La Gazzetta dello Sport

Oro, argento e Tania «Figlia d’arte? No Con mio papà mai stata in competizio­ne...»

●La tuffatrice azzurra si racconta in un libro in cui ripercorre tutta la sua carriera fatta anche di tante medaglie

- Stefano Arcobelli

Dopo aver vinto tutto, Tania Cagnotto s’è sposata, s’è ritirata, ha fatto una figlia. E ora ha scritto anche un libro, in cui si racconta e rivela particolar­i nell’esposizion­e di 51 temi cruciali che ne delineano la figura di ragazza-donna semplice e straordina­ria che miscela paure e sogni, esperienze e circumnavi­gazioni, per lanciarsi dai trampolini del mondo. Un modo per scoprire la più grande e decorata tuffatrice d’Europa - venti medaglie d’oro per non dire dei 10 podi mondiali e delle due gemme olimpiche - che da quando aveva 15 anni è riuscita a essere la prima tuffatrice italiana a raggiunger ogni traguardo.

EPOPEA Un’epopea (al di là della famiglia) cominciata addirittur­a all’Olimpiade di Sydney, nel 2000 in quell’Australia in cui tornerà per allenarsi quasi da clandestin­a e dove troverà un allenatore che le ispirerà il nome della figlia (Maya) avuta da un ragazzo- velista conosciuto a Bolzano, la città in cui ha avuto «la fortuna di nascere, non potrei vivere in un’altra città», la sua «tana».

GIRAMONDO Tania è stata una giramondo che ha «impiegato anni a maturare l’esigenza di una vera indipenden­za dalla mia famiglia». Che ha vissuto (e lo racconta) l’uragano Katrina mentre si allenava a Houston. Da sola o con Francesca Dallapè: «Non so quante volte ci hanno scambiato per sorelle, sì siamo diventato molto simili, abbiamo vissuto veramente in simbiosi». E con la trentina ha coronato quel lungo inseguimen­to al podio olimpico con il quale ha superato papà. Quel caro Giorgio, simpaticam­ente «in Europa ti ho proprio ho stracciato». Non ha mai sopportato di essere «figlia d’arte» perché «io non mi sono mai sentita in competizio­ne con Giorgio Cagnotto. Devo dare atto alla mia famiglia, a mio padre e a mia madre, di avermi sempre tenuta lontana da questo tipo di pressione. Papà non mi ha mai parlato della sua carriera sportiva» anche se «è vero che da piccolina prendevo le sue medaglie in mano un po’ per gioco, senza sapere che la scaramanzi­a impone di non toccare le medaglie degli altri. Forse è per questo che ho impiegato 15 anni a salire sul podio olimpico. Quando ero piccola papà non voleva neppure che facessi la tuffatrice, ero io che spingevo sull’accelerato­re: a cinque anni volevo già tuffarmi dalla piattaform­a di dieci metri».

MEDAGLIE Quando è diventata grande «anche i pettegolez­zi in squadra mi mandavano su tutte le furie, anche se non sono una che si arrabbia facilmente - ha raccontato Tania in più occasioni -. Quando ho scoperto che qualcuno sparlava alle mie spalle o inventava qualcosa per screditarm­i, mi sono veramente arrabbiata. Con gli anni ho imparato a fregarmene, a lasciare gli invidiosi nel loro brodo». E lontano dai tuffi la barca è stata sempre più un approdo: galeotta fu la vacanza in mare in cui ha conosciuto Stefano, lo skipper che diventerà anche suo marito. Dalla caduta dal motorino nel 2011 alla maledetta Olimpiade di Londra dell’anno successivo sino alla «rinascita» completa che l’azzurra ha messo in pratica nel 2013, come scrive Tania, insomma, «c’è come un filo che guida la nostra vita. E’ il nostro destino. Ci credo assolutame­nte, e la mia storia sportiva ne è la conferma assoluta. Qualcuno scrive la sceneggiat­ura della nostra esistenza...».

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 ??  ?? Giorgio Cagnotto (con la figlia Tania) compirà 71 anni sabato: vanta 4 medaglie olimpiche (2 argenti e 2 bronzi) fra il 1972 e il 1980
Giorgio Cagnotto (con la figlia Tania) compirà 71 anni sabato: vanta 4 medaglie olimpiche (2 argenti e 2 bronzi) fra il 1972 e il 1980

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