La Gazzetta dello Sport

Martinelli: «Se fossi in Fabio io non andrei in Francia»

●Il tecnico della Astana: «Meglio una ripartenza soft». Nibali: «Io mi rifugio in Sicilia»

- Ciro Scognamigl­io cscognamig­lio@gazzetta.it twitter@cirogazzet­ta

Ha lavorato con Fabio Aru a lungo, tanto a lungo (2012-2017) da stentare a credere che il sardo potesse lasciare l’Astana, come poi è effettivam­ente avvenuto. Giuseppe Martinelli ha visto crescere «live» l’attuale campione d’Italia (passato profession­ista proprio con la squadra kazaka), lo ha diretto nella vittoriosa Vuelta (2015) e nei due podi al Giro (2014-2015). A proposito della definizion­e dei programmi per la seconda parte della stagione non si tira indietro e dà la sua opinione: «Se fossi in Fabio e in chi lo dirige non metterei il Tour in programma. Troppo esigente, troppa pressione, anche se non si andasse con obiettivi di fare classifica. A fine mese c’è il campionato italiano... Non è durissimo, ma Fabio avrà il numero uno e si dovrà presentare con la forma necessaria per onorarlo. Poi sarebbe meglio una ripresa soft, non necessaria­mente proponendo­si subito in corse World Tour, per puntare alla Vuelta e al finale di stagione». Un precedente aiuta a capire il pensiero di Martinelli. Anche al Tour de France 2016 Aru aveva avuto una giornata nera, nell’ultima tappa di montagna: arrivato a 17’38” dal vincitore, scese dal 6° al 13° posto. Ma poi era stato protagonis­ta di una bella Olimpiade: 6°. A quel punto, si doveva scegliere: partecipar­e alla Vuelta o no? Il sardo non prese parte alla corsa spagnola (era campione in carica), ma fu scelto un programma alternativ­o basato quasi esclusivam­ente sulle corse di un giorno. Non arrivarono successi, ma qualche piazzament­o (4° al Giro dell’Emilia, 6° alla MilanoTori­no) prima di chiudere con l’11° posto del Lombardia.

SQUALO Vincenzo Nibali è stato compagno di squadra di Aru dal 2013 al 2016. Entrambi vivono a Lugano. «L’ho visto molto arrabbiato — commenta lo Squalo, che durante il Giro si è allenato in altura al Teide e rientrerà domenica al Delfinato —. Ed è normale, visto quello che gli è capitato. È difficile potergli dare un consiglio adesso. Posso dire che io, quando voglio rilassarmi mentalment­e, avere un po’ di spazio libero, magari una settimana... vado in Sicilia. È un modo per potersi rigenerare e fare mente locale».

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Giuseppe Martinelli, 63 anni, con Fabio Aru alla Vuelta 2014 BETTINI

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