CAN CAN ZIZOU
CONTE, SARRI E CANNAVARO NEL GRAN BALLO DELLE PANCHINE
Sondato da Madrid il capitano del Mondiale 2006, ma Pochettino è in pole: lascerebbe il posto al Tottenham per il tecnico ancora legato al Napoli. Il Chelsea su Blanc può liberare l’ex Juve
Panico alla Casa Blanca. Ad appena 5 giorni dalla conquista della terza Champions consecutiva Zinedine Zidane ha deciso di abbandonare il Real Madrid, e il grigiore della faccia di Florentino Perez ieri a Valdebebas, pietrificato alla sua destra, non può essere più eloquente: nessuno si aspettava l’addio del tecnico che in Champions non è mai stato eliminato e che in meno di 900 giorni ha vinto 9 dei 13 trofei a cui ha partecipato. Però Zidane è così: ha smesso di giocare con una testata a Materazzi, lascia la panchina madridista con quello che per tanti osservatori è un colpo di testa. «Sì, so che a molti di voi la decisione potrà sembrare strana – ha detto ieri – ma per me non è così. È una scelta meditata. Sento che è la cosa migliore da fare: per continuare a vincere a questa squadra serve un cambio».
IRREMOVIBILE Prima ha preso la parola Perez: «Sapete com’è Zidane, se decide una cosa è quella. No, oggi non rispondo ad ulteriori domande e non parlo del futuro. Ora inizieremo a pensare al prossimo allenatore». Cosa non facile, né per il presidente né per il prescelto, che si troverà a dover rimpiazzare un mito assoluto del madridismo, adorato dal pubblico e dai giocatori. E che dovrà adattarsi ad un’estate torrida. Il futuro di Ronaldo e Bale è per aria, così come quello di Benzema. Perez sogna Neymar e deve fronteggiare pressanti richieste di rinnovo, Ronaldo in primis, seguito da capitan Ramos.
IL TOTO-NOMI
Un fatto è certo: l’uscita di scena del francese dà il la ad un domino che tocca mezza Europa, Italia compresa. A Madrid è partita forte la voce che indica in Mauricio Pochettino il suo erede, peccato, però, che proprio la settimana scorsa abbia prolungato fino al 2023 con il Tottenham. Smentita la voce che vanti una clausola liberatoria. Di certo c’è che il presidente degli Spurs Levy è abile negoziatore, e con Florentino si è già scontrato per Modric e 5 anni fa per Bale (facendoselo pagare 100 milioni). Di Pochettino si era parlato con insistenza già in inverno, un feeling alimentato in prima persona dal presidente galactico. Poi l’eliminazione del Tottenham ad opera della Juve aveva ridimensionato parecchio la figura del tecnico argentino, anche perché la contemporanea rincorsa dei Blancos in Europa aveva puntellato il rapporto tra Zizou e il suo esigente presidente. Almeno così credevano tutti… In realtà lo staff di Florentino non ha mai perso di vista l’allenatore che s’era messo in luce nell’Espanyol prima del lancio in Premier col Southampton. Così il recente rinnovo a Londra è il frutto di una lunga trattativa. A caldo, però, è dura indicare un lieto fine, visto che mister Levy non intende mollare la presa con facilità. Un po’ per necessità (ma anche per calcolo), allora nella capitale spagnola si diffondono tante voci. Alcune credibili, altre meno: di sicuro datate.
IL PIANO A Pochettino ha prolungato col club londinese, ma senza clausola liberatoria
Il presidente Levy con Florentino si è già scontrato per Modric e Bale