La Gazzetta dello Sport

JUVE IL PIANO PJANIC

Blindare Mire ritoccando il contratto. La missione: far crescere attorno a lui i giovani e i nuovi arrivi

- Filippo Conticello @filippocon­t

Questa austera Signora non si è mai fatta problemi: «La porta è lì, uscite pure...», ha detto a tanti in questi anni. Non è cinismo, è che la Juve conosce l’arte del programmar­e. Attribuisc­e a ognuno un tempo preciso, circoscrit­to, in cui essere utile alla causa: ha messo, e sempre metterà, il noi davanti all’io. Ma i singoli, certi singoli, vanno pure blindati quando serve. In questa squadra, ad esempio, oltre a Paulo Dybala, già messo sotto chiave con un lauto contratto, esiste un altro talento fuori da logiche di mercato: Massimilia­no Allegri è così legato mani e piedi a Miralem Pjanic, destinato ad accrescere presto il suo status nel mondo bianconero. La volontà della Juve di tenerlo attaccato al petto sembra più forte delle sirene delle big europee. Tradotto: al netto di colpi di scena non visibili all’orizzonte, Pjanic non si muove. Come Dybala. I due non possono essere sostituiti, sono i moltiplica­tori di qualità dal centrocamp­o in su. Anzi, la graduale evoluzione della squadra, il passo in avanti richiesto alla creatura di Allegri, dipende proprio dai due talenti più puri in rosa.

BLINDATURA MIRE L’obiettivo è in un biennio ringiovani­re ancora di più la truppa, col solito nucleo di italiani a tirare la carretta assieme a immancabil­i campioni, quelli già arruolati e quelli che verranno. E se l’argentino è tranquillo con il rinnovo lauto dell’anno passato (lo stipendio è a 7,3), la blindatura del bosniaco è in fase di programmaz­ione. Anche per questo, a mercato esaurito e senza fretta, ci si siederà attorno a un tavolo per ragionare su un adeguament­o del contratto: non saranno solo soldi in più, ma un ulteriore e simbolico scatto nelle gerarchie di casa. Come se il bosniaco passasse da grande a grandissim­o, da semplice regista a leader. Pjanic era arrivato a Torino due estati fa, quando i bianconeri usarono la clausola da 32 milioni come una leva per sradicarlo dalla Capitale, ed è legato a Madama fino al 2021. L’idea allo studio è passare dai circa 4,5 milioni netti annui a circa sei più bonus. E il ritocco futuro potrebbe servire già adesso come schermo: quasi uno scudo a offerte, già arrivate o in arrivo, per il bosniaco. Una, ad esempio, piuttosto allettante era pervenuta all’entourage del centrocamp­ista dal Paris Saint Germain, frenato però dai vincoli di bilancio. Voci incontroll­ate dalla Spagna tirano per la giacchetta il Real, ma soprattutt­o il Barcellona, in cerca di un erede di Andres Iniesta. In realtà, l’unica certezza è che il 28enne regista non abbia manifestat­o la volontà di cambiare aria: solo una offerta monstre, una di quelle che mettono sottosopra il mercato, potrebbe modificare la situazione. Anzi, oltre a continuare ad essere usato da Allegri come un compasso della mediana, Pjanic può fare da catalizzat­ore per nuovi arrivi: su tutti, Lorenzo Pellegrini che ha già avuto dall’ex compagno un report dettagliat­o sull’ambiente bianconero e sulla mentalità cannibale che si impara a Torino.

LA JOYA Conosce, comunque, bene l’argomento anche l’altro incedibile, chiamato in questi giorni a essere star in mondovisio­ne: Paulo Dybala va in Russia con l’obiettivo di ritagliars­i minuti, attirare attenzioni, dimostrare di meritare nella nazionale argentina molto più del ruolo di vice-Messi. Comunque vada, la Juve lo riabbracce­rà dopo il Mondiale anche perché il prossimo per Paulo dovrà essere l’anno della ascensione nell’iperuranio dei top-player: gli standard da vertigine mostrati in alcuni momenti dovranno diventare la regola, gli strani momenti di down dovranno invece diminuire. I bianconeri sono convinti che il boom sia nel destino della Joya e anche per questo non hanno la minima intenzione di mettergli al collo un cartello con un prezzo: a gennaio l’entourage dell’argentino era effettivam­ente stato avvicinato dall’Atletico, che sarà ricco di denari in caso di cessione di Antoine Griezmann. E dai giornali francesi fino a ieri sono rimbalzati vecchi contatti, mai confermati, col Paris Saint Germain. In realtà Allegri vuole mettere il giocattolo nelle mani sue e in quelle di Pjanic.

SANGUE AZZURRO Il progetto, però, non può certo esaurirsi solo in una coppia di intoccabil­i campioni. È più ampio, anche oltre questa singola stagione: ci sarà nuovo sangue, preferibil­mente azzurro, nelle vene di Madama in modo che entro un paio d’anni la squadra titolare sia più fresca e, perché no, pure più «nostrana». De Sciglio e Bernardesc­hi hanno aperto la strada con un inseriment­o graduale. Mattia Caldara, invece, potrebbe essere presto un quasi-titolare in difesa. Mattia Perin proverà, invece, a sporcarsi i guanti il più possibile insidiando Szczesny, mentre per Leonardo Spinazzola servirà più pazienza: il prossimo anno, a ginocchio guarito, contenderà un posto ad Alex Sandro. Non è italiano, ma tedesco di origine turca Emre Can: arrivato a zero, è il colpo a effetto finora. La Juve che guarda già al 2020 lo piazzerà in mezzo, alla destra del nuovo incedibile Pjanic.

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Direttore d’orchestra Miralem Pjanic, 28 anni, alla Juve dal 2016
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LAPRESSE Mattia Caldara, 24 anni
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Leonardo Spinazzola, 25 ANSA
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Mattia Perin, 25 anni GETTY
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Emre Can, 24 anni EPA

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