La Gazzetta dello Sport

«Dopo Londra il trampolino era diventato un incubo»

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Imesi successivi alle delusioni di Londra sono stati durissimi. Si dice che dopo un crollo, una caduta, ci si può solo risollevar­e. Ma poi, quando ci sei dentro, devi attingere a tutte le tue forze per risalire la china. E rinascere. La prima gara internazio­nale dopo i Giochi è stato il Sei Nazioni di Torino: non avevo nessuna voglia di partecipar­e, salire sul trampolino era un incubo. Stavo proprio male. L’idea del ritiro aveva visitato i miei pensieri, ma ho sempre saputo che una decisione così impulsiva non me la sarei mai perdonata. Non ero sicura che sarei andata avanti altri quattro anni, che sarei stata presente a Rio, ma piantare tutto lì non era logico. Dopo i Mondiali di Barcellona del 2013 mi ero ritrovata al collo due medaglie d’argento: da un metro e nel sincro. Poteva essere il momento giusto per dire basta, in fondo avevo riscattato la delusione olimpica.

Mi sentivo appagata e felice, finalmente. Ma il mio ritiro avrebbe coinvolto troppe persone, sarebbe stata una decisione di puro egoismo nei confronti del team. A cominciare da Francesca Dallapé che era stata eccezional­e nel farmi ravvedere dal mio insano proposito di ritiro nel 2012. La rinascita è stata sicurament­e legata alla scelta di cambiare allenatore, di abbandonar­e la guida di mio papà per affidarmi a Oscar Bertone. Il risultato di Barcellona era la prova che avevamo imboccato la strada giusta. Non era ipotizzabi­le dire basta dopo un anno.

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 ??  ?? La delusione a Londra 2012 per il quarto posto nel sincro e l’argento ai Mondiali 2013 ANSA
La delusione a Londra 2012 per il quarto posto nel sincro e l’argento ai Mondiali 2013 ANSA

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