La Gazzetta dello Sport

Borini: «Caro Milan Rimango e vinciamo» Li: i 10 milioni in arrivo

●«Possibile fuggi-fuggi post Uefa? E per dove, scusate: qui siamo al Milan. Sto aspettando la rivincita con la Juve»

- Marco Pasotto MILANO

FINISCO LE PARTITE STREMATO COME CAPITAVA A LUI, SIAMO SIMILI

L’HO AIUTATO IN CAMPO E FUORI. NON MI SONO RESO UN GRAN SERVIZIO...

Fabio è un ragazzo di 27 anni che si sposta per il centro di Milano in bici, legge molto, cucina, adora arredare casa e quando va al ristorante si imbarazza se gli riservano il tavolo bello. Gli piacerebbe essere «un supereroe della Marvel», anche se in realtà «un po’ lo sono già perché i bambini in fondo i calciatori li vedono così». Esatto, stiamo parlando di un calciatore: Fabio, che di cognome fa Borini, sembra inviato in missione dal dio del pallone apposta per sbriciolar­e gli stereotipi della categoria. Si affaccia dalla terrazza di casa con vista sull’Arco della Pace, dopo aver salutato – in inglese, come sempre – l’adorata moglie Erin e racconta: «Lei è innamorata di Milano, è la città ideale per entrambi. A livello umano per noi e profession­almente per me».

DEDIZIONE Borini per il Milan dell’ultima stagione spesso è stato il coniglio uscito dal cilindro: il numero che ti risolve lo spettacolo. E non sfugga un particolar­e piuttosto importante: fra i dieci giocatori di movimento acquistati un anno fa, è stato lui il più economico (6 milioni). In una sola stagione ha toccato tutti gli angoli del campo, alternativ­a preziosa in caso di emergenza e importante anche a gara in corso. Fabio è come l’arredament­o di casa sua: particolar­e ma essenziale. Sulla libreria ha un pallone da football americano autografat­o da Odell Beckham Jr. – fenomeno dei New York Giants – e non più di quattro o cinque riconoscim­enti personali, fra Inghilterr­a e Roma, in mezzo a tante foto di famiglia. «Mi piace il football americano perché mi rispecchio nella filosofia della dedizione e del lavoro duro».

Già, lei è quello che corre fin quando la sorreggono le gambe.

«Diciamo che è una delle caratteris­tiche che più mi fanno assomiglia­re a Gattuso. In me rivedo

SU RINO GATTUSO ALLENATORE MILAN la stessa carica, la cattiveria agonistica. Io, come lui, finisco le partite stremato. D’altra parte mia madre corre ancora (lunghe distanze, ndr), mio papà lo faceva (200-400 metri, ndr) e mia sorella faceva salto in lungo. Non c’è da stupirsi».

Per un corridore come lei gli allenament­i di Gattuso non dovrebbero essere un problema. È vero che con Montella faticavate molto di meno?

«Dico solo una cosa: se uno vuole allenarsi forte e bene, lo fa con tutti».

Lungo la stagione il suo apporto è stato importante: bilancio?

«Per me assolutame­nte positivo. Le aspettativ­e nei miei confronti non erano molto elevate e io credo di aver dimostrato di valere la maglia del Milan. Penso di aver fatto vedere buone cose nonostante la maggior parte delle volte non abbia giocato nel mio ruolo naturale. La giudico un’annata sorprenden­te e il mio rendimento mi dà anche un pizzico di rivalsa: dopo essere stato a lungo all’estero, la gente si era un po’ dimenticat­a di me».

Che cosa deve succedere la prossima stagione per mantenere il sorriso?

«Gol e soprattutt­o minuti in più, ovvio. Segnare e continuare a stare in panchina è un po’ frustrante. Io vorrei giocare e non essere solo una pedina. Intendo ritagliarm­i un ruolo da protagonis­ta. Non sono al Milan per svernare, ma per rimettermi in gioco».

Da attaccante o... da terzino?

(risata, ndr) «Alla terza volta che Gattuso mi ha messo lì, sono andato da lui e gli ho detto che se ci fosse stato bisogno di me in quel ruolo, avrei voluto impararlo per bene. Sono movimenti che in carriera ho sempre cercato di neutralizz­are e ora mi sta capitando di doverli mettere in pratica. Non so in che ruolo giocherò l’anno prossimo, ma di base resto un attaccante, eh...».

Se fosse lei a mettersi in campo, che farebbe?

«Seconda punta in un 4-4-2».

Per il suo approccio al lavoro si considera un esempio?

«In questo senso sì. Sono uno che lavora tanto e credo di farlo bene. Sono generoso di natura, anche in spogliatoi­o: sulla base della mia esperienza (si è trasferito da Bologna al Chelsea a 16 anni, ndr) ho aiutato gli altri neo acquisti con la lingua, ho fatto da tramite, li ho coinvolti nell’adattament­o e l’ho fatto con piacere perché so di aver dato una mano al gruppo».

Che cos’è il Milan per lei?

«Storia e famiglia. Un passato di enorme profilo e uno staff che si prende cura dei giocatori. Tocchi con mano che ti vogliono bene. Mi è successo solo qui e al Liverpool».

Se la sentenza Uefa fosse pesante, ci sarebbe il rischio di un fuggi-fuggi da Milanello?

«Per quanto mi riguarda di certo no. In generale non credo. Potrebbe essere una situazione che ci lega ancora di più. E poi, scusi, fuggi-fuggi per dove? Qui siamo al Milan».

Suso però potrebbe partire a causa della clausola.

«L’ho visto crescere a Liverpool, ora è un giocatore molto più SU CALHANOGLU ATTACCANTE MILAN consapevol­e. Se andasse via creerebbe un bel vuoto».

Dall’altra parte c’è Calhanoglu, finalmente sbocciato.

«Un po’ l’ho aiutato anch’io... Qualche consiglio di campo azzeccato, ma soprattutt­o fuori. Diciamo che non ho reso un gran servizio a me stesso (ride, ndr)».

È stato onesto. Si descriva in tre aggettivi.

«Ambizioso, coraggioso e determinat­o».

Lei ha avuto Mirabelli già a Sunderland: ce lo racconta?

«Lavora molto bene perché conosce moltissimi giocatori non solo dal punto di vista tecnico, ma anche della personalit­à. E questo è di grande aiuto per creare un gruppo vincente».

A proposito di vittorie, intese come titoli: a quando la prima col Milan?

«Sto aspettando la rivincita con la Juve, in Supercoppa. Giocare nella prima metà di agosto potrebbe avvantaggi­arci se il mister non ci ammazza in precampion­ato... (ride, ndr). Il mio sogno è vincere un trofeo con questa maglia, la Supercoppa sarebbe un’ottima introduzio­ne verso prospettiv­e più importanti».

 ??  ?? JOLLY Fabio Borini, 27 anni, si è trasferito dal Bologna al Chelsea a 16 anni. Ha debuttato coi Blues in prima squadra nel 2009. Quindi esperienze con Swansea, Parma, Roma, Liverpool e Sunderland fino all’arrivo la scorsa estate al Milan, che lo ha...
JOLLY Fabio Borini, 27 anni, si è trasferito dal Bologna al Chelsea a 16 anni. Ha debuttato coi Blues in prima squadra nel 2009. Quindi esperienze con Swansea, Parma, Roma, Liverpool e Sunderland fino all’arrivo la scorsa estate al Milan, che lo ha...
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy