SUPERMERCATO NAZIONALE
Tiene banco il mercato, anche alla vigilia del primo test serio di Mancini contro i Bleus. Nel «suo» stadio Balotelli potrebbe avere la fascia di capitano
● Test contro la Francia: molti protagonisti dal futuro incerto. Cristante verso la Roma, Verdi piace a Napoli e Inter, Perin è molto vicino alla Juventus. E Bonucci resterà al Milan?
Ogni tanto va così: ci facciamo del male pensando a quello che sarebbe stato e non sarà. Per chiunque si fosse seduto in panchina – ma davvero Ventura avrebbe lasciato anche in caso di qualificazione? – questi sarebbero stati giorni complicati: il c.t. si sarebbe trovato costretto a invocare pace per i suoi uomini in cammino verso il Mondiale, visto che c’è più di mezza Italia coinvolta se non inghiottita da discorsi di mercato. Il problema per Mancini è relativo: «Abbiamo lavorato bene, i giocatori sono tranquilli perché abituati a questa situazione». Anzi, il c.t. può augurarsi che le prime gare (amichevoli) del suo nuovo corso vengano considerate tanto più una possibile vetrina, dai giocatori: in mostra per i suoi occhi, e quelli di eventuali nuove pretendenti. A cominciare da Francia-Italia di stasera.
PORTIERI Dei convocati da Mancini solo Sirigu dovrebbe avviarsi a un’estate di stabilità: il Napoli ha già bussato, ma Cairo e Mazzarri lo hanno già definito un cardine del Toro di domani. Come anche Belotti e Baselli, che pure hanno non pochi occhi addosso e potrebbero garantire un introito importante. Perin non è un punto interrogativo perché ha già detto addio al Genoa, lo è perché ha scelto di andarsi a giocare con Szczesny, ma partendo da dietro, il posto di successore di Buffon. E Mancini non gliele ha mandate a dire: «Soprattutto un portiere ha bisogno di giocare con continuità». Il caso più delicato, tanto per cambiare, è quello di Donnarumma: formalmente incedibile per il Milan, milanista a vita per Raiola. Ma fra frustate dell’Uefa e nebbia sul futuro economico del club, oggi non esistono certezze di incedibilità fra i gattusiani.
DIFENSORI Il discorso dunque vale anche per gli altri rossoneri convocati da Mancini. In teoria per Bonaventura, che però al momento non ha ipotesi di «viaggi» all’orizzonte; sicuramente per Bonucci e Romagnoli. Il primo la scorsa estate è stato l’uomo simbolo del nuovo corso milanista e questo, assieme al prezzo pagato per il suo cartellino (42 milioni), rappresenta entrambe le facce della medaglia: il club sa che, in caso di sacrificio necessario, l’attuale capitano azzurro non farebbe muro di fronte all’ipotesi di cessione; ma sa anche che sarebbe molto più facile fare plusvalenza con Romagnoli (pagato 25 milioni, e ha 8 anni di meno), l’altro pezzo pregiato di casa Milan. Per il resto, la difesa pare il reparto di Mancini più tranquillo: Caldara raggiungerà De Sciglio e Rugani; Criscito ha già fatto la sua scelta di cuore (Genoa) e D’Ambrosio è intoccabile per l’Inter. In attesa di chiarezza Zappacosta: la separazione dal Chelsea di Conte, che lo aveva voluto a Londra, potrebbe cambiare le prospettive.
CENTROCAMPISTI Jorginho per 50 milioni di motivi si può già considerare fra le braccia di Guardiola, al City. Florenzi, pur con un rinnovo in ballo da tempo, resterà fra quelle di Di Francesco. Come anche Pellegrini, a meno che qualcuno non paghi la clausola di 30 milioni abbondanti che esiste già, e resterà tale a meno che il giallorosso non decida di firmare un rinnovo che oggi non è fra le sue priorità (e la Juve annusa la situazione). Due i centrocampisti destinati a cambiare maglia. Mandragora
rientra alla Juve, che potrebbe inserirlo in altre trattative per completare la crescita già avviata a Crotone. Per Cristante la Roma è in netta pole position: resta possibile un coinvolgimento nella trattativa di Defrel, che però ha un ingaggio pesante e tentenna, nonostante il gradimento di Gasperini.
ATTACCANTI È il ruolo ovvia- mente più soggetto a «distrazioni» di mercato. Balotelli è ben felice di averne, visto che ha deciso di lasciare il Nizza, che a sua volta lo «lascerà» per un comodo indennizzo di circa 10 milioni. Forse al Marsiglia («L’importante è che faccia la scelta giusta: a Nizza sono stati due anni ottimi», ha detto ieri Mancini), o al Dortmund se il suo ormai ex tecnico Favre sarà più convincente con Mario. Tie-
pidi, o con meno possibilità (vedi Parma e Genoa), sono per ora i club italiani, e quello che avrebbe più ascendente (il Milan) al momento non ha margini di manovra. Anche a Zaza non dispiacerebbe tornare in Italia e Mazzarri, nel caso, non lo vedrebbe male in un suo 35-2, anche in coppia con Belotti. Già detto della probabile (salvo maxi offerta irrinunciabile, non solo dall’estero con la clausola) permanenza del Gallo e prevedibili quelle di Immobile e Insigne nella Lazio e nel Napoli, va seguito con attenzione il doppio ballottaggio, in azzurro e sul mercato, di Verdi e Politano: piacciono a Inter e Napoli. Il Sassuolo potrebbe pensare al doppio colpo se Di Francesco, che oggi in attacco è a posto, dovesse essere costretto causa cessioni a rifare la corte a Berardi, e se l’esterno rilanciato da Mancini dovesse spingere per accettarla.
IL CHIESA CHE VERRÀ E a proposito di corteggiamenti, la Fiorentina insiste a far muro su Chiesa. La volontà è reciproca: il club viola vuole tenerlo (fra un anno non varrà meno dei 60-70 milioni attuali), il giocatore resta volentieri per completare la sua maturazione. Tanto più se potrà giocare in Europa League. La variabile è un’offerta monstre dall’estero o comunque interessante dall’Italia. Il Napoli potrebbe ritentare l’assalto, ma in quel caso entrerebbe in gioco la volontà del ragazzo e Chiesa alla prossima stagione, quella della necessaria consacrazione, chiede un posto da titolare. E questa garanzia potrebbe prospettargliela più l’Inter della Juve.