La Gazzetta dello Sport

Cazzotti e pistole, miracoli e cronaca del Bolillo Gomez

●Il c.t. di Panama qualificò anche l’Ecuador nel 2002. Gli spararono, in Colombia si dimise per un pugno

- Iacopo Iandiorio

«Sì, se puede» è il mantra del Bolillo. Hernan Dario Gomez, 62enne colombiano di Medellin, ha imparato a dire «si può». Ha compiuto il «miracolo» di portare Panama per la prima volta a un Mondiale. Così come nel 2002 ci era riuscito con l’Ecuador, e per le strade di Quito e Guayaquil si era diffuso il grido «sì, se puede». Sarà il quinto Mondiale per il Bolillo, così detto perché già da giocatore era rotondetto (una bola, una palla, appunto). Ai primi due vi prese parte nel 1990 e 1994 come vice di Pacho Maturana, il Sacchi del Sud America, con la sua Colombia champagne e narcos. Poi Gomez la nazionale di Bogotà l’ha guidata in prima persona alla Coppa del 1998, ma non gli andò bene, k.o. ai gironi.

SI PUÒ La vita gli ha «regalato» alti e bassi. Nel maggio del 2001 per esempio in Ecuador fu sparato alla coscia destra (tre colpi) da alcuni amici del figlio dell’ex presidente della Repubblica Abdalà Bucaram per non aver convocato il ragazzo nell’Under 20. «E dire che io non mi sono mai occupato delle selezioni giovanili...», ci raccontò allora Bolillo. Quell’aggression­e unì la Seleccion andina che arrivò seconda in Sud America, strappando uno storico pass. Debuttando poi in Giappone con l’Italia del Trap. Nel 2010 è tornato in Colombia. Solo che dopo un anno abbandona l’avventura per un’aggression­e (si dice un pugno o uno schiaffo) rifilato a un’amica in un bar di Bogotà. Il caso fece scalpore e Gomez, nonostante le scuse, dovette levare le tende. Nel 2014 ha creduto al progetto Panama, a una delle squadre più vecchie del mondo (età media sui 30 anni) e a ottobre scorso a 2’ dalla fine del match con la Costa Rica capitan Torres ha trovato il gol-qualificaz­ione. «Se puede», ripeteva il Bolillo. Si può. Aveva ragione.

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