Così il Cavallino ha vinto la battaglia degli sviluppi
●Il motore evoluzione, i nuovi deflettori e le ali scariche hanno fatto la differenza per la velocità
La Ferrari a Montreal ha vinto un GP chiave per la corsa al Mondiale e ha conquistato anche la sfida degli sviluppi nei confronti della Mercedes. La conformazione del circuito dell’Isola di Notre Dame richiede un compromesso molto spinto a livello di assetto aerodinamico. Se da un lato, infatti, è peculiare l’efficienza perché una monoposto sia competitiva su questa pista, è altrettanto vero che è importante mantenere un livello di carico che consenta di indurre un adeguato grip sui pneumatici, soprattutto nei tratti guidati. Oltre a queste caratteristiche, che implicano scelte generalizzate tra i team, è rilevante la posizione di settima gara in calendario, per quanto concerne la rotazione delle power unit, quest’anno limitate a solo tre esemplari per pilota per l’intera stagione.
ROSSA ATTIVA Su entrambi i fronti, la Ferrari si è dimostrata la più attiva tra i top team, introducendo per Vettel l’Evo2 della power unit 062, e un consistente pacchetto di modifiche a livello aerodinamico. Per quanto concerne il propulsore, l’aspetto più rilevante riguarda l’adozione di una testata alleggerita, ed un diverso disegno delle camere di combustione, per una maggiore efficienza in termini di consumi. Gli sviluppi aerodinamici, invece, hanno riguardato un nuovo fondo caratterizzato da tre deflettori inferiori che indirizzano il flusso d’aria incrementandone la velocità. A livello visivo, si sono notati nuovi deviatori di flusso che lavorano in combinazione con il nuovo fondo. Sono caratterizzati da schermi verticali di maggiore sezione e dalla presenza di numerosi generatori di vortici che rendono la porzione inferiore del flusso più energizzata e pulita dalle turbolenze generate dalle ruote anteriori.
TORI IN FORMA Interessanti, invece, le scelte operate dalla Red Bull, che oltre a dotare la RB14 dell’evoluzione del propulsore Renault (Tag Heuer), ha utilizzato una configurazione aerodinamica che chiaramente privilegiava l’efficienza, montando al posteriore la stessa ala introdotta a Baku, caratterizzata da un profilo principale molto rialzato, quindi con incidenza minima del flap, riducendo la resistenza all’avanzamento sul lungo rettilineo che precede il traguardo.
STELLA OPACA Per contro, Mercedes, è stata, dei tre top team, quella con meno modifiche. L’evoluzione della power unit è stata posticipata al GP di Francia, a causa di problemi riscontrati nella fase di delibera nel processo di controllo qualità al banco prova. A livello aerodinamico la W09 ha ricevuto solo degli adattamenti al circuito, rinunciando ai generatori di vortice posti sulle fiancate introdotti a Monaco, e qui rimossi a favore di una minore resistenza in rettilineo.