VETTEL TRIONFA IN CANADA
MACCHINA E SEB SOGNARE SI PUÒ
Altroché se c’è la Ferrari! Sulla pista che doveva spingere la Mercedes ancora più su, Vettel ha dominato dalle prove all’ultimo metro di corsa e ha ribaltato il Mondiale: adesso in testa c’è lui.
La lettera «G» quella che Sebastian Vettel vorrebbe aggiungere a fine stagione alla sua Ferrari, battezzata Loria, è tornata a prendere forma e colore. Il tedesco si è preso tutto sull’isola di Notre Dame: pole, vittoria e comando del Mondiale — ora ha un solo punto su Lewis Hamilton —, in una corsa noiosa, dopo il terrificante botto iniziale tra Hartley e Stroll, e accorciata di 2 giri per l’errore indotto della modella Winnie Harlow che, chiamata a sventolare la bandiera a scacchi, su ordine di un commissario lo h a fatto un giro in anticipo, mandando in confusione i piloti. È stato forse l’unico vero momento di incertezza per il ferrarista.
TRICOLORE Le note dell’inno di Mameli hanno costituito una dolce colonna sonora per i tantissimi italo canadesi (solo a Montreal se ne contano 300 mila) che attendevano questo momento da 14 anni, da quando Michael Schumacher aveva tagliato per primo il traguardo. Le statistiche dicono che, dal 2000, quando la rossa ha vinto qui ha poi centrato il bersaglio grosso. E se, come è giusto che sia, Vettel, con Arrivabene e Binotto, fa gli scongiuri, come non si può pensare al Mondiale dopo il bilancio di queste prime 7 gare con Seb che, persa per circostanze sfortunate la corsa di Baku, è tornato per la terza volta sul gradino più alto del podio, spezzando l’equilibrio creato a Monaco con tre piloti a pari vittorie? Certo, anche in passato di questi tempi si erano fatti pensieri altrettanto ambiziosi, ma quest’anno la Ferrari ha un’arma in più: la velocità sul giro secco in qualifica che ha sinora consentito a Sebastian di tornare quel killer che era ai tempi della Red Bull, con 4 pole conquistate. E a questa virtù che è nel dna della SF71H, un bel supporto lo ha fornito la nuova power unit, in-