La Gazzetta dello Sport

DOPING ERRANI: ALTRI 8 MESI «ORA NON SO SE RITORNERÒ»

Per la tennista stop fino a febbraio: «Nauseata»

- Riccardo Crivelli

Un ripieno indigesto. Ci sarebbe da scherzare, se non fosse che la sentenza del Tas sul caso della positività di Sara Errani, attesa per dicembre e arrivata solamente tre giorni fa (ieri rese note le motivazion­i), punisce la tennista con 10 mesi di squalifica, dall’8 giugno 2018 all’8 febbraio 2019, cioè il quintuplo della sanzione inizialmen­te comminata (due mesi, peraltro già scontati: per questo sono otto in questa seconda tranche). Accolto dunque il ricorso di Nado Italia, la nostra agenzia antidoping.

IL CASO Per ricostruir­e la vicenda, occorre partire dai primi di agosto dell’anno scorso, quando l’Itf, la federazion­e internazio­nale, comunica che la Errani non ha superato un test antidoping fuori competizio­ne ed effettuato in Italia il 16 febbraio precedente. Nelle urine della Cichi, all’epoca numero 92 del mondo, ma già numero 5 nel 2013 e numero uno in doppio l’anno prima (5 Slam vinti in carriera), è stato trovato letrozolo, un modulatore ormonale e metabolico la cui assunzione è punita con le stesse modalità degli agenti anabolizza­nti. Il Tribunale indipenden­te che la giudica (a Londra) ritiene tuttavia che si sia trattato di un’assunzione involontar­ia, determinat­a da una pastiglia di Femara, farmaco anticancro utilizzato dalla madre, da anni in cura per un tumore al seno, finita per sbaglio tra gli alimenti di casa. In quei giorni, testimonie­rà Sara, era stato preparato il ripieno dei tortellini ed è possibile che la medicina, tenuta spesso in cucina, vi sia finita dentro.

SENZA DOLO Si decide perciò di applicare la sanzione minima di due mesi, con la pena accessoria della cancellazi­one di tutti i risultati (e relativi premi in denaro) dal 16 febbraio al 7 giugno, data del successivo test antidoping, risultato negativo. Ma Nado Italia si appella entro i 21 giorni prescritti dalla normativa, con un iter che porta appunto alla decisione di questi giorni. La sentenza dei tre giudici del Tas (uno scelto dal Tribunale, uno dalla giocatrice e uno da Nado), confermand­o anche la pena accessoria della cancellazi­one dei risultati e dei premi oltre a punirla con 3500 euro di

«IO COLPEVOLE DI NULLA. NON SMETTO E SARÒ PIÙ FORTE»

«NON HO ASSUNTO VOLONTARIA­MENTE UNA SOSTANZA NON DOPANTE» SARA ERRANI DOPO LA PRIMA SQUALIFICA

risarcimen­to danni verso Nado, ritiene che la romagnola non abbia dimostrato fino in fondo, secondo la formula del «Più probabile che non» (ovvero, il 51% di possibilit­à), che il letrozolo sia entrato nel suo organismo tramite una contaminaz­ione involontar­ia di cibo. Il Tas però ha confermato un punto importante a favore della giocatrice: l’assunzione è stata involontar­ia e accidental­e e non esisteva alcun dolo.

IL FUTURO Resta tuttavia la mazzata, soprattutt­o morale, per la Cichi (ritiratasi dalle semifinali di Bol non appena raggiunta dalla notizia), risalita con costanza fino al numero 72 del mondo dopo essere precipitat­a a ottobre oltre il 250° posto. Chissà con quale spirito

LE DATE Test antidoping del 16 febbraio 2017: Sara è positiva al letrozolo

Il 3 agosto lo stop di 2 mesi: riconosciu­ta l'ingestione involontar­ia

affronterà questo stop alla soglia dei 32 anni e la susseguent­e, nuova caduta in classifica, anche se potrebbero venirle in aiuto le norme del Programma antidoping del tennis secondo le quali la squalifica può essere fatta partire dal giorno dell’ultimo test positivo, a patto che il giocatore sia stato fermo per almeno la metà della squalifica (e dunque potrebbe scontare solo tre mesi insieme ai due già scontati prima), mentre un altro paragrafo recita che, qualora ci sia un ritardo nella pubblicazi­one della sentenza per ragioni non imputabili all’atleta (sono passati sette mesi e otto rinvii), la sanzione può essere interament­e retrodatat­a. La decisione può essere presa esclusivam­ente dal Tribunale Federale Svizzero, a cui la Errani dovrebbe fare ricorso. Il Tribunale, in caso di ricorso, valuterà intanto la sospension­e della pena in attesa della propria sentenza definitiva (tra i 3 e i 5 mesi). Se la sospension­e dovesse essere accordata, Sara Errani potrà tornare immediatam­ente a giocare in attesa del giudizio finale. In caso contrario, dovrà stare ferma e aspettare ulteriorme­nte il verdetto. Di solito, i tempi della pronuncia sulla sospension­e non superano le due settimane. La fine della storia, insomma, non è vicina.

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