I 40 MILIONI EXTRA DELLA CHAMPIONS E L’EFFETTO SUNING PER LIMITARE IL GAP CON I BIANCONERI
L’Inter è in crescita, sostenuta sotto varie forme dall’azionista come nessun’altra squadra italiana. Il ritorno in Champions, peraltro, le schiude nuovi orizzonti. Ma il mercato nerazzurro, anche dal punto di vista contabile, è diviso in due. Entro il 30 giugno vanno realizzate cospicue plusvalenze per rispettare il pareggio di bilancio: servono 40-45 milioni, si cercherà di incamerarli valorizzando i giovani (oltre ai vari Nagatomo e Kondogbia) e senza vendere i pezzi pregiati. Dal primo luglio i paletti del fair play Uefa saranno molto meno stringenti, si sta provando anche ad avere maggiore margine d’azione sulla lista Uefa, finora vincolata al saldo zero (o positivo) tra acquisti e cessioni.
NUOVI CONTRATTI L’obiettivo, per il futuro, è l’autofinanziamento. Ma al momento l’aiuto di Suning è fondamentale per un club storicamente in perdita: in due anni il colosso cinese ha immesso oltre mezzo miliardo nelle casse nerazzurre, tra aumento di capitale, prestiti e operazioni commerciali tra parti correlate. Inoltre la sua rete di relazioni ha consentito l’attivazione di partnership in Asia impensabili in passato, come quelle fresche da quasi 40 milioni annui con società operanti nel turismo e un’agenzia di marketing. Il fatturato dell’Inter è decollato: 274 milioni nel 2016-17, oltre quota 300 nel 2017-18. E il prossimo anno c’è la Champions. Si stimano 40 milioni di proventi extra che verranno messi a frutto nella campagna acquisti, assieme al consueto supporto di Suning che dà ossigeno alle spese correnti, visto che gli stipendi e gli ammortamenti sono aumentati e continueranno ad aumentare. Al netto delle cessioni, quindi, l’Inter potrebbe permettersi un saldo negativo sui trasferimenti di 70 milioni, che ovviamente vengono spalmati su più esercizi. Una volta usciti dal settlement, i paletti del fair play restano comunque, come per tutti i club: 30 milioni di perdite massime in 3 anni (di cui 25 coperte dall’azionista).