La Gazzetta dello Sport

Aru verso il Tour Senza pressioni Per ritrovarsi

●Dopo il ritiro al Giro, probabile cambio di programma: a breve l’incontro con Saronni e Gianetti

- Luca Gialanella

Non si può lasciare ai box un talento come Fabio Aru e, soprattutt­o, va cancellata l’immagine che il campione sardo in maglia tricolore ha dato al Giro. A inizio della prossima settimana, in Svizzera, lo scalatore di Villacidro incontrerà Beppe Saronni e Mauro Gianetti, i due manager della Uae-Emirates. Sul tavolo il discorso preparazio­ne e allenament­o, che finora aveva coinvolto in prima persona Paolo Tiralongo, voluto da Aru, e il dottor Roberto Corsetti, responsabi­le medico del team: si stanno cercando soluzioni alternativ­e, con tecnici e preparator­i di qualità anche in arrivo dall’estero. I ruoli dovranno essere chiarissim­i. Aru è un progetto da 2,5 milioni di euro all’anno per tre stagioni, e va valorizzat­o. Bisogna dargli subito la possibilit­à di tornare competitiv­o, ovviamente nel rispetto dei tempi fisiologic­i del suo recupero. E al momento la miglior soluzione sul tavolo sembra portare al Tour de France, che scatterà sabato 7 luglio dalla Vandea.

OBIETTIVI Qui il leader designato è l’irlandese Daniel Martin, sesto nel 2017. Qui ci sarà la squadra più forte con Kristoff e Rui Costa. Qui Aru non avrà il peso della responsabi­lità, aspetto che l’ha schiacciat­o al Giro prima ancora del calo fisico (ritiro il 25 maggio nella tappa del Colle delle Finestre), e troverà un ambiente caldo. La vittoria di un anno fa a La Planche des Belles Filles, quando staccò Froome, è ancora viva, così come i due giorni in maglia gialla. Al Tour si è visto l’Aru che piace a Saronni, che combatte, ha coraggio, infiamma i tifosi e non molla mai, a prescinder­e dal risultato. Il Tour perché? Perché non si può aspettare il 25 agosto, inizio della Vuelta, la seconda corsa a tappe che Aru aveva in programma. Tre mesi senza appuntamen­ti top, tre mesi a macerarsi con il pensiero a quello che è stato, tre mesi a guardare Nibali e gli altri in tv. No, impossibil­e da accettare. Ve l’immaginate Aru che passa da un allenament­o all’altro, dal Giro d’Austria al Giro di Polonia, in attesa del riscatto? E il Mondiale? Ora sono altri i problemi da risolvere, poi si vedrà. Inutile focalizzar­si su un obiettivo lontano 120 giorni quando Fabio non ha ancora dato una pedalata in testa al gruppo, e il miglior piazzament­o è stato il quarto posto (il 10 marzo!) sul Sassotetto alla Tirreno-Adriatico. Il 30 settembre, a Innsbruck, percorso durissimo, perfetto per Aru, ma non è la priorità. La Nazionale del c.t. Cassani è imperniata su Vincenzo Nibali, leader assoluto. Si va verso una riedizione della squadra olimpica di Rio 2016. In quel caso Aru, uscito malconcio dal Tour con una cotta di 17’, venne convinto da Cassani a spalleggia­re Nibali, ed è stata un’esperienza importante di crescita. Adesso no, il quadro è diverso: per Saronni, il Mondiale va bene se Aru possa essere cocapitano. Gregario di superlusso, ancora una volta, di Nibali? Ora no. DIFFICOLTÀ Tutta la Uae-Emirates, dopo una campagna acquisti stellare, ha vissuto una primavera che sottotono è dire poco. Appena tre vittorie, tutte di Kristoff. Saronni è preoccupat­o per la mancanza di competitiv­ità. Mauro Gianetti fa da tramite tra l’insoddisfa­zione dei manager degli Emirati, con cui ha rapporti quotidiani, e una immediata ricerca di soluzioni. Ci sono 37 giorni prima del Tour. Esclusi malattie e guai fisici, l’unica certezza per Aru è il lavoro fatto al Giro. Quei 3000 chilometri ci sono nelle gambe del sardo, che si era preparato con serietà per emergere nell’ultima durissima settimana: come Froome, che al Tour of the Alps era allo stesso livello. A Fabio non servono lavori massacrant­i in montagna, ma velocizzaz­ione, tanto dietro moto con scatti in salita, e magari anche sedute in pista. Aru ha bisogno di cambio di ritmo, brillantez­za. L’ultimo test potrebbe essere l’Adriatica-Ionica, la corsa di Argentin, cinque tappe dal 20 al 24 giugno, con la cronosquad­re e un bell’arrivo in salita sul Giau. Soprattutt­o, Fabio ha bisogno di ritrovare il sorriso, il piacere di salire in bici e di divertirsi. Tutta l’Italia è al suo fianco.

NESSUN PESO Nella Boucle il capitano della UaeEmirate­s sarà Daniel Martin

Fabio non avrà il peso della responsabi­lità che al Giro l’ha schiacciat­o

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LAPRESSE Fabio Aru, 27 anni, non ha concluso un grande giro per la prima volta in carriera

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