JUVE IL PIANO PJANIC
Blindare Mire ritoccando il contratto. La missione: far crescere attorno a lui i giovani e i nuovi arrivi
Questa austera Signora non si è mai fatta problemi: «La porta è lì, uscite pure...», ha detto a tanti in questi anni. Non è cinismo, è che la Juve conosce l’arte del programmare. Attribuisce a ognuno un tempo preciso, circoscritto, in cui essere utile alla causa: ha messo, e sempre metterà, il noi davanti all’io. Ma i singoli, certi singoli, vanno pure blindati quando serve. In questa squadra, ad esempio, oltre a Paulo Dybala, già messo sotto chiave con un lauto contratto, esiste un altro talento fuori da logiche di mercato: Massimiliano Allegri è così legato mani e piedi a Miralem Pjanic, destinato ad accrescere presto il suo status nel mondo bianconero. La volontà della Juve di tenerlo attaccato al petto sembra più forte delle sirene delle big europee. Tradotto: al netto di colpi di scena non visibili all’orizzonte, Pjanic non si muove. Come Dybala. I due non possono essere sostituiti, sono i moltiplicatori di qualità dal centrocampo in su. Anzi, la graduale evoluzione della squadra, il passo in avanti richiesto alla creatura di Allegri, dipende proprio dai due talenti più puri in rosa.
BLINDATURA MIRE L’obiettivo è in un biennio ringiovanire ancora di più la truppa, col solito nucleo di italiani a tirare la carretta assieme a immancabili campioni, quelli già arruolati e quelli che verranno. E se l’argentino è tranquillo con il rinnovo lauto dell’anno passato (lo stipendio è a 7,3), la blindatura del bosniaco è in fase di programmazione. Anche per questo, a mercato esaurito e senza fretta, ci si siederà attorno a un tavolo per ragionare su un adeguamento del contratto: non saranno solo soldi in più, ma un ulteriore e simbolico scatto nelle gerarchie di casa. Come se il bosniaco passasse da grande a grandissimo, da semplice regista a leader. Pjanic era arrivato a Torino due estati fa, quando i bianconeri usarono la clausola da 32 milioni come una leva per sradicarlo dalla Capitale, ed è legato a Madama fino al 2021. L’idea allo studio è passare dai circa 4,5 milioni netti annui a circa sei più bonus. E il ritocco futuro potrebbe servire già adesso come schermo: quasi uno scudo a offerte, già arrivate o in arrivo, per il bosniaco. Una, ad esempio, piuttosto allettante era pervenuta all’entourage del centrocampista dal Paris Saint Germain, frenato però dai vincoli di bilancio. Voci incontrollate dalla Spagna tirano per la giacchetta il Real, ma soprattutto il Barcellona, in cerca di un erede di Andres Iniesta. In realtà, l’unica certezza è che il 28enne regista non abbia manifestato la volontà di cambiare aria: solo una offerta monstre, una di quelle che mettono sottosopra il mercato, potrebbe modificare la situazione. Anzi, oltre a continuare ad essere usato da Allegri come un compasso della mediana, Pjanic può fare da catalizzatore per nuovi arrivi: su tutti, Lorenzo Pellegrini che ha già avuto dall’ex compagno un report dettagliato sull’ambiente bianconero e sulla mentalità cannibale che si impara a Torino.
LA JOYA Conosce, comunque, bene l’argomento anche l’altro incedibile, chiamato in questi giorni a essere star in mondovisione: Paulo Dybala va in Russia con l’obiettivo di ritagliarsi minuti, attirare attenzioni, dimostrare di meritare nella nazionale argentina molto più del ruolo di vice-Messi. Comunque vada, la Juve lo riabbraccerà dopo il Mondiale anche perché il prossimo per Paulo dovrà essere l’anno della ascensione nell’iperuranio dei top-player: gli standard da vertigine mostrati in alcuni momenti dovranno diventare la regola, gli strani momenti di down dovranno invece diminuire. I bianconeri sono convinti che il boom sia nel destino della Joya e anche per questo non hanno la minima intenzione di mettergli al collo un cartello con un prezzo: a gennaio l’entourage dell’argentino era effettivamente stato avvicinato dall’Atletico, che sarà ricco di denari in caso di cessione di Antoine Griezmann. E dai giornali francesi fino a ieri sono rimbalzati vecchi contatti, mai confermati, col Paris Saint Germain. In realtà Allegri vuole mettere il giocattolo nelle mani sue e in quelle di Pjanic.
SANGUE AZZURRO Il progetto, però, non può certo esaurirsi solo in una coppia di intoccabili campioni. È più ampio, anche oltre questa singola stagione: ci sarà nuovo sangue, preferibilmente azzurro, nelle vene di Madama in modo che entro un paio d’anni la squadra titolare sia più fresca e, perché no, pure più «nostrana». De Sciglio e Bernardeschi hanno aperto la strada con un inserimento graduale. Mattia Caldara, invece, potrebbe essere presto un quasi-titolare in difesa. Mattia Perin proverà, invece, a sporcarsi i guanti il più possibile insidiando Szczesny, mentre per Leonardo Spinazzola servirà più pazienza: il prossimo anno, a ginocchio guarito, contenderà un posto ad Alex Sandro. Non è italiano, ma tedesco di origine turca Emre Can: arrivato a zero, è il colpo a effetto finora. La Juve che guarda già al 2020 lo piazzerà in mezzo, alla destra del nuovo incedibile Pjanic.