La Roubaix non dimentica Goolaerts Intitolato al belga il pavé della tragedia
●L’8 aprile, a 147 km dall’arrivo, il giovane ebbe un infarto. Il tratto è il secondo dei 29 della classica
Sul pavé che sognava da bambino è morto, in una maledetta domenica di aprile. E adesso quel pezzo di pavé porta il suo nome. Il nome di Michael Goolaerts, il 23enne belga della Veranda’s Willems-Crelan che l’8 aprile era deceduto in seguito a una caduta, provocata da un attacco cardiaco, avvenuta alla Parigi-Roubaix a 147 km dall’arrivo: quel debutto tanto agognato, una settimana dopo essere riuscito ad andare in fuga al Giro delle Fiandre, si era trasformato in una tragedia. Era alla seconda stagione tra i professionisti. Trasportato in elicottero all’ospedale di Lilla, Goolaerts era morto nella serata di domenica: la squadra lo aveva comunicato intorno alle 23. Le cause del decesso non sono state ancora chiarite: l’inchiesta della procura di Cambrai, aperta d’ufficio, non si è ancora chiusa. Di sicuro era stato appurato che l’attacco cardiaco è stato la causa della caduta. I funerali si erano celebrati martedì 24 aprile ad Hallaar. Il settore di pavé in cui Goolaerts si era sentito male era il se- condo dei 29 che hanno composto il percorso 2018 della regina delle Classiche, segnata per sempre dalla tragedia: 3 chilometri che uniscono Viesly e Biastre, chiamati «Chemin de Saint-Quentin». Nella classificazione delle difficoltà delle pietre, da una a cinque stellette (il massimo), se ne era meritate tre. Adesso — per decisione dell’Aso, la società organizzatrice — quei 3 chilometri portano il nome del belga, dopo una cerimonia in occasione del Gp di Biastre, domenica, che ha unito i sindaci della stessa Biastre e di Heist-Op-DenBerg: quest’ultimo è il comune belga di nascita (il 24 luglio 1994) di Michael. C’erano i suoi familiari, gli amici più stretti, i compagni di squadra. Avevano gli occhi lucidi, e ancora increduli.