La Gazzetta dello Sport

Spagna shock Lopetegui al Real Madrid? Licenziato! Hierro nuovo c.t.

● A due giorni dall’esordio contro il Portogallo clamoroso cambio sulla panchina della Roja: inutile la «difesa» del capitano Sergio Ramos

- Filippo Maria Ricci INVIATO A KRASNODAR (RUSSIA) @filippomri­cci

La Spagna calcistica ha vissuto 24 ore di guerra civile. L’esito del conflitto ha portato ad un clamoroso cambio di c.t., da Julen Lopetegui, annunciato come nuovo allenatore del Real Madrid martedì, licenziato ieri dalla federazion­e e in attesa di essere presentato oggi al Bernabeu, a Fernando Hierro, che era a Krasnodar come direttore sportivo della Roja e domani debutterà nel Mondiale in panchina guidando la Spagna contro il Portogallo.

QUESTIONE DI PRINCIPIO Una serie di colpi di scena, di vuoti d’aria, di annunci, ritardi e smentite, accuse e polemiche che hanno infiammato l’inizio del Mondiale spagnolo lasciando il Paese attonito e l’opinione pubblica spaccata sulla scelta di Luis Rubiales, l’ex presidente del sindacato calciatori, ex compagno e grande amico di Damiano Tommasi che ha deciso di surfare sull’onda della rabbia provocata dalla prepotenza del Madrid e afferrando­si a questioni etiche e di puro principio ha deciso di ribaltare la Spagna a 48 ore di distanza dalla sfida col Portogallo. «Lopetegui aveva tutto il diritto di trattare con un club, nessun problema. Ma c’è modo e modo di fare le cose, e non è possibile che io venga contattato telefonica­mente appena 5 minuti prima dell’emissione del comunicato del Madrid che annunciava la contrattaz­ione di Julen. A cose già ampiamente fatte. Ho chiesto che l’annuncio fosse ritardato e mi hanno detto di no. Non avevo altra scelta, mi hanno obbligato a prendere questa decisione sofferta, dura, complicata e che sarà sicurament­e criticata». LA DEBOLEZZA DI LOPETEGUI Come no: già da ieri i pretoriani di Florentino Perez hanno iniziato ad attaccare il presidente federale, accusandol­o di aver gettato nel caos il calcio nazionale senza riflettere sul fatto che è stata la Casa Blanca a scatenare questo putiferio. E chissà cosa pensa Lopetegui, che ieri è ripartito in tutta fretta per Madrid con due collaborat­ori che l’accompagne­ranno nell’avventura del Bernabeu abbandonan­do il sogno Mondiale che in questi due anni scarsi alla guida della Roja aveva costruito con perizia e 20 partite immacolate, senza sconfitta. Dire di no al Madrid è impossibil­e, d’accordo. Però Julen non ha avuto la forza per convincere Perez a gestire la transizion­e in modo meno traumatico e tracotante. Se le cose dovessero andargli male al Madrid magari ripenserà a queste 24 ore, a ciò che poteva essere in questa campagna di Russia ed è sfumato per una questione di modi.

L’APPOGGIO DEL CAPITANO Sergio Ramos, capitano del Madrid e della nazionale, l’ha bacchettat­o pubblicame­nte nella riunione mattutina intercorsa tra Lopetegui, Rubiales e i giocatori, salvo poi spezzare una lancia alla sua ratifica fino alla fine del Mondiale. Nell’attesa degli eventi, con la stampa e la nazione trepidanti, sembrava che l’appoggio alla linea continuist­a di Ramos potesse rivelarsi decisivo. Rubiales però era furioso, e non ha sentito ragioni. Martedì aveva lasciato il ritiro di Krasnodar per andare a Mosca per partecipar­e al Congresso Fifa, la telefonata del Madrid lo ha costretto a un brusco ritorno: abbiamo viaggiato con lui verso Krasnodar e il suo corpo, attaccato al telefono, vibrava per l’indignazio­ne, lo sconcerto, la rabbia. Lopetegui aveva rinnovato fino al 2020 con la nazionale solo il 22 maggio scorso e la gestione dell’addio ha immediatam­ente preso i contorni dell’alto tradimento.

L’AUGURIO Ieri inizialmen­te era stata programmat­a una conferenza stampa congiunta Rubiales-Lopetegui. È stata rimandata e alla fine il presidente è apparso da solo. Lasciando presagire l’addio. Ha comunicato l’esonero fulminante, ha annunciato la ricerca di una soluzione interna allo staff della nazionale e ha detto che poi in sala stampa sarebbe arrivato Lopetegui. Che invece non si è presentato: l’ex c.t. ha fatto le valigie e ha detto quattro cose all’aeroporto: «Sono molto triste, però desidero che la Spagna faccia un gran Mondiale e vinca il torneo. Abbiamo una squadra magnifica, magari si riesca ad essere campioni». Occhiali da sole, fretta e una certa sensazione di disagio. Mentre Julen volava si è sparsa la voce che il Madrid oggi voglia presentarl­o, con buona pace della tranquilli­tà della nazionale, che inevitabil­mente sarà interessat­a dalle parole dell’ex c.t. in arrivo dal Bernabeu.

ESPERIENZA E CARISMA Ancora un’ora ed è arrivato l’annuncio della nomina di Fernando Hierro, che poi è apparso in conferenza stampa prima di dirigere il suo primo allenament­o. Era in ballo con Albert Celades, allenatore dell’Under 21 anche lui a Krasnodar. La Federazion­e ha scelto l’esperienza, il carisma, la pelle dura dell’ex simbolo del Madrid, che sarà accompagna­to da due ex collaborat­ori dell’Oviedo e dall’ex nazionale Carlos Marchena, prestato dal Siviglia per il Mondiale alla causa nazionale. Hierro ha parlato e ha allenato. Oggi il volo per Sochi e domani la sfida delicatiss­ima col Portogallo campione d’Europa: solo allora potremo fare un primo bilancio di quanto ha lasciato sul campo la guerra civile calcistica spagnola.

HO SAPUTO DI JULEN AL REAL SOLO 5 MINUTI PRIMA DELL’ANNUNCIO

LUIS RUBIALES PRESIDENTE FEDERCALCI­O

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