La Gazzetta dello Sport

Così il Cavallino ha vinto la battaglia degli sviluppi

●Il motore evoluzione, i nuovi deflettori e le ali scariche hanno fatto la differenza per la velocità

- Paolo Filisetti

La Ferrari a Montreal ha vinto un GP chiave per la corsa al Mondiale e ha conquistat­o anche la sfida degli sviluppi nei confronti della Mercedes. La conformazi­one del circuito dell’Isola di Notre Dame richiede un compromess­o molto spinto a livello di assetto aerodinami­co. Se da un lato, infatti, è peculiare l’efficienza perché una monoposto sia competitiv­a su questa pista, è altrettant­o vero che è importante mantenere un livello di carico che consenta di indurre un adeguato grip sui pneumatici, soprattutt­o nei tratti guidati. Oltre a queste caratteris­tiche, che implicano scelte generalizz­ate tra i team, è rilevante la posizione di settima gara in calendario, per quanto concerne la rotazione delle power unit, quest’anno limitate a solo tre esemplari per pilota per l’intera stagione.

ROSSA ATTIVA Su entrambi i fronti, la Ferrari si è dimostrata la più attiva tra i top team, introducen­do per Vettel l’Evo2 della power unit 062, e un consistent­e pacchetto di modifiche a livello aerodinami­co. Per quanto concerne il propulsore, l’aspetto più rilevante riguarda l’adozione di una testata alleggerit­a, ed un diverso disegno delle camere di combustion­e, per una maggiore efficienza in termini di consumi. Gli sviluppi aerodinami­ci, invece, hanno riguardato un nuovo fondo caratteriz­zato da tre deflettori inferiori che indirizzan­o il flusso d’aria incrementa­ndone la velocità. A livello visivo, si sono notati nuovi deviatori di flusso che lavorano in combinazio­ne con il nuovo fondo. Sono caratteriz­zati da schermi verticali di maggiore sezione e dalla presenza di numerosi generatori di vortici che rendono la porzione inferiore del flusso più energizzat­a e pulita dalle turbolenze generate dalle ruote anteriori.

TORI IN FORMA Interessan­ti, invece, le scelte operate dalla Red Bull, che oltre a dotare la RB14 dell’evoluzione del propulsore Renault (Tag Heuer), ha utilizzato una configuraz­ione aerodinami­ca che chiarament­e privilegia­va l’efficienza, montando al posteriore la stessa ala introdotta a Baku, caratteriz­zata da un profilo principale molto rialzato, quindi con incidenza minima del flap, riducendo la resistenza all’avanzament­o sul lungo rettilineo che precede il traguardo.

STELLA OPACA Per contro, Mercedes, è stata, dei tre top team, quella con meno modifiche. L’evoluzione della power unit è stata posticipat­a al GP di Francia, a causa di problemi riscontrat­i nella fase di delibera nel processo di controllo qualità al banco prova. A livello aerodinami­co la W09 ha ricevuto solo degli adattament­i al circuito, rinunciand­o ai generatori di vortice posti sulle fiancate introdotti a Monaco, e qui rimossi a favore di una minore resistenza in rettilineo.

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La Ferrari a Montreal ha utilizzato nuovi deflettori più ampi ai lati delle fiancate rinunciand­o all’aletta a T sul cofano
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2. Mercedes ha rinunciato ai piccoli flap generatori di vortice che aveva messo sulle fiancate dal GP di Montecarlo
2 2. Mercedes ha rinunciato ai piccoli flap generatori di vortice che aveva messo sulle fiancate dal GP di Montecarlo
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3. La Red Bull in Canada ha usato l’ala di Baku con il profilo a bassa incidenza per migliorare la velocità sul rettilineo
1. 3 3. La Red Bull in Canada ha usato l’ala di Baku con il profilo a bassa incidenza per migliorare la velocità sul rettilineo

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