Fabian multiuso è l’alternativa a centrocampo
●Inizi da trequartista, ora regista o mezzala. Ed esperienza da «vecchio»
Cristiano Giuntoli è sempre stato vicino a Maurizio Sarri ma con quest’ultimo si è «divertito» poco sul mercato: aveva indicazioni precise e non si poteva discostare da certi nomi. Con Ancelotti, invece, Giuntoli può formulare varie proposte e confrontarsi perché Carletto predilige gente duttile agli «specialisti».
MATURITÀ Ecco, Fabian Ruiz è un trequartista nato che però ora gioca da regista e che può agire pure da mezzala. Mica male per un ragazzo di 22 anni, che paradossalmente ha bruciato le tappe facendo qualche passo indietro. Come fosse già «vecchio», Fabian crescendo ha arretrato il suo raggio d’azione ed in effetti se c’è una cosa che stupisce vedendolo giocare è la sua maturità. Per la precisione, Fabian si fa apprezzare per la capacità di leggere i momenti della partita riuscendo a capire in fretta quando è il momento di accelerare e quando invece è il caso di palleggiare. Era più «dribblomane» un paio di anni fa, quando però, proprio con le sue giocate di qualità, fece un figurone per 52’ alla sua prima contro il Real nella Liga (24 gennaio 2016), confezionando anche l’assist per il momentaneo vantaggio siglato da Cejudo.
DERBY Sembrava l’inizio di una rapida ascesa ma l’anno dopo lo spazio al Betis, da sempre la sua squadra del cuore avendo preferito i colori biancoverdi a quelli del Siviglia, lo spazio si era ridotto e Fabian ha deciso di andare a giocare in Segunda all’Elche per non fare panchina. Scelta vincente perché al Betis è tornato nell’ultima stagione da titolare, anzi è diventato fondamentale grazie a Quique Setien che è solito cambiare spesso sistema di gioco e lo ha piazzato quasi sempre al centro di una mediana a tre. La prodezza nel derby con il Siviglia resta fin qui il suo ricordo più bello perché lo sognava da sempre, ma Fabian non è certo uno che ha il gol nel sangue nonostante sia dotato di un buon mancino e di un discreto calcio da fuori. Segnava spesso, invece, nelle giovanili: nel suo paese, Los Palacios y Villafranca, era considerato un fenomeno. Lì lo ha pescato il Betis, che ha creduto in lui al punto da rinnovargli il contratto appena finito l’ultimo mercato invernale per aumentargli la clausola e portarla a 30 milioni. Un tentativo per blindare il «gioiello di famiglia», quello che il Napoli sta tentando di portar via anche a caro prezzo.