.
«Senta, di due cose non parlo: di mercato e di Roma. Però le dico che l’ho seguito da vicino ed è uno dei più forti giocatori d’Italia. In Francia ha fatto benissimo, non ha mai avuto problemi di comportamento ed è stato apprezzato dai compagni. Se il Marsiglia vuole migliorare, deve puntare ad acquistare giocatori forti».
Mario è sempre bersaglio dei razzisti: voi avete sconfitto questo problema?
«Nessuno può considerarsi mai al riparo, ma questa è gente che non deve entrare più in uno stadio. Nel calcio si devono giudicare i giocatori soltanto in due modi: se sono forti o scarsi. Il resto – il colore della pelle, la religione – non conta».
A livello di club, più facile che l’Italia torni al vertice o che la Francia ci agganci?
«Di sicuro i nostri dirigenti stanno facendo un ottimo lavoro, se è vero che hanno venduto i diritti tv per quasi 1,2 miliardi. Voi invece litigate tanto, lo si vede anche in politica, no? L’importante sarebbe arrivare ad avere quattro squadre in Champions. Il Marsiglia è la squadra con più tifosi in Francia, ma non ce l’abbiamo fatta, nonostante la finale di Europa League contro l’Atletico Madrid. Comunque, col Psg, in pratica pare di giocare per il 2° posto, ma è un po’ quello che negli ultimi anni è successo anche in Serie A con la Juve».
A proposito, è vero che dopo il primo anno alla Roma i bianconeri l’hanno contattata?
«Proposte ne ho avute, ma io non ho mai considerato i giallorossi come un trampolino per andare altrove. A Roma ho vissuto un’esperienza bellissima e faccio ancora i complimenti a Di Francesco per la stagione. Sono stati bravissimi».
E più facile vederla diventare c.t della Francia o ancora allenatore in Serie A?
«Io sto benissimo al Marsiglia, che spero di riportare presto in Champions. Alla Nazionale potrei pensare quando non avrò voglia di allenare tutti i giorni, cosa che adesso intendo fare. Per un ritorno in Italia invece le dico solo: perché no?».
GRANDE COME PORTIERE E UOMO: SPERO CHE TORNI IN NAZIONALE
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«I VOSTRI GIOVANI NEI CLUB GIOCANO TROPPO POCO LA FRANCIA È UN ESEMPIO TORNARE AD ALLENARE IN ITALIA? PERCHÉ NO...»